Ho ormai perso il conto del tempo che abbiamo passato a fissare Max che riordinava quelle che mi sembravano proprio delle buste.
Sembriamo quattro psicopatici intenti a contemplare una ragazzina.
Dustin e Lucas sono nelle poltrone adiacenti al divano, una da un lato e una dall'altro, mentre io e Steve siamo sul divano centrale, con la mia testa appoggiata sulle sue gambe e la sua giacca ancora indossata dalla sottoscritta.
Gliela restituirò mai? Probabilmente no.
Credo di poter riempire un armadio di vestiti non miei presenti a casa mia, divisi tra quelli di Steve e quelli di Robin. Ma questo loro non lo sanno.
A momenti sento la mano del moro perdersi tra i miei capelli, come sta accadendo adesso. Ha sempre avuto questo vizio nei miei confronti, ci gioca e li arrotola, e a me non dà fastidio, anzi, quasi mi rilassa.
«Lo so che mi state fissando» esclama ad un certo punto la rossa, girandosi di poco verso di noi.
Come un bambino beccato mentre infilava le mani nella cesta del cioccolato, tutti veniamo ridestati dai nostri pensieri, portandoci a distogliere velocemente lo sguardo dalla ragazza.
«Ma che dici?»
«Ti serve qualcosa?»
«Cazzeggiavamo»
Le voci dei tre ragazzi presenti nella stanza si accavallano una sopra l'altra, portandomi a ridere in modo silenzioso, mentre loro cercano di sembrare disinvolti.
Steve comincia ad arrotolare i miei capelli in modo più frenetico, io invece inizio a perdere tempo con una pallina da tennis trovata nella taverna.
«Pensate che restando lì seduti a fissarmi la nuca mi proteggerete da Vecna? Non credo» sbuffa Max, prendendo qualcosa in mano e avvicinandosi a noi, alzandosi, finalmente dopo ore, dalla scrivania.
Il mio sguardo viene catturato dalla sua figura, rimasta nascosta per troppo tempo ai nostri occhi. Spontaneamente le sorrido in modo rassicurante, cercando di tranquillizzare, forse, più me che lei.
Non mi guarda, come non guarda nessuno in questa stanza.
Rimane persa nei suoi pensieri, mentre riordina tra le mani delle strane buste marroni.
Una volta ferma davanti le nostre figure, tutti cerchiamo di far finta di niente, come se non avessimo passato più di un'ora a fissarla.
«Potete guardarmi, ora» afferma Max, facendoci tornare con lo sguardo su di lei.
«Grazie, e scusa» sento mormorare dagli altri, tornati alle posizioni iniziali.
Mi alzo da quella che, invece, era la mia, incrociando le gambe e osservando attentamente la figura di Max che, incupita, sospira.
Guardo gli altri, confusi e curiosi tanto quanto me.
Dopo pochi secondi, la rossa si allunga verso Dustin, alla mia sinistra.
«Per te» dice solo, lasciandogli tra le mani una lettera.
«Per voi» continua, compiendo la stessa azione con me e Steve, che la guardiamo interdetti.
«E per te» conclude, protrandosi verso Lucas, alla nostra destra.
Abbassando lo sguardo, noto sulla parte posteriore, scritto in stampatello, il mio nome: Nina.
Confusa e in cerca di risposte, ritorno con lo sguardo su Max, aspettando che parli.
«E... Queste datele a Mike, Undi e Will. Ammesso che li rivediate» aggiunge, facendo qualche passo indietro.
Nel frattempo, con la coda dell'occhio, noto mio fratello cercare di aprirla; e non sono l'unica ad averlo fatto.
«Ehi! Fermo, non devi aprirla adesso» esclama, infatti, la rossa, guardandolo male.
«No? Okay» abbassa lo sguardo, richiudendola.
«Max...» comincio, guardandola interdetta, «Cosa vuol dire?» la mia voce si incrina leggermente, come se dentro di me sapessi già la risposta.
«È... È un piano B, per sicurezza. Nel caso, ecco, finisse male» risponde, senza guardarmi negli occhi.
«Max, no. Andrà tutto bene» interviene Lucas, spaesato da questa sua azione. Mi manca vederli insieme, spensierati. Erano una delle mie coppie preferite, tra i ragazzi. I bei tempi prima del 4 luglio scorso.
«No. Non ho bisogno che mi rassicuriate con i vostri "andrà tutto bene". Me lo sento ripetere da tutta una vita e non è mai vero» la sua voce, più che tristezza, emette rabbia, rabbia verso tutto ciò che ha passato in questi mesi.
«È ovvio che lo stronzo abbia maledetto me. Me lo sarei dovuto aspettare...» sussurra infine, passandosi una mano sul viso.
«Io... Scusate, vado un attimo in bagno» detto ciò, la vediamo sparire al piano di sopra.
La famiglia Wheeler, fattasi mattina, l'abbiamo sentita uscire di casa, per lavoro e per la scuola della piccola Holly, lasciandoci dunque campo libero. Nancy e Robin, invece, dopo aver ridefinito il loro piano e l'abbigliamento, sono uscite di casa, dirigendosi al manicomio e attendendo lì fuori l'ora dell'incontro.
Noi, invece, siamo rimasti, come pattuito, a fare i "babysitter" del quartiere.
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Me, You and the Upside Down || Steve Harrington
FanficLa vita di Nina Henderson non era mai stata così tanto complicata; viveva tranquillamente i suoi anni nella cittadina di Hawkins, badando a suo fratello e facendo ciò che qualsiasi adolescente avrebbe fatto. Tutto questo prima del 6 novembre 1983, i...