Capitolo 17

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Mattia stava morendo di caldo, non capiva cosa fosse successo nelle ultime ore ma sapeva di star sudando dal caldo e che questo non riusciva a farlo dormire in santa pace. Si voltò verso l'orologio e vide che erano le 5 di mattina.

Da quante ore era in hotel? E come ci era arrivato?

Era sicuro di aver bevuto tanto ma allo stesso tempo ricordava tutto chiaramente fino ad un certo punto, poi il vuoto. Ed il vuoto partiva dal momento in cui il suo cuore si era spezzato durante la discussione con Christian.

Christian.

Non appena il suo nome gli balenò per la mente si girò verso di lui, che era stranamente con gli occhi aperti e puntati su di lui.

"Sei sveglio?" - chiese il biondo.
"Ti sto guardando negli occhi Matti, certo che sono sveglio." - rispose il moro sarcasticamente.
"E che fai sveglio?"
"Muoio di caldo e mi maledico."
"Ti maledici?"
"Sì, mi maledico."
"E perché mai?"
"Perché non posso avvicinarmi a baciarti ed
è solo colpa mia."
"Ah." - Mattia era ancora mezzo stordito dall'alcol che non aveva del tutto smaltito...ma che anzi sembrava essere ancora abbastanza in circolo. Ed anche Christian lo era, stordito.
"Sei ubriaco?" - chiese il più piccolo.
"Forse...non quanto prima però. E soprattutto non è perché sono ubriaco che voglio baciarti, se è quello che pensi" - rispose Christian.
"E perché vuoi farlo?"
"Te lo vuoi sentir dire di nuovo o hai già dimenticato ciò che ti ho detto stasera? Mi piaci...e pure tanto."

Mattia perse un battito.

Rimase qualche secondo a guardare gli occhi scuri dell'amico, stava cercando di raccogliere la lucidità che era sicuramente sprofondata nel mare di alcol che aveva in corpo...fallendo.

Fece rimbalzare il suo sguardo dalle labbra agli occhi del moro, una, due, tre volte.
Era stufo, stanco morto...anzi, si era proprio rotto le palle di agire razionalmente e trattenersi.
E non appena decise di fregarsene definitivamente della razionalità, non perse tempo ad accontentare il suo istinto.
Si avventò sulle labbra del bergamasco con foga, non c'era nessuna traccia di dolcezza o timidezza in quel bacio, solo foga. Finì con il corpo praticamente sopra quello dell'altro che, nonostante fosse stato preso alla sprovvista, non perse tempo a ricambiare il bacio.
Con altrettanta foga.

Mattia prese a spogliare il più grande senza chiedere il permesso, senza la minima inibizione. E Christian fece lo stesso con lui, si stavano spogliando e baciando come se non potessero più resistere. Avevano urgenza l'uno dell'altro.

Una volta che furono rimasti solo in boxer entrambi, Mattia prese a baciarlo su tutto il petto, lasciandogli mille baci umidi in ogni angolo di pelle. Ma non appena arrivò all'elastico dei boxer, Christian, in un attimo di lucidità, lo interruppe per cercare conferme.

"Matti...non fare cose di cui potresti pentirti, non voglio che tu stia male per questo domani." - con tono dolce.

Mattia lo guardò e senza dire nulla, con uno sguardo pieno di lussuria e convinzione, gli tolse i boxer e con un movimento agile fece lo stesso con i suoi.
Erano completamente nudi.
E si stavano guardando negli occhi, carichi di desiderio.
Sentivano fremere ogni lembo di pelle a contatto con quella dell'altro e stavano tacitamente decidendo, insieme, cosa sarebbe successo dopo pochi istanti.
Furono i loro occhi a darsi il consenso vicendevolmente.
Avevano voglia l'uno dell'altro.

Christian prese il viso di Mattia tra le mani e lo portò così vicino da far scontrare di nuovo le loro labbra, questa volta però oltre alla foga c'era un inconfondibile sapore di dolcezza nel bacio.

"Cosa vuoi Matti?" - chiese con un filo di voce.
"Te. Dentro di me."

Christian avvampò istantaneamente, non pensava che il biondo si sarebbe spinto così oltre. Ma la verità era che lo desiderava anche lui, tanto. Forse troppo.

Fratelli o poco più - ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora