Capitolo 7
"Ogni rosa ha la sua spina, ogni rosa può pungerti se non stai attento, ogni rosa ti incanta con il suo odore. Sta a te decidere se questo dolore è indispensabile oppure no."
Il silenzio rumoroso della stanza, mi svegliò.
Era così assordante che quasi mi fecero male le orecchie. Non lo sopportavo, mi dava tremendamente fastidio. Mi chiesi perchè, perchè c'era così tanto silenzio in camera mia, perchè non riuscivo a sentire il respiro dolce di Graham.Poi aprii gli occhi, e ricevetti uno schiffo in pieno viso dalla realtà. Lui non c'era. Non era sul letto, non era accanto a me. Di quella magica notte solo uno fu il testimone di così tanta bellezza, quella bustina strappata ormai senza preservativo, che stava ai piedi del letto, che mi fissava con tanta indecenza. Sembrava dirmi: "Guardati, ti ha scopata e poi ti ha mollata. Mi fai pena."
Mi alzai di scatto e la presi tra le mani, strappandola in mille pezzi.
Io non era la puttana di nessuno.
Graham non mi avrebbe mai mollata così. Non mi avrebbe mai usata e fatta svegliare su di un letto da sola. Lui era più di questo. Doveva essere sicuramente in bagno, ne ero certa. Avrebbe aperto la porta con il suo sorriso unico e mi avrebbe abbracciata come solo lui sapeva fare. Sì, doveva essere proprio così.Ma quando andai ad aprire la porta del bagno, non trovai altro che i raggi del sole che penetravano dalla finestra mezza aperta.
Graham, non c'era.
Che restava di noi? Semplicemente nulla.
Scivolai contro la porta fino ad atterrare bruscamente a terra. Ero ancora nuda e stavo iniziando ad avere freddo. I miei occhi balzarono sulla finestra in cui era entrato ed uscito mille volte. Era leggermente spostata, segno che era andato via di nascosto, senza dirmi una parola, senza svegliarmi. Non aveva lasciato neppure un biglietto. Niente di niente.
La mia mente mi fece venire mille dubbi, mille sensazioni che forse avevo provato ma non in modo così intenso. I sensi di colpa, ad esempio. Mi ero sentita tante volte in colpa, ma mai come adesso. La mia rabbia era contro me stessa, quella me che aveva donato l'unica cosa pura che le restava ad un ragazzo che l'aveva presa e distrutta in una sola notte. Non potevo essere così stupida, non potevo essere così inconsapevole delle mie azioni.
Restai immobile per chissà quanti minuti che sembrarono ore, fino a quando meccanicamente mi alzai e andai sotto il getto di acqua calda della doccia che avrebbe spazzato via quel che restava di quella fatidica notte.
Il suo odore, i suoi graffi, le sue mani sulla mia pelle.
Tutto stava andando via attraverso l'acqua, be' quasi tutto.
Riuscivo ancora a sentire il suo tocco, ruvido come il getto d'acqua che mi graffiava la pelle, dolce e delicato come il sapone che stavo passandomi per lavarmi del tutto. C'era ancora lui dentro di me, a riempirmi il cuore e i polmoni di aria nuova. Non avrei dimenticato facilmente quella notte.I pensieri ritornarono a torturarmi quando uscii di casa e la sua macchina non c'era. Mi sentii dentro ad un incubo, una nuova realtà che non avevo comprato di mia spontanea volontà, ma che era il frutto di uno strano scherzo del destino.
Mi chiesi perchè Graham stava facendo tutto questo. Di cosa aveva paura? Avevamo detto niente legami di nessun genere. E se..se fosse tornato da suo padre? Era un'ipotesi giusta, quella che mi avrebbe tolto questi tormenti dalla mente.
Forse, mi stavo facendo troppi film mentali.
Forse Graham era solo andato a comprarmi la colazione e sarebbe tornato da me.
Ma che stavo facendo? Da quanto tempo mi stavo fissando su Graham, sui suoi pensieri e il resto? Avevamo trascorso una bella notte, okay basta. Non dovevo farmi problemi. Tutto era come prima, giusto? E poi Graham non era obbligato ad accompagnarmi tutti i giorni a scuola, potevo benissimo andarci da sola, a piedi, come ora.Quelle poche ore a scuola, non passarono per niente. Graham non si era presentato, non c'era la sua macchina ed il cellulare aveva sempre la segreteria. Mi preoccupai tantissimo, perchè forse gli era successo qualcosa di grave e non poteva chiedere aiuto.
Dovevo andarlo a cercare.
«Bea, devi aiutarmi.» le dissi, quando entrammo in sala mensa.
«Hai un'espressione strana da stamane, mi sto seriamente preoccupando, quindi sì, ti aiuterò in qualsiasi cosa.»
«Graham...devo andarlo a cercare.» Beatrice si accigliò, sorpresa.
«E' per questo che ti vedo irrequieta da ore?» domandò, divertita. Io annuii in silenzio. «Avanti Norah, vedrai che non è venuto per via della prova di letteratura.»
«Non credo sia per questo...» risposi, colpevole.
«Avete litigato di nuovo?» Litigare..uhm..non direi proprio.
«Ti racconto tutto per strada, ti prego.»
«Ehm, okay. Voglio sapere pure i dettagli allora!» Certo, i dettagli..
«Tutto quello che vuoi, basta che mi porti nella casa al mare.» le promisi, con l'inganno. Non avrei rivelato i "dettagli" neppure sotto tortura.
«Andiamo allora!»In macchina..
«Cos...?» quasi soffocò «Norah May Alcott. Questa è una cosa stupenda! Certo, però voglio uccidere Graham appena lo vedo.»
«Bea, ti prego. Niente commenti.» la supplicai.
«No, Norah. Io te l'avevo detto che prima o poi sarebbe successo. Graham ti guarda come se volesse mangiarti.» risi alla sua battuta.
«Ma dai, non volevo dirtelo solo per evitare queste tue battute squallide.»
«Almeno hai fatto un sorriso in mezza giornata! Ammettilo, sono o no la migliore amica di sempre?»
«Lo sei, Bea.»
«Dimmi solo una cosa. Perchè vuoi cercarlo? Dovrebbe essere lui a cercare te e chiederti scusa per come si è comportato.» giusta osservazione!
«Lui ha bisogno di me più di quanto tu possa immaginare.» la vidi annuire.
«E tu avrai sempre bisogno di lui.» fece una pausa, tenendo bene gli occhi puntati sulla strada, pochi metri e saremmo arrivate. «Nonostante tutto, vi vedo bene insieme.»
«Noi non stiamo insieme, Bea. E mai staremo insieme. E' successo, punto e basta. Niente complicazioni, giusto? E' quello che mi ripeti sempre tu. Mi devo divertire e la cosa finisce lì, senza sentimenti.»
«Non ho sempre ragione, Norah. Sì, forse le generazioni di oggi lo fanno per moda o divertimento, senza alcun sentimento. Prendi me e Nathan, non è una cosa seria. Ma quando si tratta di te, la cosa cambia.»
«Cambia? Sono una ragazza come te.»
«No, Norah. Tu sei una ragazza di altri tempi, tu ci tieni davvero alla prima volta, al primo bacio, ai gesti e al suo sorriso. Tu quando guardi Graham, e quando lui guarda te, c'è qualcosa di diverso da ogni coppia moderna. Ci vedi la tua vita, il tuo futuro. Vedi la tua famiglia.»
«Bea, non...»
«Norah, vai da lui.» disse, indicandomi la spiaggia. Annuii, solo perchè non avevo parole per ribattere. Bea, nella sua incoscienza, aveva centrato in pieno ogni singola cosa.
Scesi dalla macchina, sbattendo forte lo sportello, affinchè lui sentisse il rumore. Catturai in pieno la sua attenzione. I suoi occhi catturarono i miei, e come se avessi avuto una calamita naturale mi avvicinai più velocemente che mi fu consentito dalla sabbia.
Graham si sedette, ed io accanto a lui. Mi prese per mano, intrecciò le mie dita alle sue e restò in silenzio. Quel silenzio assordante che però era pieno dei nostri respiri e nei battiti accellerati dei nostri cuori.
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May - May 2
ChickLitMAY Bukowski scrisse: "Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole." Aveva ragione. Quando Norah May Alcott mi teneva tra le sue braccia, stretto al suo corpo caldo, le parole non servivano. Curava le mie cicatrici con la forz...