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Sono passati ormai una decina di minuti da quando abbiamo interrotto il collegamento con gli altri.
Io ed Eddie siamo rimasti stesi sul terriccio di Skull Rock, coperti parzialmente dalla roccia da cui il posto prende il nome.
A parte qualche veloce scambio di parole, siamo rimasti in silenzio, ad aspettare l'arrivo del gruppo.
Non mi dispiace questa atmosfera di calma che aleggia tra noi, perché, anche se completamente immersi nei nostri pensieri, riusciamo a sentirci a nostro agio.
Forse quella forte attrazione che sentivo per il ragazzo al mio fianco era di tipo platonico, alla fine dei conti.
Mi trovo divinamente con lui, siamo molto simili e sento di poter parlare con Eddie di qualsiasi cosa. Alla fine, in tutto questo disastro, qualcosa di bello è accaduto.
Ma ciò non elimina quello che sto passando, invece, con Steve.
Sicuramente non l'ho ancora perdonato, e non ho intenzione di farlo, se non sarà lui a chiedermi scusa per primo. Che poi, abbiamo litigato? Non credo, mi ha solo detto di rimanere "amici". Ma come facciamo a rimanere amici se ogni volta che siamo soli qualcosa cresce nell'aria, una tensione che, ne sono certa, non sento solo io.
Mi passo frustrata una mano sul volto, sospirando rumorosamente.
Vorrei avere una bacchetta, qualsiasi cosa che abbia un potere magico per mettere fine a questa situazione disturbante.
«Credi si siano persi?» sento improvvisamente la voce di Eddie, che mi ridesta dai miei pensieri.
Mi scappa una risata, e «Non mi stupirei, conoscendo mio fratello e Steve» affermo, contagiando anche il riccio.
«Harrington dovrebbe conoscerlo bene, essendo diventato famoso grazie a lui, questo posto» aggiunge, giocherellando con i suoi anelli.
«Grazie a lui?»
«Henderson, dove vivi? È il luogo per eccellenza, questo, dove tutti portano le loro conquiste per una buona dose di pomiciata» mi risponde, guardandomi con un sorriso malizioso dipinto sulle labbra.
«Non ci tenevo a sapere come Steve abbia reso famoso questo posto, ma grazie comunque, Eddie» e, nel dire ciò, gli lascio una gomitata scherzosa nel fianco.
Continuiamo a ridacchiare per dei minuti, fin quando non sentiamo degli strani rumori provenire dalla boscaglia.
Ci guardiamo spaventati, tirandoci su a sedere e nascondendoci un po' di più dietro l'enorme roccia.
Potrebbero essere gli altri, sì, ma meglio prevenire.
«Oh, eccoci qui, Henderson! Skull Rock. Beccati questo, stupido moccioso arrogante» percepisco la voce canzonatoria di quello che riconosco come Steve, mentre si prende gioco di mio fratello. Classico.
«Non ha alcun senso» risponde Dustin, guardandosi intorno. Quasi esplodo dalla gioia, quando lo vedo mentre si incammina fuori dai cespugli dai quali sono usciti.
«Sì, certo. Anche se ce l'hai davanti agli occhi, non lo ammetti. Non ammetti di avere torto, testolina di culo» io ed Eddie ci osserviamo, ormai convinti che i rumori sentiti poco fa fossero soltanto loro.
Per questo motivo, saltiamo fuori dal nostro nascondiglio, prendendoli di sorpresa.
«Non sono d'accordo» inizia il riccio, facendo girare Dustin e Steve, di colpo, nella nostra direzione.
Una risata sincera lascia le mie labbra, alla loro reazione di sorpresa.
«Tu, Dustin Henderson, sei una testolona di culo»
«Se vogliamo essere volgari, una gran testa di cazzo, fratellino» aggiungo, sorridendo ampiamente.
Alla nostra vista, osservo formarsi sul viso di Dustin un enorme sorriso, mentre si avvicina a entrambi.
«Gesù, vi credevamo morti» afferma, abbracciandoci.
Lo stringiamo a nostra volta, e quasi mi viene da piangere a vederlo qui, davanti a me, sano e salvo.
«Già, Henderson, ci siamo andati vicini» continua Eddie, lasciandogli qualche pacca amichevole sulla schiena.

I miei occhi, invece, come guidati da un movimento automatico, si posano sulla figura di Steve, in piedi, a pochi metri da noi. Ci guarda, con espressione neutra. I nostri occhi si incatenano quasi subito, ma non dice nulla. E io faccio lo stesso.
Vorrei correre tra le sue braccia, in questo momento. Stringerlo e non lasciarlo più. Ma l'orgoglio ha la meglio, e quindi distolgo il mio sguardo, puntandolo di nuovo su Dustin.
I suoi occhi li sento, però. Fermi e indagatori sulla mia figura. So già cosa sta passando per la sua testa, su cosa si sta soffermando: la felpa di Eddie.
Con uno scatto fulmineo, rialzo il mio sguardo, trovandolo già a osservarmi assiduamente. Un sorriso furbo si forma sulle mie labbra, mentre Steve continua solo a fissarmi.
Forse, il riccio, non aveva tutti i torti. Potrebbe divertirmi farlo ingelosire, in fin dei conti.
«Cristo santo, Nina! Sei una stronza di merda» delle urla dietro di me mi costringono a girarmi, ridestandomi dal moro, e facendomi ridere.
Robin mi corre incontro, tirandomi in un fortissimo abbraccio, tanto che perdo l'equilibrio e finiamo a terra, come due pere.
«Mi hai fatto morire dieci volte, nel giro di una notte» continua, non lasciandomi più.
Io non smetto di ridere, avvolgendo le mie braccia attorno al suo busto.
«Sono viva, Rob, e sono così felice che anche voi lo siate» mormoro nell'incavo del suo collo, ancora stretta tra le sue braccia.
Poco dopo, ci rialziamo, e la vedo spostare il suo sguardo sul mio corpo.
«Sbaglio o non è tua, questa?» afferma, riferendosi alla felpa.
«No, è di Eddie, me l'ha prestata per la notte» alzo di poco il tono della mia voce, sperando che mi senta una persona in particolare. So essere stronza, se voglio.
Noto, però, nello sguardo della bionda, formarsi una smorfia che non saprei decifrare, e un «Ah, capito» flebilmente sussurrato lascia le sue labbra, dopo essersi allontanata di poco da me.
Non gli dò troppo peso, non capendo neanche a cosa possa essere dovuta una reazione del genere, e, successivamente, i miei occhi corrono sulla figura della rossa, appena entrata nella mia visuale.
Lasciando perdere il resto, la raggiungo subito, stringendola a me.
Max ricambia e, «Sono contenta che tu stia bene, Nina», sussurra, portandomi ad abbracciarla ancora più forte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 01, 2023 ⏰

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Me, You and the Upside Down || Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora