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«Mike è andato in California?» giocherello con il filo del telefono, mentre Steve si occupa di un cliente appena entrato.
«Sì, è partito stamattina, rimane con i Byers per le vacanze di primavera» sento la voce di mio fratello ovattata, come se stesse facendo altro nel mentre conversa con me.
«Senti... avete scoperto qualcosa sullo studente coinvolto in quell'omicidio? Non so, tra di voi, o a scuola» abbasso la voce, cercando di farmi sentire solo da Dustin.
«In realtà... Max è qui con me, ed ha sentito delle urla, ieri sera» oltre alla voce di mio fratello, sento mormorare in lontananza dalla cornetta, come se qualcuno stesse parlando.
«Cosa? Max? Sta bene? Ha visto qualcosa, Dustin?» al sentire il nome della ragazza, quasi faccio un salto. Il mio sesto senso continua a dirmi che, qui, qualcosa non quadra. Per niente.
«Sì... Sta bene, Nina. Solo... Ne parliamo a voce, va bene?» come un fulmine a ciel sereno, mi torna in mente che qualsiasi telefono di Hawkins è sotto perenne controllo, dandomi della completa stupida. Grazie a Dio non abbiamo detto nulla di compromettente.
«Va bene... Solo, state attenti, okay?» dopo gli ultimi accorgimenti, chiudiamo la telefonata.
Spero solo che questi siano semplici paranoie da sorella maggiore che ha avuto delle brutte esperienze. Ma temo che non sia così, stavolta.

«Ehi, Henderson,» la voce di Robin mi riscuote dal mio torpore, «stai bene?» mi giro verso la mia amica, sorridendole impercettibilmente.
«Sì, solo che... Non so, Rob, ho un brutto presentimento su tutta questa situazione. Come se qualcosa di brutto stesse per accadere» mi strofino gli occhi con le mani, scuotendo la testa.
Crearmi paranoie inutili non mi aiuterà in niente, nemmeno a ragionare un qualcosa di sensato.
«Nina, abbiamo sconfitto un mostro a forma di ragno, l'anno scorso, e tu e Steve avete già salvato il mondo due volte. Questi sono soltanto degli omicidi a carico di un possibile pazzo» Robin cerca di rincuorarmi, dandomi delle leggere carezze lungo le spalle.
«Io credo che Dustin e Max abbiano scoperto-» non riesco a concludere la frase che i diretti interessati irrompono nel negozio.
«Steve! Nina!» mio fratello urla i nostri nomi dopo aver spalancato le porte, portandoci sull'attenti.
«Henderson, avete visto?» afferma il moro, riferendosi al telegiornale.
«Quanti telefoni avete?» osservo interrogativa mio fratello, non capendo il senso di quella domanda.
«C'è stato un omicidio, ragazzi, di cosa state-»
il mio amico viene fermato prima che possa finire la frase, «Steve! Quanti telefoni avete?» ora scandisce ogni minima parola, guardandoci serio.
«Ne abbiamo due, Dustin, perché?» intervengo io, guardandolo con una punta di confusione sul viso.
«In realtà... tre, c'è quello di Kit sul retro» dice Robin, osservandoci ancora più stranita.

Dustin e Max si fissano, e al «Tre bastano»
pronunciato dalla rossa, segue la frenesia di mio fratello nel togliersi lo zaino e lanciarlo oltre il bancone, seguito dal suo corpo.
«Woah, ma che fai? Ci sono le videocassette!»
«Dustin!»
«Sei scemo?»
Quasi in coro, Steve, io e Robin urliamo frasi differenti, delle quali nessuna risulta chiara dato il fracasso generato da mio fratello.
«Dustin! Che fai, si può sapere?» il moro si avvicina al corpo del ragazzo che si è appostato davanti il nostro computer, dove ha già iniziato a trafficare con i tasti.
«Sto allestendo qui la base operativa» afferma, tenendo gli occhi fissi sullo schermo.
«Base operativa? Ragazzi, mi spiegate cosa sta succedendo, per favore?» la mia voce stizzita si alza di qualche ottava, cominciando a sentire il nervoso scorrermi nelle vene.
«Devo cercare i numeri degli amici di Eddie, dannazione» al sentire il suo nome, quasi perdo un battito. O forse dieci.
«Ah, Eddie, quello che ti sembra più fico di me perché gioca al tuo gioco da nerd?» quasi rido alla frase di Steve, come se fosse geloso del nuovo amico, della sua stessa età, di mio fratello.
«Sì, proprio lui! E poi io, questo, non l'ho mai detto» Dustin si gira interrogativo, iniziando a discutere con il moro, neanche avessero cinque anni.
«Sul serio, ragazzi, forse lunedì potreste starvene qui a giocare, ma non oggi! È sabato ed è il giorno della settimana con più affluenza» mi volto verso Robin, aiutandola a sistemare le videocassette e concordando con le sue parole.
«Esatto, Dustin, credo che i numeri degli amici di Eddie potresti trovarli dal diretto interessato» il solo parlare di lui mi causa una strana sensazione, ma lascio correre la cosa. Ho altro a cui pensare.
«Vi capisco perfettamente, ragazze, ma questo non può aspettare fino a lunedì»
«Ah, quindi chiamare gli amici di Eddie è un'emergenza?» Robin apre le braccia con enfasi, rivolta verso i due intrusi, come se volesse sottolineare l'assurdità delle loro azioni.
Diciamo che avrei apprezzato maggiormente se stessero provando a chiamare direttamente Eddie, o che, almeno, si fossero presentati qui con lui. Ma questo è un altro discorso.
«Sì, Robin, sì, è una emergenza!»
Steve si avvicina a noi due, guardandoci seccato.
«Preferiate che lo strangoli io, o lo fate voi?» afferma, passandosi una mano tra i capelli.
«Oh, credimi, vorrei farlo da quando è nato» sbatto la cassetta sul bancone, girandomi verso mio fratello.
«Puoi almeno dirci che succede, diamine, Dustin!»
La causa di questo assurdo momento si volta verso Max, guardandola esasperato.
«Li aggiorni tu? Io ho da fare qui»
«Aggiornarci? Su che cosa, esattamente?»
Quasi non riesco più a nascondere quanto sia nervosa in questo momento, cominciando ininterrottamente a sbattere il piede contro il pavimento e incrociando le braccia.
Max sospira, fissandoci uno ad uno.

Me, You and the Upside Down || Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora