Capitolo 10 - Finale - May 2
May
«Richard, sono preoccupata, non si sveglia maledizione!»
Facevo avanti e indietro in quella piccola stanza d'ospedale guardando Graham dormire profondamente ricoperto da ferite e tagli.
Richard mi aveva tenuta aggiornata sull'incontro di Graham, mentre io me ne stavo chiusa in un camera d'hotel perché troppo testarda da restarmene a casa nelle mie condizioni.
Non potevo starmene lontana da Graham, non potevo non supportarlo ma soprattutto non potevo tollerare la sua assenza ancora per qualche minuto. Mi era profondamente impossibile stare lontana da lui. Io lo amavo, più della mia stessa vita, più di ogni altra cosa al mondo ed amavo dal profondo della mia anima la creatura che stavamo per mettere al mondo. Un pezzo di me ed un pezzo di lui uniti in un unico cuore che batte incessantemente.
«Per favore, non agitarti».
Richard posò una mano sulla mia spalla cercando di calmarmi, ma mi era impossibile. Vedere Graham ridotto in quello stato mi faceva male.
«Devo dirti una cosa, Norah. Riguarda suo padre». Le mie orecchie scattarono in allerta, sperando di non sentire cattive notizie ancora una volta.
«Cosa sta succedendo, Richard? Sii sincero, perché stavolta lo faccio fuori io». Lui ridacchiò, cercando di smorzare un po' di tensione.
«Si è costituito stamattina», non potevo credere a quello che stavo sentendo. «L'hanno arrestato, ha dovuto affrontare anche Joker e i suoi scagnozzi, ma sono tutti fuori dai giochi almeno per un po'. Nessuno vi darà più fastidio d'ora in poi».
«Non posso crederci, e come farà a dare gli alimenti alla sorellina di Graham? Non se la passano molto bene e non potrebbero sopravvivere senza quei soldi».
«Abbiamo scoperto un conto segreto, Norah. La cifra ammonta a più di un milione di dollari». Ero rimasta incredula ancora una volta, com'era possibile che il padre di Graham avesse tutti quei soldi? «Si tratta di soldi poco puliti, ma con un buon avvocato e qualche conoscenza sistemeremo sia Graham che sua sorella, credo sia un risarcimento equo in fin dei conti».
E Richard era quell'avvocato, quello che avrebbe sistemato ogni cosa per me e per Graham, perché in fondo ci voleva bene, ci proteggeva come un fratello maggiore.
Joy era stata fortunata a trovare un uomo così generoso ed io ero stata altrettanto fortunata a trovare un guerriero che avrebbe combattuto per la sua famiglia sempre.
«Quando la sposerai?» Gli chiesi, sorridendo. Richard si passò nervosamente la mano tra i capelli ed imbarazzato mi rispose: «Molto presto».
«Ehi, voglio esserci anch'io, quindi amico, aspetta a sposarti!»
Ma quella voce...
«GRAHAM!»
Non ero mai stata così tanto veloce in tutta la mia vita, eppure in un nano secondo ero già tra le braccia di Graham. Mi strinse forte, come se tutte le ferite che aveva non gli stessero facendo male, come se io fossi la sua cura.
«Oh, May! Ti amo così tanto!»
Ero felice, quindi piansi, un po' per scaricare la tensione, un po' per l'emozione di riaverlo di nuovo con me e un po' per gli ormoni che la gravidanza aveva fatto impazzire. Non capivo più nulla.
«Dove sono?»
Spiegai a Graham che si trovava in ospedale ma che per fortuna tutto era andato per il meglio. Gli raccontai di Joker e dei suoi scagnozzi, finiti in galera, di suo padre che si era costituito e dell'enorme somma di denaro che attendeva lui e sua sorella. Rimase un po' scioccato ma alla fine accettò il finale. Richard era andato via già prima che iniziassimo a parlare quindi restammo da soli per un po', stretti uno all'altro in cerca di amore e conforto.
«Scusami tanto, amore. Scusa se ti ho spezzato il cuore».
«Sapevo che non era sul serio, anche perché non avresti mai abbandonato la nostra bambina».
«Ehi, è un maschio».
«No, una femmina!» mi imposi, con insolenza.
«Lo scopriremo presto».
Mi baciò, come mai prima d'ora e mi persi in lui per molto, molto tempo.
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May - May 2
ChickLitMAY Bukowski scrisse: "Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole." Aveva ragione. Quando Norah May Alcott mi teneva tra le sue braccia, stretto al suo corpo caldo, le parole non servivano. Curava le mie cicatrici con la forz...