Capitolo 10

1K 51 11
                                    

"Non aspettavi altro, eh?"
"Coglione." - rispose il biondo sulle sue labbra.

"Io non posso continuare a baciarti però." - esordì Christian a bassa voce.
"Che vuol dire?" - chiese Mattia inclinando la testa di lato con un'espressione curiosa ed anche un po' preoccupata.
"Questo. Che non posso continuare ad essere io a baciarti, dovrai pur farlo tu qualche volta." - rise appena, muovendo le labbra contro quelle di Mattia nel pronunciare quelle parole.
"Io non lo faccio per non metterti a disagio, per non portarti a fare qualcosa che non ti senti di fare e per lasciarti il tuo tempo." -  rispose il biondo allontanandosi leggermente e facendo scorrere il pollice sul viso dell'altro, carico di lentiggini che lo rendevano ancora più affascinante ai suoi occhi.
"Sei dolce." - quelle parole di Christian suonarono particolarmente affettuose, accompagnate da un sorriso ed uno sguardo tenero rivolto al più piccolo.
"So essere anche tante altre cose oltre che dolce." - disse alzando un sopracciglio con malizia. Poi aggiunse: "...ma con te questa è la cosa che mi riesce meglio." - confessò continuando a disegnare dei cerchi immaginari sulla guancia del moro.
"Ho paura che nonostante stiamo cercando di proteggerci a vicenda ci faremo del male." - ammise Christian portando la testa di lato per appoggiarla completamente al palmo della mano di Mattia e chiudere gli occhi.
"Il rischio c'è, ma come dicevo prima...alcuni rischi vale la pena correrli."
"Io ne valgo la pena?" - chiese Christian riaprendo gli occhi per scrutare la sua espressione.
"Tu vali anche più che questo rischio Chri."

Christian lo guardò nei suoi occhi celesti e profondi, e pensò che erano proprio belli cazzo.

"Andiamo a casa?" - chiese Christian dopo una manciata di secondi di silenzio nei quali si era concesso di sentir rimbombare le ultime parole di Mattia nella sua testa.

Mattia, in risposta, annuì.

~

Durante tutto il viaggio di ritorno, prima in motorino e poi a piedi, Mattia aveva avuto la testa impegnata nella raffigurazione di mille scenari diversi...tutti però portavano a galla un'unica enorme paura: Christian si sarebbe pentito, sarebbe tornato sui suoi passi come aveva già fatto...questo gli suggeriva la sua testa.

Era una paura incontrollabile che lo frenava dal fare il primo passo, era per questo che aspettava fosse lui a baciarlo e, anche dopo averlo visto spingersi fino a quel punto, aspettava inesorabile il momento in cui si sarebbe tirato indietro.

Accompagnato da quelle paranoie varcò l'entrata della camera in Accademia, guardava Christian muoversi con disinvoltura e tranquillità, riviveva le immagini e le sensazioni di poco prima in spiaggia e cercava di convincersi che le loro labbra si erano veramente scontrate e che se Christian sembrava così tranquillo forse avrebbe dovuto esserlo anche lui...almeno per quella sera.

"A che pensi?" - gli chiese il moro, sottraendolo ai suoi pensieri.
Mattia scosse la testa come per liberarla prima di parlare.
"A niente, mi chiedevo se gli altri fossero rientrati." - mentì spudoratamente.
Christian rispose con un mugolio poco convinto, era sicuro ci fosse dell'altro dentro quella testolina bionda ma non voleva costringerlo a parlare visto che non sembrava affatto volerlo fare.

Si spogliarono dei vestiti della serata sotto gli sguardi fugaci dell'altro, facevano a gara a chi riusciva a scorgere l'altro nella fioca illuminazione che la luna, le stelle e i lampioni notturni regalavano a quella camera. Era strano in quel momento ritrovarsi in quello spazio così piccolo, in silenzio, con i cuori ancora appesi al ricordo del bacio.

"Rischio di eccitarti troppo se dormo solo con i boxer? Non ho voglia di sentire caldo." - disse Christian rompendo il silenzio, con un tono ironico ma che lasciava esplicitamente trasparire della malizia.
"Quello che deve preoccuparsi sei tu, al solo pensiero di condividere il letto con un figo come me dovresti arrossire." - rispose Mattia con sfacciataggine, caricando le parole di una presunzione che in realtà non gli apparteneva.
Christian scoppiò in una risata che riempì la stanza.

Quanto gli piaceva sentirlo ridere.

Una volta a letto, Christian effettivamente in boxer e Mattia con una maglia bianca e dei pantaloncini grigi del pigiama, si misero entrambi su un fianco. L'uno verso l'altro, a specchio.

Mattia aveva una voglia matta di stringersi a lui, di dargli finalmente quel bacio che sembrava gli fosse quasi stato richiesto dal moro nella discussione avuta in spiaggia. Ma non ne aveva il coraggio, non sapeva fin dove poteva spingersi, non sapeva se il comportamento di Christian sarebbe potuto cambiare da un momento all'altro, se si sarebbe pentito di ciò che aveva fatto tornando sui suoi passi.
Non sapeva nulla...ed aveva paura di fare un passo falso che avrebbe rovinato tutto.

Intanto lo guardava, lo guardava senza nascondersi, tracciava linee immaginarie sul suo corpo scoperto come a volerne imparare a memoria i tratti. Era proprio bello...e il fatto che riuscisse a notare quella bellezza lo metteva un po' a disagio, lo portava a chiedersi se ci fosse qualcosa di sbagliato in lui per portarlo a guardare con quegli occhi il suo amico.

"Le hai contate tutte?" - gli chiese Christian a bassa voce, con un sorriso sulle labbra.
Mattia distolse lo sguardo dal suo petto per portarlo sui suoi occhi.
"Eh? Cosa?" - chiese confuso.
"Le lentiggini sul mio petto, sei riuscito a contarle tutte?"
Mattia arrossì violentemente, di un rosso che era visibile anche con quella poca illuminazione. Rimase un po' troppo in silenzio, senza sapere cosa rispondere.
"Mi piace quando mi guardi così." - proseguì quindi il moro.
"Così come?" - chiese con un filo di voce Mattia.
"Come se mi volessi."
"Puoi anche togliere il come Chri." - rispose il biondo in un soffio di coraggio.
"Mi vuoi davvero?" - chiese il moro spostandogli una ciocca bionda dal viso con delicatezza, con la voce che quasi tremava.
"Sì." - rispose Mattia con decisione, rabbrividendo in maniera evidente per il gesto dell'altro.

Christian, nel sentire quelle parole, si fece scappare un sorriso silenzioso e si prese il labbro inferiore tra i denti.
"Cosa vuoi in questo momento Matti?" - chiese prendendo a giocare con delle ciocche bionde mentre lo guardava intensamente.
"Te l'ho già detto, voglio te." - rispose il biondo con decisione. Non voleva tirarsi indietro, non in quel momento.
"Lo so, ma cosa vuoi da me?" - Christian sembrava volere una risposta più precisa.
Mattia impiegò qualche manciata di secondi per ragionare sulla risposta, aveva intuito dal tono di voce del moro che la domanda era più maliziosa che dolce, stava combattendo con se stesso per scegliere quale sarebbe stata la risposta migliore.

Christian intanto lo guardava negli occhi, balzava da una pozza blu all'altra con uno sguardo fremente, ad un certo punto fece un movimento quasi impercettibile con il capo come a volerlo incoraggiare a dare la risposta che gli stava passando per la testa senza rifletterci troppo.
Mattia si lasciò convincere.

"Voglio tutto. Tutto quello che ti senti di darmi."
"Ti accontenti di un bacio?" - incalzò Christian provocandolo.
"Questa sera no." - rispose con fermezza Mattia, aveva il cuore che batteva all'impazzata.
Stava compiendo due lotte: una con la sua testa per lasciarsi andare ad una sfacciataggine che non credeva di saper gestire, ed una con il suo corpo che sembrava attratto da quello del moro come fossero due poli di segno opposto.
E forse, in fondo, non era poi così lontano dalla realtà.

"E cos'altro vuoi Matti?" - la voce di Christian si stava facendo più profonda e le sue dita continuavano a giocherellare con i capelli dell'altro.
Mattia non aprì bocca.
Deglutì a vuoto.
Prese la mano di Christian allontanandola dai suoi capelli e, dopo essersi disteso completamente sulla schiena, lentamente la portò sul suo addome, intanto la sua testa era ancora rivolta verso Christian e i suoi occhi puntati sui suoi notarono una luce diversa in quelle iridi castane che ebbero come un guizzo.
Mattia si sentì incoraggiato da quella reazione e si decise ad accompagnare la mano dell'altro più in basso, all'altezza del suo cavallo, che nascondeva un rigonfiamento del quale non sapeva se vergognarsi o andare fiero.
"Vuoi che ti tocchi Matti?" - disse con un filo di voce Christian.
Mattia non riuscì a fare altro che annuire silenziosamente.

// eccomi!! So di essere sparita per un bel po' ma chi mi segue su Twitter sa che sono stata impegnata a studiare per un esame che ho fatto l'altro ieri, ho cercato di farmi perdonare con questo capitolo lunghetto e spero anche carino.
Fatemi sapere se vi piace e scusatemi se vi ho lasciato un po' in bilico con la fine, prometto che non vi farò aspettare tanto per la continuazione.
Lasciatemi qualche commentino please.
Un bacio!

Fratelli o poco più - ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora