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«Il... demonio?» sento Robin sussurrare, girandosi poi verso di me e trovandomi già ad osservarla.
Non si mette bene, non si mette per niente bene.
Eddie ci osserva, in assoluto silenzio. Accanto alla sua figura si trova quella di mio fratello, che cerca di rassicurarlo.
«Io... Dio, non so nemmeno da dove cominciare» il riccio si passa una mano tra i capelli, nervoso, posando lo sguardo su di me, come se cercasse di trasmettermi il suo sentirsi in colpa per ciò che era appena avvenuto.
Gli faccio un sorriso, cercando di rassicurarlo, mentre dietro di me Steve appoggia la sua mano sulla mia spalla, guardandomi con fare protettivo.
Se so di poter contare sempre su qualcuno, quelli sono Steve e Robin, oltre che mio fratello, ovviamente. Senza di loro sarei probabilmente persa.

«Parti da dove ritieni sia più giusto, per permetterci di capire» lo rassicuro, cercando di spronarlo.
Eddie sospira, iniziando a parlare.
«Mi ero dato appuntamento con Chrissy, dopo la partita, per lei della scuola e per me di D&D. Dovevamo andare da me, perché mi aveva chiesto qualcosa di forte, che non fosse erba,» si blocca, passandosi una mano sul viso, mentre noi tutti attendiamo nervosi, preoccupati da ciò che potremmo sentire venir fuori dalle sue labbra, «quando siamo arrivati, l'ho fatta entrare, chiedendole di aspettarmi in salotto, mentre io andavo a recuperare ciò che mi aveva chiesto. Io... io non so cosa sia successo» scuote la testa, cercando di riordinare le idee. Dustin si allunga, appoggiando entrambe le mani sulle spalle di Eddie, cercando di confortarlo.
«Quando sono tornato, lei... lei aveva gli occhi bianchi, sembrava... stesse dormendo. Ma era in piedi, immobile, davanti a me. Le luci hanno cominciato a comportarsi in modo strano, come se fossero impazzite - mi giro verso Steve, guardandolo con il terrore stampato nella mia espressione - e Chrissy non rispondeva ai miei richiami... All'improvviso è come se qualcosa l'avesse posseduta, non so come spiegarlo, ha iniziato a fluttuare e poi le sue ossa... Cristo Santo, le sue ossa hanno cominciato a spezzarsi, in un modo orribile, e i suoi occhi... sono come esplosi» inizia a scuotere la testa, rassegnato dall'assurdità che, alle sue orecchie, rappresentano le sue parole.
«Io non sapevo cosa fare, perciò... sono scappato via. L'ho lasciata lì.» afferma poi, come se fosse deluso e arrabbiato con se stesso, con gli occhi lucidi e un impercettibile tremolio.
Ci guarda, cambiando repentinamente espressione, quasi come se si sentisse fuori posto.
«Mi credete pazzo, non è vero?» domanda, squadrandoci uno ad uno, soffermandosi sui miei occhi bassi. Non lo vedo ma lo percepisco, il suo sguardo bruciante sul mio viso.
«No, Eddie, non ti crediamo pazzo-» Dustin viene bruscamente interrotto dal riccio, «Senti, non prendermi per il culo, so che cosa sembra, cazzo» urla, tirandosi leggermente i capelli, in un gesto di nervosismo.
«Non ti prendiamo per il culo, Eddie» intervengo determinata, «Noi ti crediamo, e quello che stiamo per dirti potrebbe essere... difficile, da accettare» lo guardo, cercando una reazione.
Mi osserva, mormorando un impercettibile, ma non alle mie orecchie, «Okay», che mi sprona a continuare.
Guardo gli altri, ottenendo un silenzioso via libera.
«Hai presente la voce secondo cui Hawkins è... Maledetta? Non è, ecco, del tutto sbagliata» sospiro, preparandomi per il resto, nonostante il mio cervello cerchi ancora di auto difendersi da quei ricordi, per mantenere il mio equilibrio mentale.
«Esiste un altro mondo, un mondo nascosto, sotto Hawkins, che qualche volta sconfina nel nostro» chiudo gli occhi, sentendo la mano di Robin accarezzarmi la schiena, per rassicurarmi, essendo a conoscenza di ciò che ho passato per tutta questa situazione.
«Intendi... fantasmi?» osservo Eddie, pronta a rispondere ma venendo anticipata da Max.
«Ci sono al mondo cose peggiori, dei fantasmi» mormora, distogliendo lo sguardo.
Capisco dove stanno virando i suoi pensieri, e percepisco la tensione che si sta venendo a creare.
Allungo una mano, prendendo la sua e cercando di confortarla. Siamo una squadra, e la prima cosa che faremo sempre è supportarci, in tutto.
«Abbiamo creduto, per lungo tempo, che i mostri di quel mondo se ne fossero andati...» continuo, «ma sono tornati altre volte, per questo dovevamo trovarti» concludo, fissandolo e trovandolo già a farlo con me.
Ringrazio il buio, altrimenti sarebbe stato abbastanza imbarazzante arrossire così spudoratamente.
«Se sono di nuovo qui, lo dobbiamo sapere» prosegue Dustin, guardandolo preoccupato.
«Ieri sera, hai visto qualcosa? Oscure particelle, non so» chiede Robin al mio fianco, avvicinandosi leggermente a Eddie.
«No ragazzi, non c'era niente da vedere... né da toccare» sussurra il riccio, scuotendo la testa.
«Ho tentato di svegliarla, ve l'ho detto, ma non si muoveva. Era come se fosse in una specie di... trance»
«O sotto un incantesimo» lo blocca Dustin, con decisione.
I loro sguardi si incatenano, cogliendo un particolare a noi ignoto.
«Una maledizione» lo aiuta Eddie.
«La maledizione di Vecna» conclude mio fratello, preoccupato.
Dopo un lungo silenzio, Steve decide di intervenire, «Chi è Vecna?» chiede, portando a galla i dubbi a noi sorti.
«Una creatura non morta, dai grandi... poteri» inizia Dustin, con voce tremolante e spaventata.
I miei occhi si incrociano con quelli di Robin, sconvolta tanto quanto me, e non riesco a non pensare al peggio.
«Un incantatore» aggiunge Eddie, completamente avvolto dai suoi pensieri, con uno sguardo cupo a contornare i suoi lineamenti.
«Come un mago oscuro?» chiedo, facendomi finalmente avanti.
Mio fratello annuisce, guardandomi con preoccupazione.
Se prima avevo solo dei brutti presentimenti, adesso la situazione sta degenerando. Siamo in guai seri, e gli altri sono sparsi per il continente.
Con i Byers, Undi e Mike in California e la morte di Hopper, avvenuta la scorsa estate allo Starcourt, dobbiamo imparare, adesso, a cavarcela da soli.

«Va bene ragazzi, direi che per stasera può bastare, ci penseremo domattina. Eddie, tu devi rimanere nascosto, sei il sospettato principale e finché non troveremo il modo di tirarti fuori da questo guaio e sconfiggere questo incantatore, devi vivere nell'ombra» Steve prende le redini della situazione, raggiungendoci con grandi falcate.
«Qualcuno dovrebbe rimanere qui, stasera, non gli farebbe male un po' di compagnia» mormoro, cercando di farmi sentire.
«Non se ne parla, Henderson, ti riaccompagno a casa» repentino, Steve mi afferra per un braccio, portandomi accanto a lui.
«Harrington, toglimi le mani di dosso o giuro che ti faccio diventare peggio di quella bottiglia; secondariamente, credo di essere abbastanza matura per decidere da sola. Porta a casa gli altri e, se proprio vuoi, torna dopo che avrai fatto ciò. Prima di allora, non dirmi che cosa fare» lo fisso negli occhi, cercando di fargli capire che non avrei ceduto o cambiato posizione.
Con un sonoro sbuffo, si passa una mano tra i capelli, visibilmente nervoso.
«Okay, va bene, come vuoi. Sei veramente testarda. Tornerò non appena avrò portato tutti a casa. Tu, Munson, vedi di prendertene cura, altrimenti sarò io a romperti le ossa» afferma Steve, facendomi strabuzzare gli occhi.
«Oh, e smettila!» gli rispondo, guardandolo di traverso.
Dopodiché, si avvia verso l'uscita, seguito da Dustin, che mi dice di stare attenta e a cui chiedo di rassicurare nostra madre, e Max, che mi sorride.
Robin si avvicina a me, tirandomi in un abbraccio.
«Nina, sei testarda come un mulo, ma sei di un animo d'oro. Mi raccomando, stai attenta, ti voglio integra domani mattina, passeremo il prima possibile» mi sussurra all'orecchio, stringendomi.
Non riesco a non sorridere, ricambiando la stretta.
«Tranquilla Rob, sono in buone mani» ridacchio, contagiando anche lei.
Una volta separate, raggiunge gli altri, non prima di avermi sorriso nuovamente.
Al chiudersi della porta, faccio un lungo sospiro e mi giro verso il riccio, ancora nella stessa posizione di prima.
Mi sto già pentendo? Sì. Ma credo che una delle mie caratteristiche principali sia proprio mettermi in difficoltà. E l'ho appena fatto.

