Capter 9

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«MA É MAI POSSIBILE CHE DEBBA FINIRE SEMPRE COSÌ?» la voce di Frank Zhang risuonò per tutto il piano mentre Nico prendeva a cuscinate Percy. Una scena simile si stava svolgendo in un'altra stanza mentre Calipso cercava di svegliare Will e Jason rideva tanto da avere mal di pancia. Le due stanze erano separate da una camera al centro dove alloggiava un certo Festus anche conosciuto come il morto Leo Valdez, il quale si rigirava nel letto cercando di non sentire le urla isteriche della sua ragazza e di Frank mentre tentava di dormire.

Quando Will e Percy si decisero a svegliarsi, le urla cessarono per essere sostituite da delle risate perché quei due stavano tentando di infilare le uniformi dell'hotel, lavarsi i denti e la faccia tutto contemporaneamente. Ovviamente si stavano solo ingarbugliando nei vestiti e facendo una specie di doccia in posizioni molto strane.

Jason era l'unico in felpa e jeans mentre loro andavano a posizionarsi nei vari punti dell'hotel. Calipso e Will avrebbero pensato lei all'accoglienza e alle chiavi, lui al centro di assistenza; Frank doveva andare a sistemare tutte le stanze mentre Nico e Percy avrebbero pensato a fare i babysitter... Nessuno dei due era capace di badare a un bambino, figurarsi sei... Si erano fatti dire un po' di cose dalle altre ragazze che avevano fatto le babysitter e l'unica cosa che avevano capito era che avrebbero dovuto tenerli costantemente sotto controllo. E diciamo che fino a quel punto c'erano arrivati da soli.

Quando arrivarono le mamme ci furono occhiate terrorizzate da entrambi le parti: loro erano terrorizzate da lasciare i loro bambini a uno che si era scordato di pettinarsi e a uno che sembrava un emo, i ragazzi erano terrorizzati dai due neonati, dai due bambini di cinque anni e dal bambino di tre.
«Dobbiamo assolutamente parlare con Nettuno: io e te non possiamo fare questo lavoro» sussurrò Percy appena le mamme se ne furono andate.

Non avevano la minima intenzione di fare quel lavoro con la camicia e i jeans, così chiamarono Jason che gli portò pantaloni della tuta e magliette a maniche lunghe. Non se ne andò prima di avergli fatto una foto mentre si manteneva la pancia dalle risate.

L'ultimo messaggio sul loro gruppo era di Percy che scriveva "Sexy" alla foto di Will prima dell'interrogatorio a casa Solace. Jason riprese quel messaggio e mandò la foto appena scattata.

«Appena finisci di essere patetico» Calipso posò il cellulare e lo guardò mentre faceva il gioco del dinosauro sul suo telefono «dovresti darmi una mano con un tizio».
«Nel senso che ti piace o che devi nascondere il suo cadavere?» Will si girò verso di lei con la sua sedia girevole che gli impediva di vedere poco oltre il bancone. Calipso lo guardò storta «Nel senso che voglio vedere se lo trovo nei registri della CIA».
Lui inarcò le sopracciglia in un'espressione curiosa e annuì «Si, si può fare. Che dati hai?».

«Mulatto, ha lasciato l'agenzia da due anni, ha perso la ragazza e il migliore amico» elencò. «Stanotte, mentre tutti dormivate, ho controllato quelli del CSIS ma non credo di averlo trovato».
Lui ci pensò un po' poi scosse la testa «Non credo di conoscerlo, ma più tardi dammi il tuo computer e ti aiuto. Per cosa ti serve?».
«Un tipo con cui mi sono vista un paio di volte e di cui vorrei fidarmi era un ex agente segreto ma non so di che agenzia, mi ha solo detto di averla lasciata due anni fa perché in una missione ha perso il migliore amico e la sua ragazza. Non so il suo nome e non l'ho mai visto in faccia» lo ripeteva così tante volte che ormai non pensava più mentre parlava.

Will fece una strana faccia «Lui ti piace?». Calipso arrossí di colpo «NO! Sai che sono ancora innamorata di Leo! Santi dei, Will! Assolutamente no!».
Il biondo sorrise per la reazione poi alzò le mani in segno di resa «Chiedevo».
«Be' certe cose sono assurde! Non lo conosco neanche!».

«Cal» disse seriamente a bassa voce. La ragazza vide Ermes avvicinarsi e sfoggiò il suo miglior sorriso.
«Posso esserle utile, signore?» chiese educatamente Will. Ermes si rivolse a lui con uno strano sorrisetto «Volevo chiedere un'altra stanza».
«Si certamente, la prego mi dica che problemi ha quella attuale e come vuole quella nuova» Will armeggiò col computer e arrivò alla pagina della prenotazione delle stanze.
«Quella di adesso va benissimo, volevo una stanza in più» spiegò l'uomo. «Possibilmente in un punto lontano dalle altre: potrebbero esserci rumori molto forti, non so se capisci cosa intendo».

Will arrossí e annuì. Arrossire o impallidire a comando non gli veniva tanto difficile ormai e molte volte gli aveva salvato la vita. Calipso nel frattempo accoglieva una coppia inglese in luna di miele, ma teneva un orecchio puntato sulla conversazione.
«Vorrei che questa stanza sia abbastanza grande: devo portarci dei marchingegni complicati per aumentare il divertimento. Ahhh... Adoro il mio lavoro».

Il ragazzo annuì e andò a prendergli la chiave della stanza 11. Ermes gli fece l'occhiolino e, appena se ne fu andato, Will lo comunicò ai compagni di squadra. Era abbastanza sicuro che nella stanza 11 ci avrebbero portato l'Arma e quelli che risposero al suo messaggio la pensavano allo stesso modo. Avrebbero dovuto tenere sotto controllo quella stanza allo stesso modo in cui avevano tenuto sotto controllo quella di Ares.

Subito all'auricolare di Frank arrivò la voce formale di Will: «Qualcuno vada a controllare la stanza 11 per vedere se é tutto apposto». La voce di Katie Gardner annunciò che stava andando lei.
L'hotel aveva dato a tutti i dipendenti degli auricolari così che potessero parlare tra di loro per tutte le comunicazioni, anche quelle in cucina.

Jason sentì le foglie secche schiacciarsi sotto i suoi piedi. Si era fatto più di un'ora di macchina per raggiungere Long Island, ma era una cosa che voleva fare da quando era a New York. Si sedette sull'erba, incurante del fatto che il terreno fosse sporco. Aveva promesso a Calipso che sarebbero andati insieme, ma entrambi sapevano bene che lei sarebbe crollata.

Sospirò e sistemò meglio i fiori ai piedi della lapide di Leo.

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