Capitolo 10

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Capitolo 10

"Forse bastava respirare..solo respirare, un po'."

Le parole mi morirono in bocca. Non ero mentalmente preparata alla sua voce. Ero stata settimane intere a non sentire la sua voce che quasi non la ricordavo più. Ma quella voce l'avrei riconosciuta in ogni dove e non potevo di certo sbagliarmi proprio ora. Lui era lì, dall'altro lato del cellulare, ed io come una sciocca continuavo a restare immobile, cercando di riprendere conoscenza.
«May..? May ci sei..?» un altro colpo al cuore.
«Sono qui.» risposi, con un filo di voce.
«Come stai?» aveva pure la faccia tosta di chiedermi come stavo? Doveva immaginarlo che stavo male. Anche un bambino l'avrebbe capito.
«Bene, e tu?» mentii, come facevo ultimamente con tutti. Non mi andava di dire alla gente come stavo realmente. Certe cose restavano dentro di noi e basta perché gli altri non avrebbero capito il nostro malessere. Nessuno capiva mai a fondo. Quindi era meglio dire solo il superfluo, le altre cose erano un segreto tra noi stessi.
«Insomma, qui mi fanno lavorare molto. Sono stanco.»
«Lavorare? Graham, dove sei?» a volte mi rendevo conto di essere molto apprensiva..come una mamma. Ma nel nostro strano rapporto, avevo pure dovuto interpretare quel ruolo per lui.
«Non credo sia una buona idea dirtelo..»
«Graham, per favore. Dopo mesi riesco a parlarti, vorrei almeno sapere dove sei.»
«Messico.» rispose, secco. Calò il silenzio, un lungo silenzio che mi fece esplodere.
«Messico? Sei pazzo.»
«Sto solo cercando di ritrovare me stesso.»
«Io..io non ti capisco.»
«May..ti prego..» quando disse il mio nome, il mondo intorno a me crollò.
«No, Graham, okay. Scusami tanto ma devo andare, Nate mi sta chiamando.» forse lo dissi per rabbia..forse per farlo innervosire..ma lo dissi con molta naturalezza, affinché lui credesse alle mie parole.
«Nate? NATE?» urlò «Che cazzo ci fai con Nate? Stai lontana da lui.»
«Sono alla sua festa, non c'è nulla di male.»
«May. Stai. Lontana. Da. Nate.» ringhiò, arrabbiato.
«Ciao, Graham.»
«Non osare riattaccarmi il telefono in faccia!» guardai il cellulare, la foto di Graham come immagine di contatto. Una lacrima rigò il mio viso e poi chiusi definitivamente la chiamata. Non mi importava quanti mesi c'erano voluti per sentire la sua voce. Importava solo che lui non era qui, che mi aveva abbandonata. Forse era giunto il momento di lasciarmi andare e non pensare più a lui. Non volevo finire a piangere dentro quelle quattro mura della mia camera, per i nostri ricordi e i momenti passati insieme. Beatrice aveva ragione. La mia vita non girava intorno a Graham. Dovevo cominciare a vivere la vita, la mia vita.

Conservai il cellulare in borsa e cercai una via per entrare in casa e trovare Beatrice. L'unico posto in cui volevi trovare la tua migliore amica? All'angolo dei cocktail o al bar. Semplice. Sono sicura che era già bronza..la conoscevo meglio di chiunque altro. E nonostante lei si ostinasse a dire che reggeva perfettamente l'alcol, lo sapevano tutti che non era così. Al secondo bicchierino era già KO, ma lei ripeteva sempre "Sto bene, sono sobria".
«Ehi! Sto bene, sono sobria!» eccola lì, seduta sopra al bancone, con tantissimi bicchieri pieni di birra. Le stava distribuendo alla gente che passava, mentre con l'altra mano sorseggiava della Vodka.
«Norah, sei qui! Prendi anche tu un bicchiere di birra!» risi, mentre la raggiunsi. Se eri triste, la tua migliore amica sapeva come farti ridere! Be' insomma..stava facendo ridere un po' tutti in quella stanza, ma a chi importava? Metà delle persone in quella stanza era sbronza! L'unica sobria ero io..e questo non andava bene. Presi anche io un po' della Vodka che Beatrice teneva strettamente a sé e la versai in un bicchierino di vetro che trovai sul tavolo. La mandai più tutta, lasciando che il liquido mi infiammasse la gola. Era una sensazione strana ma forte allo stesso tempo. Dovevo decisamente berne ancora! Riempii il mio bicchierino e tirai giù ancora e ancora la Vodka. La lascia scorrere lungo il mio corpo mentre mi pizzicava la gola in maniera dolce e sensuale. Più bevevo più sentivo la testa diventare leggera. I problemi erano spariti, Graham era solo un ricordo. Se avessi saputo prima che la Vodka faceva questo effetto, l'avrei presa di sicuro. Stava portandosi via tutto, ogni singolo dolore.

«Ehi, dolcezza! Cosa stai bevendo?» la voce di Nate era inconfondibile. Nonostante fossi troppo ubriaca per voler essere arrabbiata con lui, la sua voce era calda, sexy e mi fece sentire desiderata. Non sapevo davvero se fosse per via dell'alcol, o se la mia mente avesse chiuso il capitolo "Graham". Mi sentivo strana e attratta da Nate. I suoi occhi grigi erano davvero molto particolari, e la luce faceva risaltare il loro colore. Diventarono ancora più attraenti, decisi dunque di lasciarmi andare.
«Nate, vuoi un po' di Vodka?» era particolare il modo in cui mi faceva sentire la Vodka. Era come se la mia timidezza fosse sparita e non ero più impacciata con Nate.
«Che ne dici se andiamo a berla in un posto più tranquillo?» propose, ammiccando.
«Tipo?» stavo flirtando, con un ragazzo! Al di fuori di Graham non l'avevo mai fatto con nessuno che non conoscessi davvero bene.
«Tipo..camera mia?» Beatrice mi guardò per un attimo, come ad acquisire di nuovo la sua lucidità mentale. Mi fece segno di no, di non andare con Nate. La fissai per un attimo..ero indecisa sul da farsi..andare con Nate o no? Non avremmo fatto nulla di male.
«Okay.» dissi, senza pensarci un attimo di più. Nate mi prese per mano ed io glielo lasciai fare. Era la mia serata e volevo divertirmi, volevo lasciarmi andare e dimenticare Graham. Nate era un ottimo ripiego, io di certo non ero innamorata di lui né mai lo sarei stata. Era brutto pensarlo, ma al giorno d'oggi la vita andava così. Mi adeguavo solamente ai tempi e la cosa mi faceva parecchio comodo. Che importanza aveva d'ora in poi? Graham non c'era più.
Beatrice cercò di ostacolarmi, ma non si reggeva bene, così lasciai al suo bancone, aggrappata come se fosse la sua àncora. Mi ero decisa di non pensare. Nate mi guidò per tutta casa verso la sua camera, mentre occhi indiscreti guardavano curiosi la mano di Nate a tenere la mia. Lui era molto popolare a scuola, di solito le sue ragazze erano tutte delle modelle alte e bionde. Io non lo ero. Avevo i capelli scuri e non avevo nulla di straordinario. In verità ci guardavano perché la gente era ficcanaso, pensavano solo che io fossi una ragazza di una notte per lui. Non ero di certo quel tipo di persona, ma la gente amava i pregiudizi, sapeva solo criticare e parlare male di tutti. Io e Nate eravamo solo amici..forse conoscenti. Io amavo Graham e non avrei amato nessuno al di fuori di lui.
«Ecco qui, almeno abbiamo un letto per metterci più comodi.» La sua camera era la tipica stanza di un adolescente in calore. Troppo studiata, poco vissuta. Era la trappola perfetta per rimorchiare una ragazza. C'erano libri, CD, dei quadri..tutto ciò che poteva interessare ad una ragazza. Era bello vedere ogni CD, scoprire i suoi gusti musicali..i romanzi che leggeva e i suoi artisti preferiti. Si poteva dire che era un tipo molto romantico! Non potevano mancare di certo le candele profumate già accese sulla finestra.
«È...bello, qui.» commentai, mentre mi sedetti sulla punta del materasso. Ero così stanca e debole...avevo già bevuto troppo. Sentivo tutto il peso dell'alcol nello stomaco.
Nate si avvicinò a me, sedendosi proprio a pochi centimetri. Con una mano spostò i miei capelli e lasciò libero il collo. Non dissi nulla, restai immobile a trattenere il fiato. Volevo solo capire cosa si provava ad essere toccata da qualcuno che non fosse Graham. Era piacevole..Nate ci sapeva fare, ma non era lui. Graham mi faceva sentire delle piccole scosse quando mi toccava..il sangue arrivava al cervello e il cuore in gola. Con Nate non provavo nulla del genere. Niente che potesse spingermi oltre.
Nate si avvicinò, lentamente, baciandomi il collo e poi salendo sempre più sù, fino a toccare le mie labbra. Mi baciò con passione ed io stetti al gioco senza batter ciglio. Da una parte volevo mettere fine a tutto questo, ma d'altro canto invece avevo trovato un'ottimo modo per poter dimenticare Graham.
Tanto lui era in Messico.
Tanto lui non sarebbe più venuto qui.
Tanto lui mi aveva abbandonata.
Stavo solo cercando un modo per sopravvivere.

May - May 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora