Capitolo 14

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May

Capitolo 14

Un'altra donna.
Graham aveva un'altra donna.
Qualcuno che non fossi io.
Lou. Lei era Lou ed io May. May.
Perché mi avesse mentito io ancora non l'avevo capito, ma era finita tra noi e di certo non mi importava più nulla di lui. Ero stanca di Graham. Ero stanca delle sue bugie, di tutte quelle prese in giro in questi mesi. Dovevo prendere una decisione, qualcosa che non comprendesse Graham. Sapevo già cosa fare, in questi giorni ci avevo pensato spesso a dire il vero. Avevo immaginato la mia vita con Graham e senza di lui. Tutto, ogni singolo attimo mi riportava a lui. Le sue mani, i suoi occhi, i suoi capelli, le fossette, i tatuaggi, la forma delle labbra, la sua voce, il suo sorriso, il suo respiro. In ogni singolo futuro che avevo visto, c'era sempre una traccia di Graham. Quindi fui rassegnata all'idea di dover convivere ogni giorno con lui. Lontani o vicini, era sempre la stessa cosa. Ma dovevo cercare un modo per andare avanti e Nate mi sembrò la soluzione più giusta. Mi dispiaceva usarlo per dimenticare in parte Graham, in quel momento mi sembrò la cosa più giusta da fare. Lo so, ero diventata egoista, menefreghista e anche un po' presuntuosa. La verità era che non riuscivo ad immaginarmi tra 20 anni senza Graham e la sola idea di non riuscirlo più a dimenticare mi terrorizzava. Avevo paura che fosse rimasto dentro il mio cuore per sempre. Come potevo biasimare le mie scelte? La paura ti faceva commettere atti che non avresti mai pensato di fare. Quindi era colpa sua se ora mi trovavo in questa situazione, seduta ad un tavolo in un bar di periferia insieme a Nate. I suoi occhi grigi mi stavano fissando, credo stessero studiando i miei atteggiamenti, andando perfino a capire le mie paure e i miei pensieri più profondi. Era davvero un bravo ragazzo però, non potevo lamentarmi. Mi trattava da vera principessa e non si era mai permesso neppure una volta di sfiorarmi dopo quella notte. Neppure un bacio. Si limitava a tenermi per mano quando era più opportuno e non mi metteva mai in imbarazzo o in difficoltà. Stavo davvero iniziando a volergli bene. Lui non era Graham, ma la storia tra noi poteva funzionare davvero bene. Non perfettamente, ma bene. Di certo non avrei mai più amato una persona come avevo amato Graham, ma qualcosa che si avvicinasse anche minimamente all'amore potevo provarla. Nate era il candidato giusto! E chi se l'aspettava? Io no certamente.
«Ti perdi spesso ultimamente.» sorrise, facendomi tornare alla realtà. Ciò che avevamo ordinato era già sul tavolo e Nate aveva anche cominciato a dare un morso al suo Hamburger.
«Pensavo..» risposi, sussurrando.
«A cosa?» chiese, dolcemente. Cominciavo davvero ad adorare il suo modo così gentile di parlarmi.
«A come sarebbe bello potersi vedere più spesso.» mentii, e questo mi dispiaceva. Mi sentivo in colpa ogni volta che mentivo sui miei pensieri. Non meritava tutto questo, eppure continuavo a farlo.
«Cercherò di venire ogni fine settimana, ti chiamerò ogni giorno, ad ogni pausa della giornata. Vedrai, sarà come avermi qui vicino.» indicò il cuore e posizionò la sua mano proprio al centro del petto.
«Lo so, ma non sarà la stessa cosa. Io sarò qui, tu sarai lì. Sappiamo entrambi che ti hanno preso nella miglior università del Colorado.» Stavo di nuovo comportandomi da egoista. Perché se avessi passato sempre meno tempo con Nate, Graham si sarebbe insinuato tra i miei pensieri e la mia terapia "allontanati da Graham" avrebbe smesso di funzionare. La paura stava prendendo possesso di me, nuovamente.
«Piccola, starai bene, io starò bene. Pensiamo positivo, non voglio vederti piangere, Norah, okay?» annuii, ormai mi chiamava sempre col mio primo nome e questo non mi faceva agitare più di quanto non fossi già. «È una promessa, e sai che puoi fidarti. Anche se tra qualche ora sarò già lontano da te, ti penserò e farò in modo che il tempo passi in fretta per vederti nuovamente venerdì prossimo.» stava tranquillizzandomi. «Oggi è domenica, mancano solo altri 5 giorni e nel pomeriggio sarò da te.»
«D'accordo, Nate. Mi fido.»
«Puoi davvero fidarti, non sono come un certo tipo.» sbuffò, riferendosi a Graham.
«Lo so, Nate.» risposi, un po' scocciata dal fatto che l'avesse nominato anche solo mentalmente.
«Adesso però inizia a mangiare o potrebbe raffreddarsi tutto.» annuii e diedi un'occhiata a ciò che avevo sul piatto. Pensare solo per un nano secondo a Graham mi aveva fatto passare la fame. Lo stomaco si era chiuso ed improvvisamente vedendo il cibo mi venne la nausea.
«Norah, non mangi?» chiese Nate, preoccupato. Presi una patatina fritta e la portai alla bocca cercando di ingerirla.
«Vedi? Sto mangiando.» gli sorrisi dolcemente. Lui sembrò tranquillizzarsi, allora presi un'altra patatina e la immersi nella salsa barbecue. Al diavolo Graham! Stava di nuovo rovinando una dolce serata con Nate e non dovevo permetterglielo. Quindi lo cacciai dai miei pensieri e presi in mano l'Hamburger, dandogli un morso abbastanza grande. La vita andava avanti, con o senza di te. Il tempo trascorreva nonostante tu restassi ferma, non dava tregua, non si fermava. Ti costringeva a continuare anche senza avere le forze. Non ti lasciava altra scelta.
«È buono, vero?» domandò, sorridendomi.
«Abbastanza.» risi.
«Ehi, aspetta un secondo, sei sporca.» gli occhi mi uscirono fuori dalle orbite. Ero sporca? Dove? Come? Quando? Il mio peggior incubo soprattutto davanti ad un ragazzo. Nate rise, poi allungò un braccio e con le sue dita mi pulì le labbra con un movimento molto sensuale. Lo vidi arrossire, poi si ritrasse.
«Ecco.» disse, tornando a mangiare.
«Grazie.» gli risposi con un po' di imbarazzo.
«Mi mancherai, Norah.»
«Anch-» mi bloccai «TU?!» urlai. Nate si girò verso la persona che stavo fissando da qualche secondo. Graham era appena entrato, mano nella mano con una bambina.
«May!» urlò la bambina. Rimasi sorpresa dal sapere che lei mi conoscesse quando io non ricordavo minimamente chi era. Lasciò la mano a Graham e venne ad abbracciarmi.
«Oh May! Sono settimane che chiedo a quell'idiota di mio fratello di farmi conoscere la famosa May.» "Famosa May" mi aveva appena chiamata.
«Io non capisco..» sussurrai incredula. Nate ci guardò con la stessa confusione che avevo io in questo momento mentre Graham si limitò a restare immobile a vedere la scena. La bambina mi strinse ancora di più a sé, non avendo intenzione di lasciarmi andare.
«Sei davvero bellissima, May. Le foto non danno giustizia alla tua bellezza.» disse dopo. Allora capii che Graham aveva parlato di me a lei e le aveva pure fatto vedere che aspetto avessi, mentre a me non aveva mai detto nulla di avere una sorella. Altre bugie.
«Lei è Lou.» disse Graham, avvicinandosi. «Quella Lou.» puntualizzò.
«Lou..» sussurrai piano.
«Possiamo sederci qui con voi?» chiese Lou con dolcezza «Lo so che mio fratello non è di ottima compagnia, ma ci sono io che compenso!» rise. Nate mi guardò, come per dire "Assolutamente no." Ma era una bambina e non potevamo di certo deluderla a causa degli errori di suo fratello.
«Certo! Potete restare con noi.» rispose cordiale Nate. Fece spazio sulla panca di legno a Graham, mentre Lou restò con me. Li avevo di fronte. Entrambi. Occhi grigi contro occhi azzurri.
«Sono così felice di avere una sorella come te, May!»
«Lou, non spaventare May.» la rimproverò Graham.
«Non ascoltarlo, è sempre così nervoso da quando non ti vede spesso come prima ora che tu studi. Ma sai, forse è anche colpa mia. Lui vuole sempre pa-»
«Lou, smettila.» l'ammonì severo Graham. Lou gli lanciò un'occhiataccia e continuò il suo discorso senza che io potessi davvero fermarla. O forse non volevo fermarla.
«Graham vuole sempre passare molto tempo con me per recuperare il tempo perso, ma io gli dico sempre che dovrebbe passare del tempo anche con te. Quindi è colpa mia se ultimamente ti sta trascurando.»
«Oh, ehm stai tranquilla Lou.» non sapevo davvero che dire dopo quelle rivelazioni che io stessa non avevo chiesto.
«Lou, andiamo ad ordinare da mangiare e tieni chiusa quella bocca.» Vidi Nate agitarsi sul posto.
«Sì, andate ad ordinare. Io e Nate dobbiamo andare.» dissi, gentile.
«Ma è tutto qui! Non avete neppure mangiato!» la bambina osservava davvero molto..
«Lou, devi sapere che Nate deve partire e se perde l'aereo poi non potrà più andare quindi non possiamo trattenerci più del dovuto.» Nate annuì guardando Lou.
«Però May tu torni vero? Ci vedremo di nuovo?» chiese, triste.
«Oh, ma certo! Quando vuoi, vieni a trovarmi nella mia casa al mare così facciamo pure il bagno se l'acqua non è gelata.» le sorrisi.
«Okay!»
«Ciao, Lou. A presto.»

May - May 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora