Sempre qui

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Alex ci mise un po' a farsi perdonare da Cosmary, impiegò tanto impegno, tanto tornare sui suoi passi e anche un po' venire allo scoperto.

La sera di Capodanno la ragazza lo aveva mandato via in malo modo, con la voce chiaramente rotta dalle lacrime e senza alcuna voglia di sentire qualsiasi scusa avesse preparato Alex.

Tuttavia, era davvero difficile resistere a quel ragazzo, era complicato restare indifferente davanti a tutti i suoi sforzi, ai suoi buongiorno con tanto di colazione pronta e la sua buonanotte con la tisana alla melatonina.

Era sempre lì, che la ascoltava al ritorno di ogni prova, che la supportava prima di ogni lezione, che la sosteneva in disparte.

Per quanto la questione "in disparte" desse fastidio a Cosmary, dovette ammettere a se stessa che stava soltanto levando del tempo prezioso a loro due e che non aveva senso litigare lì dentro, dove niente era sicuro, tranne che i loro sentimenti.

«Non ho scuse» aveva detto Alex una sera, mentre erano seduti sulla loro panchina, prima di andare a dormire.

Cosmary gli sorrise dolcemente. «È passato, tranquillo».

Alex scosse la testa, con quella sua aria seria che raramente si toglieva da dosso. «Ho sbagliato, tu mi avevi detto che era importante per te e io mi sono fatto prendere dalle mie paure, dal parere degli altri, quando è il tuo quello che mi interessa».

La tirò a sé e - per la prima volta - non fece caso se ci fosse qualcuno nei paraggi, non controllò se la camera gialla fosse vuota e non pensò a nulla se non che desiderava quel bacio più di qualunque altra cosa al mondo.

E allora Cosmary si convinse che tutto quello non aveva senso, che litigare non serviva a nulla e che di certo Alex non stava giocando con i suoi sentimenti, come chiunque altro in passato.

Passarono gli ultimi giorni delle vacanze di Natale sempre insieme, catturando gli sguardi dei compagni, che in un tacito accordo avevano tutti deciso di non dare fastidio ai due ragazzi.

E come ogni volta prima di una puntata, erano in sala relax a darsi forza a vicenda, a spronarsi.

Anche questa volta Cosmary non sarebbe entrata in studio con gli altri, per via della maglia sospesa. Era strano, ansioso, non poter essere nei banchi con i suoi compagni. Era assurdo stare lì ad aspettare che la chiamassero, senza vedere nulla, senza sapere cosa stesse succedendo.

Quando poi annunciarono che ci sarebbe stata una possibile nuova alunna, iniziò ad avere davvero tanta paura. La maestra poteva sostituirla senza problemi, poteva prendere qualcuno che rientrava molto di più nei suoi gusti, a cui non doveva sospendere la maglia una settimana sì e l'altra pure.

In quel momento, mentre l'ansia le stava consumando le mani, distruggendosi pellicine e unghie a causa dei suoi tic nervosi, avrebbe tanto voluto avere Alex accanto a sé.

La sua voce le metteva tranquillità, era sempre pronto a dire la parola giusta, a regalarle lo sguardo più consono e a limitare i suoi nervosismi. Oltre le sigarette, ogni volta che la vedeva in preda all'ansia mentre si torturava le mani le dava un piccolo colpetto, facendola smettere.

«Cosmary vai, è il tuo turno» la chiamò qualcuno dal telefono della produzione. C'era chi era in grado di riconoscere le voci e associarle a dei nomi anche se non avevano mai visto queste persone, ma per lei era davvero impossibile ricordare tutti.

Fece un grosso respiro e corse in studio con il cuore che batteva forte in petto, ma - forse per la prima volta da che era lì - pronta più che mai.

«Sei stata bravissima» le disse Alex, appena la registrazione finì e tutti si dirigevano verso la casetta.

Lo ringraziò con un abbraccio veloce, senza smettere di camminare per il corridoio della scuola, consapevole che quella calma che stava sentendo tra i suoi compagni sarebbe svanita non appena avrebbero messo piede in casetta.

take my hand and hold it - cosmexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora