Capitolo 22

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"Sopra ci sto io principino, oggi è stata un'eccezione."

"Ho l'impressione che questa eccezione ti sia piaciuta da morire." - lo prese in giro il più piccolo.
"Sei tu che mi piaci da morire." - si lasciò sfuggire Christian.

Mattia sorrise imbarazzato e le sue guance si colorarono di un rosso acceso.

"Troppo dolce per i tuoi gusti?" - indagò allora il bergamasco.
"Un po', ma oggi io ho fatto di peggio." - disse con occhi birbanti.
"Allora te ne sei reso conto..." - declamò il moro sgranando leggermente gli occhi.
"Christian, so di essere un po' imbranato a volte, ma non così tanto da non rendermi conto di ciò che esce dalla mia bocca." - scherzò.
"Ah...e quindi?" - incalzò il più grande.

Aveva bisogno di conferme.

E, ad essere sincero, non sapeva neanche che reazione avrebbero scatenato in lui quelle conferme che chiedeva, non sapeva se l'avrebbe presa bene o male, se si sarebbe sentito felice o avrebbe avuto voglia di scappare, se si sarebbe imbarazzato o no.
Non sapeva niente di tutto questo, ma sapeva che quella parola 'amore' pronunciata dalle labbra di Mattia, era stata forte e bruciante come uno schiaffo in pieno viso, quando meno te lo aspetti.
E Christian lo sapeva che gli schiaffi fanno male, ma quella parola era stata così forte che effettivamente gli aveva fatto male.

Un dolore così ingarbugliato con la felicità più assoluta, che non sapeva più distinguere l'uno dall'altra.

"Cosa vuoi sapere Chri? Se quella parola la sentivo veramente o mi è scappata a causa del momento e me ne sono pentito?" - chiese Mattia con tono sereno.
"S-sì, vorrei sapere questo." - confermò il moro, un po' stranito dalla leggerezza con cui Mattia avesse esposto la sua paura prima ancora che lui potesse esprimerla.
"Non te lo dirò Christian, non adesso. Non ti dirò se quella parola la sento davvero o no, perché ho l'impressione che in un modo o nell'altro, qualsiasi possa essere la mia risposta, potrei rovinare tutto. E io non voglio rovinare ciò che è appena successo."

Christian rimase stordito.

"Quando potrò sapere se eri cosciente o no?" - chiese il più grande.
"Quando e se mi ricapiterà di dirla di nuovo." - gli rispose facendogli una linguaccia giocosa e provocatoria allo stesso tempo.

Mattia voleva evidentemente scherzare, voleva che tra loro le cose rimanessero leggere e Christian, nonostante avesse il cuore in gola ripensando a quel momento, decise che era il caso di assecondarlo.

"Okay stronzo." - concluse allora scherzando.

Mattia rise.

"Ci vuoi andare al mare?" - chiese il più piccolo.
"Andiamo, anche perché una giornata intera da solo con uno stronzo come te non la voglio passare." - si lamentò Christian mentre si alzava dal letto e cominciava a sistemarsi.
"Ma smettila, hai passato una mattinata in preda al piacere...ammettilo." - lo schernì il biondo.

Christian si girò di scatto verso di lui, era stordito dalla sua sfacciataggine e dalla sua tranquillità. Ma, come si era già detto, lo avrebbe assecondato in quel clima di leggerezza e gioco.

"È stato piacevole dai." - gli disse minimizzando.
"Piacevole? Fammi il favore. Forse vorrai dire la migliore scopata della tua vita." - disse in tono più serio il barese.
"Neanche lontanamente la migliore e, comunque, mi avevi promesso altro...non una scopata." - lo provocò facendogli l'occhiolino.

Mattia rimase un attimo in silenzio, alla ricerca di una risposta adeguata tra gli ingranaggi del suo cervello. Una risposta che non suonasse fuori luogo e che non rovinasse quell'atmosfera scherzosa.

Ma la verità era che non aveva nessuna risposta del genere.

"Vatti a preparare va." - fu l'unica cosa che riuscì a dirgli, cercando di mimare un tono sarcastico.

Fratelli o poco più - ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora