May
Capitolo 18
Stavo quasi per uscire dalla porta, facendo silenzio per non svegliare Graham ancora dormiente sul divano. Volevo prendere la mia macchina e arrivare all'università da sola, senza di lui. Anche se condividevamo lo stesso tetto, lo stesso professore e la stessa aula, queste cose non mi obbligavano a stargli dietro come una madre apprensiva. La vita era la sua, io gli stavo offrendo solo l'opportunità di una nuova sistemazione e una nuova possibilità nel farsi perdonare gli errori commessi. Certo, questo non significava mettersi di nuovo con lui e soffrire ancora. Durante la notte non avevo chiuso occhio, i miei pensieri vagavano da un posto all'altro. Avevo immaginato una vita assieme a Nate, una stabilità solida, una famiglia. Poi era apparso Graham, e nonostante tutto, era lui la mia stabilità, la mia famiglia. Eravamo un disastro, entrambi, questo era giusto ammetterlo. Ma almeno non distruggevamo nessuno stando assieme, se non noi stessi. Il problema era solo uno: Graham. Lui era riuscito ad entrarmi nelle vene, ad infettare il mio sangue. Lui era rimasto dentro me fin da quella notte, quando disse che stava facendo l'amore con me per la prima volta in tutta la sua vita, quando c'eravamo amati, coccolati, soddisfatti a vicenda. Lui era entrato dentro di me e c'era rimasto. Graham era parte di me, questo non potevo negarlo né a me stessa né alla realtà. Principe azzurro o meno, errore o meno, io lo amavo. Amavo Graham più della mia stessa vita ed era inutile andare avanti con questa falsa, prendere in giro Nate e me stessa. Dovevo mettere le cose in chiaro con tutti, perché stanotte l'avevo fatto con me stessa. Adesso avevo capito ciò che volevo.
«Adesso so cosa voglio.» mormorai a me stessa. Avevo ripetuto "a me stessa" mille volte, non stavo cercando di convincermi, volevo solo essere sicura di ciò che desideravo avere. Ed era lì, che stava dormendo sul mio divano, indifeso e dolce. I capelli erano più lunghi di quanto ricordassi, i tratti più a uomo, le gambe più lunghe e il respiro leggero. Era cambiato in tutto, non solo fisicamente ma anche mentalmente e questa cosa mi attraeva sempre di più. Stava migliorando e il mio amore cresceva sempre di più perché avevo amato i suoi difetti prima, non avevo nulla da temere ora. Feci un bel respiro e richiusi la porta. Non potevo andarmene senza di lui. Così mi avvicinai leggera al suo corpo ed iniziai a chiamarlo.
«Graham..sveglia.» dissi, scuotendolo di poco con un dito. Ma nulla, non si muoveva.
«Graham, faremo tardi e tu hai un esame!» ritentai alzando il tono di voce, ma nulla. Sembrava avere i tappi alle orecchie. Allora mi avvicinai al suo volto..Dio com'era bello. Gli sfiorai il naso, poi le labbra..mi morsi le mie, perché avevo pensieri poco adeguati e il solo fatto di averli pensati mi fece salire la temperatura corporea.
«Graham..» lo richiamai, avvicinando la mia bocca al suo orecchio. All'improvviso due mani mi strinsero i fianchi con forza e non so come ma in pochi attimi mi ritrovai sotto di lui con due occhi blu puntati sui miei. Respirai a fatica, non perché fosse pesante, ma perché Graham mi mandava in estasi anche solo sfiorandolo. Ero stata così tanto tempo lontana da lui che ora mi sembrò un sogno.
«Buongiorno, Principessa.» disse, sorridendomi.
«È tardi, dobbiamo andare.» mi costrinsi a interrompere quel momento quasi magico prima di commettere qualcosa di cui poi potevo pentirmi.
«Lotterò per riaverti, May. Tu sei sempre stata mia, dal primo giorno.» fece una pausa, ma avvicinò il suo viso al mio come a volermi baciare..il mio respiro si fece corto, lui lo trattenne. «Andiamo con la mia macchina. Non c'è bisogno di arrivare separati.» lui era sveglio, lui aveva capito le mie intenzioni. Se fossi uscita da quella porta mi avrebbe fermata.
«D'accordo.» accettai volentieri.-
Farsi vedere con Graham era una soddisfazione, perché le ragazze del mio corso avevano puntato gli occhi su di lui, fissandolo per tutto il tempo durante il suo esame con il prof. di chimica. A proposito di questo, era stato bravissimo. Lo aveva superato con quasi il massimo ed era ritornato a sedersi accanto a me. Mi aveva pure ringraziato dandomi un bacio sulla guancia ed io ero diventata rossa come un pomodoro. Ma onestamente..adoravo la sua compagnia. Lo odiavo, questo era vero. Lo amavo, questo era vero. Ma tra odio e amore c'era la distanza di un bacio. E più stavo con Graham, più la mia voglia di baciarlo era immensa. Lui l'aveva capito..non mi rendeva di certo la vita più facile ora che stavamo seduti in mensa a mangiare per pranzo, l'uno accanto all'altra.
«Sembri davvero felice, Graham. Sono contenta che tu abbia superato il test del prof.» gli dissi mentre infilavo in bocca un pezzo di mela.
«Non sono felice per questo.» scosse la testa, sorridendo.
«A no?»
«No.» rispose, facendo il misterioso. Nel frattempo alcune ragazze del mio corso ci stavano fissando insistentemente. Volevo ucciderle onestamente. Stavano mangiandosi Graham con gli occhi.
«Non farci caso.» disse poi, scuotendo la testa.
«A cosa?» chiesi confusa.
«Non essere gelosa, lo sai che amo te. E poi sono felice perché ci sei tu.» poteva essere così dolce?
«Non sono gelosa!» risposi in mia difesa.
«Ecco, lo sapevo che stavi guardando quelle ragazze che mi fissano da ore. Onestamente mi porta anche un po' fastidio. Non le noterei neppure, hanno un bel fisico ma un buco al posto del cervello.» risi «Tu invece sei bellissima e amo il tuo modo di pensare, tu non sei vuota, sei piena.
Piena di vita, di battiti, di tutto.»
«Mi stai facendo troppi complimenti oggi.» rise.
«Posso fare una cosa? Solo se me lo consenti, così quelle oche la smetteranno di ridere e far pensieri poco carini su di me.»
«Cosa vuoi fare?» lui scosse la testa
«Qualcosa che forse ti darà fastidio, ma devo farlo perché non resisto più. Scusami.» Graham mi prese il viso tra le sue mani e con velocità era già sulle mie labbra a baciarmi ancora e ancora. Era per far allontanare le oche vero? Allora ricambiai con più passione, stringendo le dita tra i suoi capelli. Il suo sapore..non ricordavo niente di più dolce e sublime di quello. Non volevo staccarmi..Graham neppure. Nessuno dei due voleva interrompere quel bacio. Nessuno dei due lo fece.
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May - May 2
ChickLitMAY Bukowski scrisse: "Era bello che fosse lei a stringermi, a lasciar perdere le parole." Aveva ragione. Quando Norah May Alcott mi teneva tra le sue braccia, stretto al suo corpo caldo, le parole non servivano. Curava le mie cicatrici con la forz...