Capitolo 4 - May 2
Cercai di tenere a bada il nervosismo sistemandomi il vestito che Graham aveva per forza voluto farmi indossare. Era grigio fumo e si abbinava perfettamente alla sua camicia sbarazzina. Sembravamo una vecchia coppia di persone sposate che non usciva mai senza essere coordinate. Graham d'altronde si era sistemato a dovere, sembrava un giovane imprenditore e non mostrava di certo la sua età. Era ansioso più di me, perché voleva fare bella figura ed essere accettato dalla mia famiglia. Vestito in quel modo sicuramente avrebbe fatto una bella impressione a primo impatto, anche se la mia famiglia conosceva Graham da due anni, da quando eravamo diventati amici. Il problema risiedeva nel mio succhiotto. Poteva compromettere l'operazione Amo Graham e non lo lascerò mai. Avevo cercato di coprirlo ma qualcosa si intravedeva lo stesso, allora avevo optato per aggiungere al look un foulard elegante. Speravo restasse al proprio posto per tutta la serata.
Parcheggiammo lontano da Nando's, all'angolo. Avevo sbirciato per vedere se fosse arrivato già qualcuno, ed in effetti mancavamo solo io e Graham.
Gli aggiustai il bottone della camicia e feci dei respiri per rilassarmi.
«Andrà tutto bene.» ripetei per l'ennesima volta a tutte e due.
«Sì, piccola. Andrà tutto bene.» mi prese per mano, intrecciando le nostre dita. «Forse è il momento di andare.» Annuii alle sue parole e mi lasciai trasportare da lui.
«Che la cena abbia inizio.» disse Graham quando svoltammo l'angolo e tutti ci guardarono con aria interrogativa. I loro occhi puntarono Graham con stupore poi si posarono sulle nostre mani intrecciate ed il mio intestino si contorse.
«Ciao Graham!» esultò Katy non appena fummo vicini. Gli saltò al collo come se io non ci fossi! E non era Graham sua sorella, ma io!
«Buona sera a tutti.» rispose lui cordiale, dando la mano a mio padre, a mia madre e a Richard, il fidanzato di mia sorella Joy.
«Grazie per aver accompagnato Norah.» rispose Joy con un tocco di nervosismo. Sembrava quasi che non lo volessi lì.
«Oh, Graham rimarrà con noi.»
«Non ne vedo il motivo.» mi punzecchiò subito dopo Joy.
«Sarà fantastico!» rispose Katy, andando ad aggrapparsi al braccio libero di Graham. Stavo odiando le mie sorelle.
«Ma smettila, Katy. Questa è una cena di famiglia, non sono ammessi estranei.» Joy stava continuando la sua battaglia ma Richard le mise una mano sulla schiena per calmarla. Rimasi sorpresa dal suo comportamento, non mi aspettavo di certo una reazione così da lei! Era più probabile che l'avessero fatta i miei genitori, ma non Joy. Era strano. Sentii Graham irrigidirsi, era in difficoltà proprio come me.
«Graham non è un estraneo, Joy. Graham è il mio fidanzato, stiamo insieme da un paio di mesi ma volevo dirvelo in altro modo. Visto che Joy sembra voglia fare la schizzinosa stasera, ha rovinato la nostra sorpresa.» tutti rimasero basiti da quelle parole, mia madre non tanto. Era l'unica che in fondo aveva capito cosa ci fosse tra me e Graham già da molto tempo, prima che diventassimo qualcosa di serio.
«Sei il benvenuto, Graham.» mio padre gli diede una pacca sulla spalla e Graham sembrò rilassarsi. «Adesso andiamo dentro, non vorrei rischiare di farvi ammalare per il freddo.»
Superato questo enorme scoglio, mi trovai seduta tra Graham e mia sorella Katy che sembrava adesso odiarmi. Era l'unica a non avere un fidanzato e l'unica ad abitare ancora a casa dei genitori, nonostante fosse la sorella di mezzo tra me e Joy. Insomma, la cena aveva fatto fiasco prima di iniziare. Ordinammo delle pietanze diverse mentre Richard e papà iniziavano a sorseggiare un po' di vino. A me non piaceva, neppure a Graham.
«Quindi ora state insieme.» esordì Katy dopo un lungo tempo.
«Sì, stiamo insieme.» confermai con molta enfasi. Chissà perché sentivo di essere gelosa di come mia sorella fissava Graham. Una voleva portarselo a letto e l'altra voleva ucciderlo. Non sapevo bene di chi avrei dovuto avere più paura.
«Richard, alzati, vieni accanto a me.» Joy aveva interrotto la conversazione con Katy, come al suo solito, voleva sentirsi al centro dell'attenzione. Stava per dare il suo annuncio. Graham mi strinse la mano da sotto il tavolo ed io mi girai verso di lui sorridendogli. Ricambiò subito con uno sguardo dolce e indifeso.
«È giunto il momento di rivelarvi il motivo per cui voi siete qui: io e Richard ci sposiamo.» si alzò un boato di applausi e congratulazioni, ero felice per lei. D'altronde se lo meritava, era stata sempre alla ricerca di una famiglia e adesso il suo sogno stava per avverarsi.
«Non sarai per caso incinta?» intervenne ridendo mia madre.
«No, mamma. Non sono in dolce attesa, ma dopo il matrimonio chissà. Potrebbe arrivare il tuo primo nipote.»
«Oh, bene bene. Diventerò nonna ben presto!» l'atmosfera sembrò rilassarsi e mangiammo serenamente tra chiacchere e frasi divertenti.
«Allora, che lavoro fai?» chiese mio padre a Graham quando ebbe finito di mangiare il suo ultimo boccone.
«Al momento frequento la stessa università di sua figlia, i progetti sono molto ambiziosi per entrambi.»
«Quindi vieni mantenuto dalla tua famiglia.» Graham storce il naso infastidito da quella frase, nessuno era a conoscenza del suo passato, nessuno sapeva che per vivere e mantenersi all'università combatteva clandestinamente perché il padre lo aveva sfrattato definitivamente.
«Diciamo di sì.»
«Adesso si è fatto tardi, dobbiamo andare.» intervenni, cercando di alleggerire la tensione che si era creata.
«Sì, è tardi. Andiamo amore.» Salutammo tutti, ormai la cena era finita.
«Spero di vederti presto, Graham.»
«Ci conti.»In fin dei conti era andata bene, insomma mi sarei aspettata di peggio. L'unica ad essere stata riluttante all'idea di avere Graham lì, era stata Joy. Non credo fosse gelosa, lei stava per sposarsi e al dito teneva un anello tanto costoso quanto una Ferrari. C'era qualcosa sotto, qualcosa di cui non ero a conoscenza.
«Stai bene?» chiese Graham quando fummo in macchina.
«Sì, adesso sto meglio.»
«Stai tranquilla, è andata bene. E poi onestamente, non mi importa tanto piacere a loro. Io voglio piacere a te.»
«Graham, tu mi piaci e anche parecchio. Tu lo sai.»
«Oh, be'. Dovresti dimostrarmelo.»
«Ma fai sul serio?» gli chiesi riferendomi a quello che avevamo fatto tutto il giorno.
«Scusa, ho una memoria così breve...ho bisogno di una ripassatita.»
«Graham!» squittii.
«Oh, forse hai bisogno tu di una ripassatina. Sei così in ansia, ti farò rilassare.» rise divertito.
«Sei insaziabile!»
«Tu di più, ingorda!»
«Ehi!»
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May - May 2
ChickLitMAY Bukowski scrisse: "Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole." Aveva ragione. Quando Norah May Alcott mi teneva tra le sue braccia, stretto al suo corpo caldo, le parole non servivano. Curava le mie cicatrici con la forz...