Mal che vada cadrai sulle stelle

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Se glielo avessero detto a settembre, che avrebbe lasciato la sua ragazza, che avrebbe iniziato a realizzare il suo sogno in quella scuola, che avrebbe poi trovato la persona che amava davvero, avrebbe detto che era tutto uno scherzo.

Più i giorni passavano e più sentiva i suoi sentimenti crescere, quasi sconvolto che potesse essere possibile. Lui non poteva amare, non ne era in grado, almeno non così tanto.

Eppure era assurdo quanto il cuore gli battesse ogni volta che ce l'aveva di fianco, ed era assurdo quanto il suo cuore si stringesse quando lei era giù di morale.

Come quel giorno, in cui tutti i ballerini l'avevano trattata come l'ultima ruota del carro. Come quella fortunata già tanto per stare lì, perché non lo aveva meritato.

«Non puoi pensare di stare alta in classifica» le aveva detto Serena, con la sua solita schiettezza un filo tossica. «È già tanto che sei ancora qua».

Cosmary non aveva risposto, lei era così, non avrebbe mai alimentato un litigio. Lui l'aveva guardata in disparte, incapace di dire qualcosa per difenderla, complice anche il fatto che avrebbero semplicemente ribattuto dicendo che lui era di parte, che non era obiettivo.

In realtà, secondo il suo parere, chi non era obiettivo era proprio Serena, così come il resto dei ballerini.

Non pensava che Cosmary meritasse il primo posto, ma era sicuro che non meritava l'ultimo. Non avevano visto in cosa era brava, si erano limitati ad osservare il personaggio che le avevano costruito attorno.

Era quella che doveva impegnarsi più di tutti per risultare come minimo accettabile, portandosi dietro la fama di chi era il nuovo esperimento scolastico della maestra Celentano.

Quando l'aveva vista alzarsi e prendere il plaid per andare fuori gli si spezzò il cuore. Stava chiaramente trattenendo le lacrime e voleva tanto seguirla ma gli aveva già fatto cenno di no.

Lo rispettava, assolutamente, ma voleva anche poterle stare accanto e farle capire che lei valeva così tanto. Per lui ma anche per la maestra, che non accennava a mandarla via e che era sempre più soddisfatta di lei.

«Potevi evitare» disse verso Serena.

«Non sono l'unica ad averla messa ultima, altrimenti non sarebbe lì» commentò.

Alex davvero non riusciva a credere quanto potesse essere competitiva quella ragazza, così tanto da perdere la lucidità e usare toni e parole che non le appartenevano più di tanto.

«Sei l'unica ad averle detto che non vale nulla, che è già tanto se è qui. E non è la prima volta che lo fai» rispose allora, sempre più arrabbiato.

«Ma tu da quando sei un esperto di danza?» rise, facendo ridacchiare anche Alice, che era al suo fianco.

Ecco, se lui avesse dovuto fare una classifica, di sicuro non avrebbe messo Cosmary dopo Alice.

«Riesco a capire cosa mi emoziona» disse. «E dato che non mi sembri che la Carola della situazione, tu non punti alla tecnica e alle linee ferree della danza, di cui potrei capire meno».

Era furioso, e se c'era una cosa che lo contraddistingueva, era che non riusciva a tenersi i pensieri per sé.

«E che tipo di emozioni provi?» chiese Serena, con un sorriso malizioso che faceva già capire tutto. «Di certo non ti commuove quando balla sui tacchi» continuò. «Quindi direi di non far parlare l'ormone e lasciare a noi che di danza ne capiamo».

Quello era stato troppo. Così tanto che nella casetta era calato il silenzio.

Albe aveva scosso la testa e se ne era andato, per non litigare con la sua ragazza. Era quello il metodo che adottava spesso, quando non era d'accordo con lei, cosa che Alex non condivideva per nulla. Non parlare, non risolvere e non esporsi non portava a nulla.

take my hand and hold it - cosmexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora