Capitolo 29

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Mattia si stava dirigendo verso l'ingresso dell'Accademia per raggiungere Benedetta, quando sentì chiamare il suo nome alle sue spalle. Era Alex.

"Matti, dove vai? Vorrei parlarti." - disse con il fiatone, evidentemente aveva corso per raggiungerlo in tempo.
"Ehm...ho un appuntamento tra pochi minuti in realtà Ale, è urgente?"

Lo sguardo di Alex saettò in direzione della porta d'ingresso, dalla quale si intravedeva Benedetta che, puntualissima, stava aspettando Mattia.
Il cantante si rabbuiò subito, volse uno sguardo incazzato e di rimprovero nei confronti del biondo e lo ammonì.

"Ma che stai facendo Mattì? C'è Christian distrutto, a malapena mangia e fa lezione, non dico che riposa perché sarebbe una falsità...sonnecchia qualche oretta a notte ed ogni mattina è sempre più stanco della precedente. Lo sento piangere di nascosto in bagno e lo ritrovo ogni sera con le occhiaie più profonde.
E tu? Tu giochi a fare il latin lover con la prima ragazza che becchi al bar? Ma sei serio Mattì?!" - era proprio una bella strigliata, Alex sapeva essere al tempo stesso la spalla su cui piangere e l'amico che ti sbatte in faccia la verità senza mezze misure.

Mattia rimase pietrificato, avrebbe voluto parlare, spiegarsi, giustificarsi...ma non ne fu capace. Sapere quanto stava male Christian, per colpa sua, lo fece star male tanto da togliergli la parola.
Le sue labbra compirono un movimento di impulso, si aprirono come a voler far uscire delle parole che, invece, gli rimasero bloccate a livello della gola.
Attorcigliate in un groppo che gli stava togliendo il respiro.

Vedendolo immobile e in silenzio, Alex continuò a incitarlo ma con fare più dolce e quasi comprensivo:
"Non puoi pretendere che lui, e nessun altro, ti capisca se tu non parli e non ti spieghi. Noi non capiamo cosa stai combinando e neanche lui. Forse neanche tu stesso ti rendi conto che stai mandando in fumo il rapporto a cui tieni, o tenevi, di più al mondo, lo stai facendo Matti...lo stai perdendo sul serio."

Mattia, con le lacrime agli occhi, lo interruppe deciso a far capire la sua verità una volta per tutte.

"Ale, ma cosa avete capito? Credevo fosse ch-"

Ma il cantante, infervorato, lo interruppe.

"Non sono io quello che deve ricevere delle spiegazioni, io voglio soltanto finire il discorso. Christian ha fatto tanti passi avanti verso di te, ha superato tanti traumi e paure pur di starti accanto. Perché ti ama, e tu lo sai. E fino a qualche giorno fa pensavo lo amassi anche tu, forse anche più di lui.
Ma, evidentemente, mi sbagliavo. E mi dispiace doverti parlare così duramente, ma Christian non si merita questo. Quindi cerca di fare pace con te stesso, con la tua testa, con il tuo cuore e con la tua coscienza soprattutto."

Mattia sentiva il suo cuore stringersi in una morsa dolorosa. Quanto dolore stava procurando a Christian?

Rimase in silenzio per qualche secondo, alla ricerca di qualche parola che potesse essere lontanamente giusta o accettabile dopo quel discorso.

"Anche io lo amo." - fu l'unica cosa che riuscì a sussurrare. Ma Alex gli aveva già voltato le spalle ed era andato via.

Fu a quel punto che non riuscì più a trattenersi e scoppiò in un pianto carico di tristezza e paura. Anzi, terrore.
Terrore di non essere ascoltato, di non essere capito e non essere creduto.
Passarono pochi minuti prima che sentisse due braccia avvolgerlo da dietro con affetto, era Benedetta.

"Shh Matti, non piangere. Cos'è successo?" - chiese la mora dolcemente.
"Devo parlare con una persona, adesso, perdonami." - asserì Mattia tra un singhiozzo e l'altro, prima di staccarsi dall'abbraccio e correre verso le scale piantando Benedetta in asso.

Salì i gradini a due a due, voleva correre da Christian.

Ma nella fretta prese una brutta storta e finì per terra. Gettò un urlo acuto per il dolore, tanto che richiamò l'attenzione di chi era nelle sale del primo piano. Alcuni professionisti e allievi si affacciarono subito, tra di loro Christian.
Impiegò tre secondi per mettere a fuoco Mattia e, una volta capito si trattasse di lui, corse nella sua direzione per soccorrerlo.
"Matti! Che hai fatto? Sei caduto?" - chiese apprensivo, mentre si avvicinava e si apprestava a tastargli tutte le parti del corpo per capire quale fosse dolorante.
"Ho solo preso una storta Chri, tranquillo." - lo tranquillizzò subito il biondo.
"Ma hai il viso stravolto dal pianto, ti sarai fatto malissimo, fammi chiamare il dottore." - aggiunse preoccupato. "E voi levatevi di mezzo, non c'è niente da guardare, in sala!" - sgridò tutti coloro che si erano avvicinati per dare una mano, presupponendo si trattasse di sola curiosità.
"Ma possiamo dare una man-" - azzardò un allievo, che venne prontamente fulminato da Christian.
"Sì, levarvi di mezzo e farlo respirare. Così potete aiutare." - rispose piccato il bergamasco.
"Chri, calmo. Non è successo nulla. Non sto piangendo per via del dolore." - si affrettò ad intervenire Mattia.
"E per cosa hai pianto allora? E cosa ti fa male?" - incalzò il moro.

Nel frattempo tutti gli altri si erano dileguati sotto lo sguardo imperativo di Christian.

"Mi fa un po' male la caviglia per la storta, il culo per la botta che ho dato sul pavimento...e il cuore perché ho fatto soffrire te."

Christian lo guardò interrogativo.

"Eh?" - chiese confuso.
"Se riesco a tirarmi su e ne hai voglia potremmo parlare due minuti?" - chiese il latinista con fare dolce.
"Ti tiro su io." - lo rassicurò Christian.

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Fratelli o poco più - ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora