«Detesto l'ora di pranzo» borbottò Calipso. Katie Gardner annuì concorde posando l'ennesimo vassoio sul carrello. «Hanno seriamente ordinato pasta al sugo?» chiese Katie. L'agente segreto ridacchiò «Il tipo ha quarant'anni». Il cuoco, Clovis, rise e mise nel piatto una porzione di bolognese. Il piatto fu subito messo su un vassoio e il Clovis urlò: «Tavolo 59!».
Katie recuperò il vassoio che conteneva anche un piatto di mozzarella e prosciutto per una bambina dello stesso tavolo. Nell'altra mano teneva la pasta al sugo del tavolo 587.Calipso prese un piatto pieno di un cibo dall'odore delizioso e sofisticato poi chiese dove dovesse portarlo. Clovis le risposte: «600esimo tavolo, riccone biondo». La ragazza mise la sua postura più solenne ed entrò nell'immensa sala da pranzo. Dopo un mese ancora faceva fatica a orientarsi e solo dopo cinque minuti riuscì a raggiungere il 600esimo tavolo. La cosa che la irritava di più era che i tavoli in tutto fossero 609... Quel 9 maledetto!
Guardò i ricconi seduti a quel tavolo: Ares lo riconobbe subito per i capelli stile militare, gli occhiali da sole sulla testa e una leggera sfumatura di rosso negli occhi che sembrava fosse fuoco; Afrodite l'aveva conosciuta qualche settimana prima grazie a Frank che le aveva raccontato un po' la sua storia; il proprietario del suo piatto era uno dei più giovani, la pelle abbronzata e i riccioli biondi quindi intuì che fosse quello che si faceva chiamare Apollo; il più piccolo di tutti, probabilmente poco meno di trent'anni, era riccio e castano, gli occhi erano azzurri e aveva il sorriso di chi si era appena rubato il portafoglio perciò intuì che fosse il famoso Ermes; poi c'era Efesto che era un uomo un po' bruttino, con la barba e i capelli scuri, le mani erano callose e giocherellavano con le posate. C'era una sedia vuota che Calipso intuì essere di Ade: un uomo un po' depresso, vestito sempre di nero e pallido.
Somigliava decisamente a Nico.
Ringraziò mentalmente Frank per averle riassunto la situazione in poche frasi prima di correre nella sua stanza a fare non-ti-posso-spiegare-adesso con Nico. Bastava dire "cercare di consolarlo" ma okay. Lei e Percy si erano guardati perplessi, poi lui era andato a mangiare per poi correre a fare il cuoco. Eh già... Avevano piazzato Percy in cucina...
Consegnò il piatto ad Apollo che le fece l'occhiolino. Eppure la sua faccia sembrava quella di uno che avrebbe fatto di tutto per non essere lì. «Ti va di incontrarci dopo, tesoro?» le chiese. Lei fece la finta imbarazzata «Ho un ragazzo».
Si congedò velocemente anche perché Ares aveva interrotto quello che stava dicendo proprio quando era arrivata lei. Aveva sentito poco, ma da quello che aveva capito stavano dando dello stupido a Giove per essersi fatto battere dal suo stesso figlio perché aveva ucciso l'idiota della situazione inutilmente. Secondo lui se Leo non fosse morto, Giove avrebbe vinto. Calipso accelerò il passo e senza rispondere alle domande preoccupate dei suoi colleghi uscì dal retro della cucina.Si lasciò scivolare a terra e scoppiò a piangere.
Leo doveva essere ricordato come un eroe, non come "l'idiota della situazione".
Lui non era un idiota. Lui era Leo. Lui era il suo ragazzo.
Nel corso di quei due anni molti agenti ci avevano provato con lei e lei li aveva sempre liquidati con la stessa frase: "Ho un ragazzo". Loro le chiedevano chi fosse e allora lei andava nel panico. Tutti sapevano che Leo era morto quindi l'avrebbero presa per pazza. Qualche volta Frank diceva di essere il suo ragazzo per aiutarla, ma un paio di volte aveva dovuto dire la verità. La prima volta il ragazzo era rimasto perplesso poi si era rassegnato, la seconda volta le aveva sorriso dolcemente come se avesse capito perfettamente cosa provava. Non avrebbe mai dimenticato la faccia comprensiva di Achille. Ma comunque non se la sentiva di dirlo in giro così chiedeva che rimanesse il segreto. Fino a quel momento ancora nessun estraneo lo sapeva.Ripensò a quando Hazel aveva sentito per sbaglio Frank che l'aiutava ad allontare un ragazzo. Le aveva chiesto da quanto tempo e, notando come ci fosse rimasta male, Calipso le aveva detto la verità. In quel momento esatto erano diventate migliori amiche.
Una figura si posizionò davanti a lei. Aveva un cappello con la visiera nero abbassato davanti agli occhi, uno scaldacollo tirato fin sopra il naso e un giubbino a collo alto chiuso fino all'ultimo bottone, le mani in tasca. «Va tutto bene?» chiese con la voce ovattata a causa dello scaldacollo. Era eccessivo, in fondo era solo fine ottobre. Ma lei non era nessuno per giudicare quelle stranezze.
Si asciugò le guance «Sto bene».
«No che non stai bene»
«E tu che vuoi?» chiese brusca. Lo sconosciuto si sedette accanto a lei, ma comunque a una buona distanza di sicurezza. O non voleva spaventarla o aveva intuito che avrebbe potuto tirargli un cazzotto in faccia se si fosse messo troppo vicino.«Se vuoi sfogarti puoi parlare con me. Ti capisco...»
«Non capiresti mai il mio dolore» il suo tono era tristissimo.
Lo sconosciuto non si arrese: «Mia madre é morta in un incendio per colpa mia quando avevo otto anni. Mio padre... Be' non l'ho mai conosciuto. Sono scappato da una famiglia si e l'altra pure, finché non sono stato reclutato da degli agenti segreti quando avevo quindici anni. Due anni fa mi sono dimesso dopo aver perso il mio migliore amico, la mia ragazza, il mio secondo migliore amico e due sconosciuti. Credi ancora che non possa capire il tuo dolore?».Calipso arricciò le labbra: ne aveva passate più di lei anche se non sapeva quanto ci fosse di vero in quella storia. Decise di essere vaga: «Un po' di tempo fa il mio ragazzo é morto... É stato il primo che mi abbia mai veramente amata ed é stato il primo che non mi ha ferita... É passato tanto tempo eppure non riesco a dimenticarlo, ad andare avanti...».
Lo sconosciuto sospirò.
«Lo ami?»
«L'ho amato, lo amo e lo amerò per sempre» rispose sicura. «Spero che si sia trovato un'altra che lo rende felice nell'aldilà».
Lui scosse la testa «Ovunque egli sia amerà per sempre solo te. Sei tu la sua felicità. Quindi sii felice e lui sarà felice».Lei lo guardò confusa «Non puoi saperlo!».
«Credimi: lo so» disse Leo.
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Against Olympus
ActionSEQUEL Demigods Passion Spies Il mondo delle spie é pieno di dolore, guerre nascoste, doppigiochi e intrighi. Le spie non sono persone normali, raramente hanno una storia felice alle spalle. Spesso sono ragazzi con grandi capacità che sono stati ti...