EXTRA - Yan

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Hong Kong, quartiere Sham Shui Po, 10 maggio 2019

Quello era il grande giorno.

Anche per me era giunto il momento più importante della vita di un associato della Triade: il rito di affiliazione. Sarei diventata a tutti gli effetti un membro della Wo, passando dal grado di lanterna blu a quello di soldato.

Ero in trepidazione, tuttavia cercai di mascherare le emozioni. Non dovevo lasciarle trasparire per alcun motivo; così mi era stato insegnato sin dall'infanzia. I nemici leggevano le tue espressioni e non esitavano nel colpire i tuoi punti deboli, perciò dovevo essere fredda e ponderata, in qualunque situazione mi trovassi.

Sistemai la tunica bianca che mi fasciava una spalla, ricadendo morbida sui pantaloni larghi e di cotone candido. Ai piedi indossavo degli spessi sandali di bambù, mentre i capelli erano stretti in una coda. Era il vestiario obbligatorio per la cerimonia di iniziazione. Il colore bianco rappresentava la morte, quindi il viaggio spirituale che avrei compiuto insieme agli altri candidati.

Tirai un'occhiata ai miei compagni, posizionati in una fila orizzontale. Li conoscevo solo di nome, dato che la maggior parte erano figli dei membri più influenti della Società, proprio come me. Eravamo cresciuti tra le stesse mura, avevamo studiato con gli stessi precettori, ci avevano educato al culto di Guan Yu e ci avevano insegnato le regole della Triade.

«Sei pronta?» mi domandò d'un tratto la ragazza al mio fianco, in un sussurro contenuto.

La osservai di sottecchi. Era impossibile non riconoscere Xia Ling, figlia del Signore della Montagna, il capo indiscusso della Triade. Risaltava su tutti gli altri a causa dei suoi capelli, tinti di un rosso acceso. Avevamo parlato a malapena due o tre volte, nel corso degli anni, quindi il suo approccio mi stranì.

«Sì» risposi, secca. Per educazione aggiunsi: «Tu?».

«No, ho dimenticato le formule» ammise con tranquillità.

Mi morsi l'interno della guancia per non inveirle contro. Era ovvio che se ne fregasse del rituale e che la prendesse così alla leggera: sarebbe entrata in ogni caso nella Società, grazie alla posizione di suo padre, che pretendeva di averla vicino. Avrebbe scalato presto i gradini della gerarchia, forse diventando addirittura un Ventaglio di Carta Bianca, il consigliere fidato del boss.

«Non mi preoccuperei, se fossi in te» mi limitai a ribattere.

Dal mio tono aspro intuì che non volessi continuare la conversazione, dunque non mi rivolse più parola.

Scattai sull'attenti quando i battenti di legno si aprirono. L'Avanguardia - colui che guidava gli affiliati durante l'iniziazione - ci invitò a entrare nella stanza dove si sarebbe svolto il rituale, camminando in una fila ordinata per grandezza di età. Io ero l'ultima, in quanto più piccola del gruppo, e Xia Ling era di fronte a me.

La Loggia era immersa nel buio, rischiarato solo dalle candele che bruciavano lungo il perimetro della stanza. I rappresentanti più influenti della Società erano seduti in un angolo e scrutavano i nuovi adepti in silenzio rigoroso. Tra loro individuai mia madre, che mi scoccò uno sguardo veloce e annuì piano, in segno di incoraggiamento. Lei si occupava delle questioni economiche della Triade e gestiva alcune delle aziende più proficue.

Due schieramenti di soldati alzarono le spade e le incrociarono, formando un ponte sotto il quale passammo uno alla volta. Alla fine ci aspettava l'Avanguardia, inginocchiato accanto a una tinozza d'acqua. Quando fu il mio turno, mi chinai al suo cospetto. Sentii le sue dita che tiravano l'elastico che mi legava i capelli, sciogliendoli.

«Lava via la polvere e apparirà il vero colore del tuo viso» pronunciò, solenne, porgendomi un asciugamano bianco.

Mi sciacquai la faccia, seguendo le istruzioni dell'Avanguardia, e mi asciugai. In seguito, mi alzai e afferrai il bastoncino di incenso che mi allungò. Dalla punta si libravano riccioli di fumo dall'aroma pungente.

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