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«Io credo che siano andati a destra»
«No, hanno svoltato a sinistra»
«Ti dico che li ho visti girare a destra»
Mi passo una mano sul viso, esasperata. Sono passati solo cinque minuti da quando siamo saliti in questa macchina e già vorrei scendere, lanciandomi dall'auto in movimento.
«Steve, Dustin, Dannazione! Sono andati dritto, li ho visti quando stavamo per partire. Smettetela di fare i bambini e, Steve, porta questa cazzo di macchina dove è andata la polizia» esclamo, appoggiando con stanchezza la schiena al sedile, schiacciata tra Robin e Max.
Ammutoliti, non vola più una mosca, e il ragazzo al volante esegue ciò che gli ho ordinato.
Volgo lo sguardo al finestrino, guardando fuori.
Inizio a percepire la stanchezza, non provavo queste emozioni dagli eventi dell'estate scorsa. Ogni benedetto anno è sempre la stessa storia, sembra quasi che non siamo meritevoli di un po' di pace. Noi, dei semplici ragazzi di una cittadina sperduta nell'Indiana.
Quando finirà tutto ciò?
Robin è nella mia stessa posizione, con lo sguardo puntato fuori. Essendo nel mezzo, posso osservarla silenziosamente.
È strana, non incrocia i miei occhi e sembra schiva. Confusa da questo completamente, allungo con delicatezza una mano verso la sua, cercando di attirare la sua attenzione.
Rob si volta, guardandomi sorpresa, «Stai bene?», le chiedo premurosa. Come se fossimo in simbiosi, riusciamo sempre a percepire quando qualcosa non va nell'altra.
«Io... Sì, tutto bene, Nina. Sono solo provata da tutti questi eventi» scuote la testa, mostrandomi un sorriso forzato.
«Anche io, Rob, ma riusciremo a uscirne. Come abbiamo sempre fatto» affermo decisa, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Nel momento in cui chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi, sento l'auto rallentare, con di sottofondo un sonoro brusio di persone.
«Oh cazzo... È peggio di quel che credevamo» sento mormorare Steve, che si appresta a scendere dalla macchina. Di colpo ci affacciamo tutti, scendendo.
Davanti a noi, una folla di ambulanze e auto della polizia, contornate da un nastro giallo che delimita l'area sotto sorveglianza.
È successo qualcosa, qui.
Velocemente, i miei occhi si fermano sulla figura di Nancy Wheeler che, notando il nostro arrivo, ci lancia un flebile saluto con la mano, seguito da un piccolo sorriso.
Mi rende serena vedere che stia bene, e che non sia lei la causa del gran movimento della Polizia, ma sicuramente qualcosa deve essere avvenuto, e lei ci è stata di mezzo.

Osserviamo Nance dire le ultime cose a due agenti che la stavano interrogando, per poi raggiungerci a passo spedito.
Mi avvicino a lei, abbracciandola non appena fossimo entrambe ad una tale distanza da permetterlo.
«Nance! Dio, stai bene?» le chiedo, tenendola nella stretta.
Lei ricambia, allontanandosi leggermente per rispondermi.
«Sto bene, ragazzi. Dobbiamo parlare»
«Già, anche noi abbiamo da dirti delle cose» aggiunge Steve, guardandoci preoccupato.
«Vediamoci al Campo Caravan, a casa mia, così ci spiegherai cos'è successo» afferma Max, intromettendosi nel discorso.
Annuiamo tutti energicamente, dandoci appuntamento con la Wheeler nel posto concordato.
Con fretta, ritorniamo in macchina, pronti a partire.
La questione diventa ogni secondo sempre più spinosa. E non so se sono preparata a ciò.

«Quindi... Stai dicendo che questa cosa che ha ucciso Fred e Chrissy viene dal Sottosopra?»
Siamo seduti davanti il caravan di Max, accerchiati ad un tavolino in legno usato solitamente per i pic-nic.
Abbiamo spiegato tutta la situazione a Nancy, e lei ci ha raccontato cosa è successo, ovvero la parte peggiore di tutto ciò: Vecna ha ucciso un altro ragazzo. E, al momento, siamo in una situazione di completa confusione.
«E da dove, sennò?» le risponde Steve, portandosi i capelli all'indietro.
«La nostra teoria è che abbia attaccato con una maledizione» inizia Dustin, «O con un sortilegio» concludo io, guardando negli occhi Nancy.
«Ora, che esegua gli ordini del Mind Flayer, o ami uccidere gli adolescenti, non lo sappiamo» continua mio fratello, cercando di essere il più sintetico possibile.
L'aria primaverile ci colpisce in pieno viso, accarezzandoci con un leggero venticello fresco che mi costringe a rabbrividire di colpo, dato il mio abbigliamento poco pesante.
«Sappiamo solo che...» interviene Max, «è qualcosa di diverso. Qualcosa di nuovo» afferma, scuotendo leggermente il capo.
«Non ha... senso» mormora Nancy, toccandosi nervosamente le mani.
«È solo una teoria, Nance» rispondo, ma la ragazza mi ferma.
«No, Fred e Chrissy non hanno senso. Perché proprio loro?» ci guarda, spronandoci a ragionare.
Effettivamente, non abbiamo minimamente pensato al perché di Chrissy, e se ci fosse un criterio dietro queste morti.
«Forse... erano nel posto sbagliato? Erano entrambi alla partita» tenta Dustin.
«E vicino al campo caravan» continua Max.
I pezzi cominciano a tornare, qualcosa sta venendo a galla.
«Ehm, ragazzi... Siamo al campo caravan» ci ricorda Steve, abbastanza preoccupato.
«Forse non dovremmo, non so, stare qui?» continua.
«C'è qualcosa in questo posto. Fred ha cominciato a comportarsi in modo strano, qui» mentre Nancy parla, comincio a percepire delle sensazioni negative, come se, forse, qualcosa dietro ci fosse. E sicuramente non una delle migliori opzioni.
«In modo strano, come?» chiede Robin al mio fianco.
«Era... Spaventato, ansioso e sconvolto» afferma Nance, perdendosi nei suoi pensieri.
«Max, anche Chrissy era sconvolta, vero?» Dustin si volta verso la rossa, interrogativo.
«Sì, ma non qui. Stava piangendo, in bagno, a scuola» risponde, non riuscendo a collegare i pezzi.
Nella mia testa si stanno formando delle ipotesi, e ho abbastanza paura che possano essere vere.
Se questo fantomatico Vecna scegliesse le sue vittime in base ad un criterio di... ansia? Paura? Non riesco a trovare una risposta. Mi sento fortemente spaesata.
«I serial killer seguono le vittime prima di colpire, giusto?» la voce di Robin mi arriva diretta, illuminandomi di colpo.
«E se lo avessero visto, questo Vecna?» esclamo, «Insomma, avranno avuto delle cose in comune, Fred e Chrissy, per finire entrambi colpiti» cerco di reggere un discorso coerente, non riuscendoci pienamente.
«Non so voi, ma se io vedessi questo mostro stregone, ne parlerei con qualcuno» alle parole di Steve, mi alzo di colpo dal posto sul quale ero seduta.
«Forse l'hanno fatto. La signora Kelly, la psicoterapeuta della scuola!» eccitata all'idea di una possibile pista, li osservo dall'alto, cercando consensi.
«Sì,» sento Max appoggiarmi, «ho visto Chrissy uscire dal suo ufficio, giorni fa. Se vedessi un mostro, d'altronde, non andresti alla polizia»
«Non ti crederebbero. Andresti, piuttosto, dal tuo psicoterapeuta» continuo, sentendo di essere vicina ad una possibile scoperta.
«Credo sia arrivato il momento di fare una bella escursione» mormora Steve, guardando tutti uno ad uno, e sentendolo soffermarsi sulla mia figura, in piedi al suo fianco.

In pochissimo tempo, ci ritroviamo tutti a camminare verso le nostre auto.
Con passo svelto, mi appresto a raggiungere gli altri, poco più avanti di me.
«Nina, hai freddo?» mi giro verso Steve, che trovo al mio fianco, con sguardo confuso.
«Cosa?»
«Hai i brividi da quando siamo arrivati» nel dire ciò, si sfila la sua giacca di jeans e la appoggia sulle mie spalle, mentre io mi affretto ad indossarla.
«Grazie, Harrington» gli sorrido, ricevendo un buffetto sulla guancia di risposta.
La sua premura nei miei confronti non smetterà mai di stupirmi, credo sia la miglior persona che si possa avere al proprio fianco.
Come amico, giusto, Nina?
Ricordo alla mia coscienza, sbuffando silenziosamente. Mi mancano solo problemi di questo tipo, adesso.

Arrivati alla macchina, Nancy devia il suo percorso, raggiungendo invece la sua auto.
«Nance? Nance! Dove stai andando?» urlo, per farmi sentire dalla mora.
«Io... Devo fare una cosa» borbotta, girandosi verso tutti noi.
«Potresti anche condividerla con noi, questa cosa» continua Dustin, aprendo le braccia con enfasi.
«Già, è pericoloso, Nancy. Con Vecna a piede libero, sarebbe troppo rischioso. Devi essere accompagnata» continua Steve, guardandola determinato. Dopo attimi di esitazione, lancia le chiavi a Robin, «Andate a controllare la strizzacervelli, io vado con Nance» afferma, muovendosi con frenesia.
«Steve,» lo richiamo, «non sa guidare» esclamo, guardandolo di sbieco.
«Cosa?»
«Ehm, non ho la patente perché sono povera?» risponde Robin, causandomi una risata.
«E io non so portare la tua macchina, te l'ho sempre detto» aggiungo.
«Io so guidare» al sentire le parole di Max, un coro di «No!» partito da me e Steve giunge alle orecchie di tutti.
«Non tu, per favore» sbuffa il moro, passandosi una mano sul viso.
Al seguito di queste parole, comincia un battibecco tra gli altri, che mi porta ad alzare gli occhi al cielo.
Non ce la faremo mai.

«E va bene! Dio, è così assurdo... Io e Nancy restiamo insieme, voi andate dalla Kelly» sento pronunciare da Robin, che si appresta a restituire le chiavi a Steve e raggiungere la riccia, che intanto ci osserva con le braccia incrociate, a pochi metri da noi.
«A meno che... Non pensi di doverci proteggere» ride Robin, contagiandomi.
«Harrington, ti è andata male» urlo al ragazzo, cominciando ad aprire la portiera del sedile del passeggero.
«Fate attenzione!» le urla dietro, borbottando parole a me incomprensibili.

Toccato nell'orgoglio, il ragazzo.

«Sei proprio un imbecile, Steve» lo prende in giro mio fratello, dirigendosi verso la macchina con, di sottofondo, le mie risate.
«Oh, state zitti, siete insopportabili, veramente. E tu, Henderson piccolo, pulisciti le scarpe prima di salire» scuotendo la testa, il moro si dirige verso la portiera, pronto ad affiancarmi nell'abitacolo.
Penso di sentirmi male quando, nel momento in cui mio fratello apre lo sportello, inizia a pulirsi le scarpe all'interno dell'auto.
«Santo cielo, Dustin! Fallo fuori» alle urla di Steve, non riesco a trattenermi, cominciando a sbellicarmi completamente.
«Oh, sì, ridi pure Nina, potrei lasciarti a piedi, se solo volessi. Sempre il babysitter, sempre il dannato babysitter!» esclama Steve, con fare esasperato.
«Non avresti il coraggio, Harrington, sono troppo importante per te» rispondo, facendogli un occhiolino e chiudendo la conversazione.

Ancora con qualche rimasuglio del divertimento di prima, partiamo, pronti a raggiungere casa della Kelly.
Per fare cosa? Meglio non anticiparlo, potrebbe essere leggermente illegale.

Me, You and the Upside Down || Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora