Capitolo 13

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"Dopo quello che è successo e quello che abbiamo provato, te ne esci così. Certo che sei proprio un coglione." - sputò fuori Mattia con le labbra che tremavano appena.

Christian si girò a guardare l'amico che lo stava incenerendo con lo sguardo.
"Sai che non volevo illuderti Matti, sai anche che non sto giocando con te con l'intento di ferirti...ma sembra che tu non riesca proprio a capire quanto sarebbe difficile per me mandare avanti questa cosa." - disse il moro con un pizzico di nervosismo nella voce.
"Chri, se stai cercando di non ferirmi sei fuori strada. Capisco quanto possa essere difficile per te, non credere che per me sia semplice...ma io non sono così codardo da scegliere di non vivermi una cosa per paura." - incalzò Mattia, alzandosi dal letto con uno sguardo pieno di rabbia e dirigendosi verso il bagno, per poi chiudercisi dentro dopo aver sbattuto la porta senza aspettare che l'altro rispondesse.

Christian rimase a letto, a fissare il soffitto e a riflettere. Ciò che era successo quella sera gli aveva fatto provare emozioni così forti da aggiudicarsi il primato tra tutto ciò che era stato in grado di provare in 19 anni di vita.
E sarebbe stata una menzogna affermare che non aveva desiderato che accadesse anche prima e che, soprattutto, in quell'esatto momento stava desiderando di volerlo ancora, ogni notte.
Ma aveva paura, una paura fottuta di confrontarsi con se stesso e con il mondo fuori. Un conto era condividere con Matti quelle emozioni tra quattro mura e lasciarle lì, segrete...un altro conto era trovare il coraggio di renderle visibili a tutti. Ma più di tutto, più di tutti, lo spaventava se stesso...la paura di non essere in grado di gestire quel cuore dolce e fragile, tanto fragile. La paura di ferirlo e vederlo frantumarsi sotto i suoi occhi e per colpa sua, la paura di vedere quegli occhi blu incupirsi e perdere la loro luce.
Purtroppo, però, questa paura si stava facendo viva nel suo cuore anche dopo quella sfuriata che aveva appena ricevuto.

'Ho sbagliato tutto, non avrei dovuto espormi così tanto...ho solo complicato le cose.' 
Erano queste le parole che si ripeteva Christian tra sé e sé mentre, con le poche forze che gli erano rimaste in corpo dopo ciò che era accaduto su quel letto, cercava di tirarsi su per dirigersi verso la porta del bagno. Una volta lì davanti si rese conto che l'acqua della doccia non scorreva più e che quindi Mattia aveva sicuramente già finito di lavarsi, perciò appoggiò la fronte sulla porta e con un filo di voce lo chiamò: "Matti?"

Non ci fu nessuna risposta dal biondo.

"Matti?" - ripetè Christian sospirando.

Nessuna risposta.

"Perdonami, ho sbagliato tutto." - si fece sfuggire il moro, mentre cominciava a sentire un formicolio alle mani. Non sarebbe stato in grado di reggere un altro litigio con lui, aveva bisogno di sentirlo al proprio fianco e, soprattutto, non aveva intenzione di vederlo stare male per colpa sua.

Ma anche quella volta Mattia non rispose.

Per un attimo Christian pensò che forse Mattia si era sentito male, non sentiva alcun rumore provenire dal bagno. Quell'ipotesi gli fece venire la tachicardia, perciò prese a sbattere il pugno sulla porta.
"Matti ma stai bene? Aprimi." - disse con tono preoccupato.
Non fece passare neanche due secondi prima di sbattere di nuovo sulla porta.
"Matti mi sto preoccupando, tutto bene? Aprimi per favore." - cominciava a non riuscire più a gestire l'agitazione. Il cuore gli batteva velocemente e le mani sudavano, le sue gambe tremavano e il respiro era accelerato.
"Apri Matti, dimmi che stai bene." - provò a dire con le parole che gli morivano in gola per la preoccupazione.

Mattia, nel sentire quel tono così apprensivo, decise di asciugarsi le lacrime che gli stavano rigando silenziose il viso ormai da molti minuti ed uscire, per tranquillizzare il moro prima che potesse buttare giù la porta.
Nell'esatto momento in cui Christian sentì girare la chiave nella serratura si mise sull'attenti, non appena si trovò davanti l'amico ancora in accappatoio gli gettò subito le braccia al collo.

"Madonna mia, Mattia. Mi hai fatto prendere un colpo." - disse mentre lo teneva stretto a sé e tirava un sospiro di sollievo.
Mattia rimase in silenzio e con la braccia lungo il corpo, senza ricambiare l'abbraccio.
A quel punto Christian si allontanò il giusto per poterlo guardare negli occhi e prese a toccargli le braccia, come per controllare che fosse tutto intero.
"Stai bene?" - disse cercando di non risultare troppo patetico, ma ponendo più attenzione sul naso e sugli occhi arrossati si rese conto che di sicuro non stava così bene, aveva pianto.

"Non piangere per me, non lo merito." - aggiunse il moro accarezzandogli leggermente la guancia con il pollice.
"Hai ragione, non lo meriti." - rispose il biondo con un filo di voce, mentre si divincolava dalla presa dell'altro e si dirigeva verso l'armadio dandogli le spalle.

Christian accusò il colpo in silenzio, non aveva il diritto di controbattere. Abbassò la testa ed entrò in bagno per farsi una doccia, forse l'acqua avrebbe lavato via pure il dolore che sentiva all'altezza del petto in quel momento. Faceva proprio male.

~

Quando Christian uscì dal bagno trovò Mattia già addormentato, si prese qualche secondo di tempo per osservarlo...era così tenero e indifeso, sembrava un bambino.
Aveva ancora il viso un po' arrossato dal pianto e notare quella cosa causò in Christian un dolore sordo allo stomaco, che sentì chiuso in una morsa.
Come avrebbe potuto recuperare tutto?

Con mille pensieri per la testa, anche Chri si mise a letto.

~

Il giorno seguente il primo a svegliarsi fu sempre Christian, che per la verità aveva dormito ben poco. Si era girato e rigirato tutta la notte cercando la posizione adatta, maledicendosi per aver pensato, più di una volta, che forse avvicinarsi a Mattia e abbracciarlo l'avrebbe aiutato a dormire serenamente.
Il biondo era ancora nel mondo dei sogni, nella stessa identica posizione in cui si era addormentato la sera prima, con le labbra leggermente dischiuse e qualche ciocca di capelli sparsa disordinatamente sulla fronte.
Dio se era bello, uno spettacolo.

Christian si imbambolò a guardarlo per qualche secondo, per poi lasciarsi cadere sulla schiena amareggiato e sussurrare tra sé e sé:
"Che cazzo di coglione che sono."

"Concordo." - disse flebilmente ma in maniera convinta il biondo, che aveva ancora gli occhi chiusi ma era stato evidentemente svegliato dal tonfo che aveva fatto l'altro sul materasso.
Christian non riuscì a far altro che sorridere, nonostante l'insulto, era contento che lui gli avesse rivolto la parola...aveva paura che sarebbe cominciata una guerra fredda tra di loro mentre, almeno per quel momento, preferiva farsi insultare ma sentire la sua voce, piuttosto che soffrirne il silenzio.

"Non volevo svegliarti." - ammise il moro.
"Non vuoi fare tante cose che invece fai." - incalzò il biondo girandosi per fulminarlo con lo sguardo. Christian sapeva si riferisse alla frase della sera prima, al fatto che aveva specificato di non volerlo illudere e di non volerlo ferire, ed invece lo stava facendo...e si odiava per quello.
"Posso rimediare?" - chiese Christian con un'espressione triste in volto.
"Potresti, se ne avessi il coraggio. Ma non lo hai, quindi no." - affermò Mattia lapidario, era proprio incazzato nero.

Ma non era da biasimare, la notte precedente si erano abbandonati ad un'intimità che li aveva fatti sospirare con forza, che aveva provocato brividi lungo la loro pelle, che gli aveva fatto bruciare nello stomaco una sensazione di desiderio imponente, che aveva scaldato i loro cuori e che aveva fatto brillare i loro occhi...perché brillavano, brillavano anche quelli di Christian...e Mattia se ne era accorto. Proprio per quel motivo non riusciva a farsene una ragione per il comportamento che aveva adottato subito dopo, distaccato, quando con leggerezza aveva affermato che sarebbero tornati ad essere solo amici.
Come poteva dire una cosa del genere dopo quello che avevano appena condiviso?

"Io ti voglio davvero bene fra, sul serio." - disse il moro supplicandolo con lo sguardo, come per chiedere una tregua dal comportamento e dal tono tagliente che aveva assunto Mattia dalla notte precedente.
"Non mi chiamare fra." - sputò fuori con rabbia Mattia.

// eccomi qua, spero che questo capitolo vi piaccia...fatemelo sapere con qualche commentino se vi va.
Un bacio.

Fratelli o poco più - ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora