«Io sono Lester Solace. Sono un padre, un marito e un uomo d'affari. Non so quanto ti possa interessare la cosa, ma almeno adesso non sono più uno sconosciuto totale» Will fece un piccolo sorriso. Si alzò barcollando «Signore, ora devo andare. Sono stanco morto, l'alcol ha solo peggiorato le cose».
Apollo finì il suo bicchiere e gli porse quello del ragazzo, Will li lavò entrambi poi spense le piccole luci del bar dichiarandolo nuovamente chiuso.«Cosa devi fare domani?» gli chiese Apollo. Will ci pensò «La mattina devo sistemare le stanze dopo che la gente le ha liberate. A pranzo sono libero. E il pomeriggio devo fare il turno alla reception per un paio d'ore. Hanno organizzato in modo strano gli orari quindi dovrò fare accoglienza, centro assistenza e check-in. Poi sono libero. Finisco tutto alle 17. Perché?».
L'uomo gli sorrise «Mi farebbe piacere vederti di nuovo Will. Sia per aiutarti col tuo problema, sia perché mi incuriosisci».«Si, si okay» annuì titubante. «Non so se sia il caso, in realtà. Ma... okay, credo?».
Apollo ridacchiò, gli scompigliò i capelli e si avviò in camera. Will rimase lì impalato a fissare l'uomo che se ne andava. Quando raggiunse la porta della sua stanza vi poggiò la schiena e scoppiò a piangere nuovamente.
Era andato al bar per fermare i pensieri sulla sua famiglia, per annegare nell'alcol l'idea che Apollo fosse suo padre. E proprio Apollo era andato da lui a dirgli di smettere di bere.Voleva tirare un pugno a qualcosa, possibilmente la faccia di Lester Solace. Rimpianse la missione Giove: lì almeno poteva andare in palestra e sfogarsi. Emise un respiro tremante poi entrò nella stanza il più silenziosamente possibile.
«SVEGLIA DORMIGLIONI!» esclamò Calipso, già vestita e pronta per la giornata di lavoro. Jason le lanciò un cuscino borbottando qualcosa di confuso. Will emise un verso indefinito con la faccia sepolta nel materasso. «Ma tutta questa voglia di vivere a prima mattina dove la trovi?» chiese Jason mentre l'altro ragazzo si alzava. «Tacete e muovetevi» ordinò uscendo.
«Jackson!» esclamò Nico saltando addosso a Percy. Frank decise di lavarsene le mani per quella volta e se ne uscì incontrando Calipso. Insieme si avviarono a fare il loro turno da babysitter mentre Nico costringeva con la forza Percy a muoversi. Will sospirò mettendo la divisa dell'hotel e ringraziando mentalmente il direttore per aver consegnato a ognuno una divisa in più. Prima di andare a sistemare le stanze fece una corsetta alla lavanderia al piano terra e consegnò la divisa tutta sgualcita.
«Muoversi, muoversi, muoversi!» esclamò Jason quando finalmente lo raggiunse. A loro toccava tutto il primo piano e di conseguenza tutte le stanze dei loro obiettivi.
Si divisero: Jason partì dalle ultime e Will dalle prime.Dopo aver fatto dalla 27esima in poi, il ragazzo finalmente aprì la stanza 13 guardandosi intorno. Ade non era in vista. Entrò nella stanza e imprecò mentalmente quando trovò i letti già fatti e tutto perfettamente in ordine. Individuò con la coda dell'occhio tre telecamere e una valigetta sigillata da un codice sulla scrivania. Prese con noncuranza il cestino pieno di carte e lo svuotò nel sacco dietro di lui, approfittandone per attaccarvi una cimice. «Adoro quelli che non mi fanno faticare» disse e vide una telecamera muoversi verso di lui. Quindi solo quella era dotata di audio.
Richiuse la porta e passò alla 12.Raggiunta la stanza 7, Will deglutì e prese un bel respiro. Aprì la porta ritrovandosi davanti un Apollo che si finiva di mettere la maglietta piuttosto confuso.
«Will? Che ci fai qui?».
«Signore... Dovrei sistemare la stanza, ma non si preoccupi torno più tardi».
«No, no, tranquillo. Nessun problema, tra un po' devo uscire. Ti dispiace se ti faccio da spettatore?». Will imprecò mentalmente: non avrebbe potuto frugare tra la sua roba. Ma ad alta voce disse: «Certo, un po' strano, ma nessun problema».Rifece il letto, tolse un sottilissimo strato di polvere da tutti i ripiani, pulì il vetro del balconcino, spazzò a terra, lavò il bagno, aggiunse un altro po' di sapone nel contenitore sul lavandino, svuotò il cestino, infine sostituì le boccette di shampoo e bagnoschiuma vuote con quelle piene.
Fece un piccolo sbuffo di stanchezza, poi recuperò le cose e si preparò ad andarsene quando però gli venne in mente un'idea molto rischiosa. Fece finta di guardarsi un'ultima volta intorno, poi fece cadere lo sguardo sul comodino e più precisamente su una foto incorniciata di Naomi e i due bambini.«Quella é la sua famiglia?» chiese. Apollo annuì e gli passò la cornice così che potesse vederla meglio. Will nascose la cimice dietro la foto, sulla piccola vite che teneva il supporto collegato alla cornice in modo tale che si confondesse.
«É un uomo molto fortunato» gli ripassò la foto. Fece per andarsene, ma Apollo lo chiamò e disse: «Dopo, quando stacchi, posso portarti un po' in giro?».
Will corrucciò le sopracciglia «Non credo sia il caso, signore. In fondo io non la conosco e lei non conosce me. Per quanto mi riguarda lei potrebbe essere un mafioso, quindi anche un uomo d'affari come mi ha detto ieri sera, e non ci tengo a immischiarmi in certe situazioni. E per quanto la riguarda, io potrei essere un assassino sotto copertura.».Apollo alzò gli occhi al cielo sorridendo «Hai ragione, ha molto senso. Allora lasciamo perdere così tu non potrai uccidermi e io non potrò immischiarti nei mie affari».
“Tanto sono già nei tuoi affari” pensò. Fece un sorriso divertito «Va bene, signore».Richiuse la porta dietro di sé nel momento esatto in cui Jason usciva dalla 10. Barcollava leggermente, come se stesse avendo un capogiro. Il biondo corse in suo soccorso «Cos'é successo?».
«Ho visto che il lavandino perdeva un po', allora ho sistemato il tubo. Però mi sono dimenticato di avere il lavandino sopra di me mentre mi alzavo. Mi gira un po' la testa».
La risata di Will risuonò per tutto il piano.Frank stava per urlare. «Perché? Perché piangi?» chiese disperato. Nel frattempo il bambino continuava a urlare e a piangere e il ragazzo lo faceva zompare per calmarlo, ma senza successo.
«Dai a me» una ragazza gli prese il bambino dalle mani e quello smise immediatamente di piangere.Frank fece una smorfia «Bastardo». Lei scoppiò a ridere e il ragazzo sorrise.
«Che ci fai qui?» le chiese.
Hazel sorrise.
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Against Olympus
AcciónSEQUEL Demigods Passion Spies Il mondo delle spie é pieno di dolore, guerre nascoste, doppigiochi e intrighi. Le spie non sono persone normali, raramente hanno una storia felice alle spalle. Spesso sono ragazzi con grandi capacità che sono stati ti...