Mi avvicino, sedendomi poco distante da Eddie.
Lui non mi guarda, rimane concentrato su un punto a me sconosciuto.
Sono a pochi centimetri da Eddie Munson e il mio cuore lo sta avvertendo, avendo iniziato a pompare più sangue del dovuto.
«Non eri obbligata a rimanere, comunque» lo sento mormorare, senza però girarsi.
«Non mi sono sentita obbligata, l'ho fatto perché volevo farlo. Tu... piuttosto, come stai?» chiedo, giocherellando con i lacci delle mie scarpe.
Sento un sospiro, percependo poi un suo movimento.
Si è appena girato verso di me.
«Non bene... ma non ha importanza. Senti... scusami, per prima, non era mia intenzione ferirti. Ho reagito d'istinto» dice, passandosi una mano tra i capelli.
Alzo lo sguardo, incastrando i nostri occhi.
«Nessun problema, ho passato di peggio,» ridacchio, bloccando la frase, «ma hai quasi rischiato di uccidermi, quando non ero io quella con un remo in mano» sorride alla mia battuta, scuotendo la testa.
«Sì, hai ragione, avrei dovuto puntare Harrington, ma ho preso la prima persona che ho trovato sulla mia traiettoria»
«Sotto altri punti di vista, potrei sentirmi onorata di essere stata scelta, allora» smorziamo la tensione, ridendo alla mia squallida battuta.
Non so nemmeno quello che sto dicendo, ho l'agitazione che mi scorre nelle vene senza sosta.

«Non mi aveva mai accennato di te, Dustin, comunque» dice tutto d'un tratto, guardandomi.
«Mio fratello è strano, te lo assicuro. Non che io non lo sia, ma lui più di me» scuoto la testa, sorridendo, «Gli piace omettere molti particolari, ed io sono tra quelli» concludo, appoggiandomi al muro.
«Comunque sono Eddie, anche se tu penso l'abbia capito» mi allunga la sua mano, sorridendomi.
Credo di aver perso cento battiti quando il suo sorriso si è puntato verso di me, facendomi sentire per un attimo estraniata dal resto dell'ambiente circostante.
«Nina Henderson, anche se penso che ormai lo sappia anche tu» gliela stringo, ricambiando il sorriso.
In quell'esatto momento, un rombo di motore ci ridesta dalla nostra conversazione, facendoci intendere l'arrivo di Steve.

Questa notte sarà molto lunga, ci posso mettere la mano sul fuoco.

Me, You and the Upside Down || Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora