May 2 - Capitolo 3
«Pronto?»
Stavo ancora cercando di capire dove fossi, che ora era e perché sentissi così caldo.
«Tesoro, sono la mamma.»
Dall'altro capo del telefono mia madre sembrava più che sveglia, io cercavo ancora di spostare il corpo pesante di Graham dal mio.
«Ciao mamma, come stai?»
Graham mugolò qualcosa di incomprensibile mentre mi spostavo da sotto di lui. Mi afferrò con le mani e mi rimise di nuovo nella stessa posizione di prima. Stava comodo. Protestai ma non c'era molto da fare, lui era molto più forte di me.
«Io sto bene e tu? Ti sento un po' strana, forse disturbo?»
Ridacchiò cercando di contenere l'imbarazzo.
«Sì, sto bene. Comunque non disturbi, stavo solo spostando le coperte per alzarmi.»
Lanciai un'occhiataccia a Graham, dandogli un piccolo schiaffo in testa. Lui si svegliò di colpo e gemette per protesta, richiuse i suoi occhi e si strinse ancora di più a me.
«Quindi stavi dormendo, non hai lezione oggi?»
Mi stava facendo il terzo grado?
«Tra due ore.»
«Comunque» riprese subito dopo «Tua sorella Joy deve fare un annuncio importante e vorrebbe che venissi a cena con noi stasera.»
«Ma certo, ci sarò. A che ora?»
«Alle 19 da Nando's.»
«Allora ci vediamo stasera, mamma.»
«D'accordo, buona giornata tesoro.»
Chiuse la comunicazione ed io gettai il cellulare sul comodino.
Mia sorella Joy era pronta, quel suo annuncio importante non lasciava molto all'immaginazione. Stava con Richard da quasi 4 anni, erano molto felici e da poco avevano deciso di comprare una casa. Richard Stevens era un avvocato di successo, il più bravo in città. Non era di certo uno che si faceva mettere i piedi in faccia dagli altri, per questo era il più brillante e non si faceva scrupoli. Poteva vincere una causa anche con uno sguardo. Joy lo amava molto, era stato il suo primo fidanzato e adesso stava per avverare il suo sogno da bambina: indossare un abito bianco e cavalcare quella navata in attesa di raggiungere il suo principe azzurro sull'altare.
«Graham.»
Lo chiamai cercando di spostare il mio corpo dal suo per l'ennesima volta.
«Perchè sei così irrequieta stamattina?» rise e finalmente aprì gli occhi, accorgendomi che quell'azzurro fosse ancora più blu quella mattina.
«Ha chiamato mia madre.» gli riferii sfiorandogli i capelli. Era così bello restarsene in quella posizione per tutto il giorno.
«Oh, ci ha scoperti? Sappi che non me ne andrò da qui neppure se lei dovesse ingaggiare mille uomini per sbattermi fuori.» Graham era estremamente serio quando disse quelle parole, sapevo che non mi avrebbe lasciato così facilmente.
«Nulla del genere, amore.»
Fece un sospiro di sollievo e poi mi sorrise, cercando di trattenere quello sguardo da ti sto per strappare le mutande.
«Stasera mia sorella Joy mi aspetta da Nando's. Vuole fare un annuncio importante e stavo pensando che tu potresti venire con me.»
Il suo volto si tese per la sorpresa.
«Io non voglio metterti nei guai, piccola. Verrei molto volentieri ma si tratta di una cosa di famiglia, non vorrei essere invadente.»
«Tu sei la mia famiglia, Graham. Voglio che tu mi accompagni ufficialmente ad una cena di famiglia.»
Graham sembrò pensarci un po' su, poi annuì e mi diede un bacio dolce sulle labbra.
«D'accordo, verrò se questo ti rende felice.»
«Credo sia giunto il momento di parlarne con la mia famiglia, non vorrei lo scoprissero da altre persone.»
«Penso sia giusto, May. Però non dirgli proprio tutto.» Graham iniziò a mordicchiarmi il collo lasciando anche una scia di baci fino al petto.
«Tu non abiti qui, sei solo un fantasma che non la smette di torturarmi.»
Rise, mentre la sua bocca raggiunse dolcemente i miei capezzoli.
«Mmm, che bontà.» commentò succhiando forte uno di essi. Gemetti cercando di controllare la voglia di spogliarlo completamente e restare per giorni chiusi in casa a coccolarci.
«Ti farò così tante cose sporche che stasera quando saremo seduti al tavolo con la tua famiglia e tu ci penserai, non potrai nascondere l'imbarazzo.» La sua bocca continuò a stuzzicarmi succhiando forte un punto preciso del mio collo...oh no. Stava per marchiarmi con la sua bocca. Avrei dovuto nascondere il succhiotto stasera per non farlo vedere a tutti...brutto bastardo dolce.
«Graham, ti prego.»
«Oh si, cazzo. Implorami May, implorami o non ti darò quello di cui hai bisogno.»Avevamo saltato due lezioni quel pomeriggio, Graham era stato molto persuasivo riguardo ciò. Mi aveva incatenata al letto, metaforicamente parlando, contro la mia volontà, giocando con il mio corpo in ogni modo possibile ed inimmaginabile. Non avrei potuto dirgli di no, lo volevo tanto anch'io, soprattutto dopo la litigata del giorno precedente e il fatto che aveva ripreso con gli incontri. Era stata una bella riconciliazione, molto potente e forte. Se mi aspettava questo dopo ogni litigata, be' avrei voluto discutere con lui sempre.
Avevamo fatto pausa solo per mangiare qualcosa e farmi riprendere le forze perché Graham sembrava una macchina del sesso con le batterie sempre cariche. Non so cosa gli fosse successo, ma gli avevo perdonato ogni cosa. Dal passato al presente, sapeva come fare per farmi perdere la testa.
Per fortuna aveva smesso di tormentarmi quando all'ennesimo ed insaziabile orgasmo avevo perso i sensi, appagata e felice. Si era sdraiato accanto a me e mi aveva stretta forte, come se avesse paura che sarei andata via.
«Il bagno è pronto.»
Mi annunciò appoggiato sullo stipite della porta, completamente nudo. Mi sorrise leccandosi le labbra e stuzzicandomi senza pietà. Avevo di nuovo voglia di perdermi in lui.
Mi alzai dal letto e cercai di camminare, dico cercai, perché ero molto dolorante. Le gambe erano ancora molli per tutti gli orgasmi avuti e la testa sembrava leggera.
«Forse è meglio se ti aiuto.»
Ridacchiò ancora e venne verso di me, prendendomi tra le sue braccia.
«Sei incredibile. Mi hai ridotta uno straccio e non so se riuscirò a riprendermi entro un'ora per la cena.»
Eravamo già in bagno, Graham mi lasciò andare delicatamente nella vasca e poi entrò con me, posizionandosi dietro.
Mi appoggiai al suo petto e chiusi gli occhi cercando di godermi il calore dell'acqua.
«Rilassati e cerca di non pensare a quello che è successo nelle ultime ore.»
«Se continui a ricordarmelo è ovvio che non dimentico.» gli lanciai un'occhiataccia ma non penso che la vide, serrò le braccia in una morsa d'acciaio e mi tenne stretta.
«Non sono io a ricordartelo, ma il tuo corpo, May. Penso che non dimenticherà facilmente la mia intrusione.»
«Ah, smettila! Non provocarmi, non so proprio come dovrò affrontare la cena di stasera. Ho solo voglia di tornare a letto.»
«Fai attenzione May, stai provocando me adesso.» le sue mani iniziarono a scivolare lungo il mio addome, lentamente e sensualmente fino ad arrivare nel punto in cui volevano. Le afferrai prima che fosse troppo tardi per potersi fermare.
«Ti stai divertendo troppo a vedere fino a quando posso resistere.»
«Ho già navigato in quelle acque, May.» rispose, provocandomi.
«Graham, ti prego.»
«Okay, okay. La smetto, scusa. Sto facendo un gioco sporco, davvero ma davvero tanto e molto sporco.»
«Mi stai fottendo il cervello, Graham Sono confusa.»
«Oh, piccola non è l'unica cosa che ho...»
«Zitto! Non, non dirlo.» mi girai velocemente e vidi il suo volto rilassato per la prima volta in 24ore. Era ritornato ad essere il mio Graham, quello divertente e provocante, quello felice e protettivo. Il mio Graham.
Mi sfiorò la guancia mentre sorrideva.
«Ti amo tanto, May. Adesso lo sai, credo di averti dimostrato quanto io ti ami in quasi tutti i modi possibili e mi dispiace averti provocato parecchio. È che mi piace vederti imbarazzata, è la cosa più dolce del mondo.»
«Forse potevi pensarci in un altro momento, adesso passerò tutta la cena a pensare a te.»
«Io penserò a quello che ti farò dopo, May. Non ho ancora finito.»
La mia mascella toccò terra.
Graham aveva vinto ancora.
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May - May 2
ChickLitMAY Bukowski scrisse: "Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole." Aveva ragione. Quando Norah May Alcott mi teneva tra le sue braccia, stretto al suo corpo caldo, le parole non servivano. Curava le mie cicatrici con la forz...