EXTRA - Valerio (parte I)

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Informazioni lampo:

• Questo extra è ambientato un mese prima degli eventi dell'ultimo capitolo

• L'ho diviso in due parti perché troppo lungo, ma la seconda arriverà nei prossimi giorni

• Tasso di 🌶 abbastanza elevato ;)

• Se vi piace tenere un sottofondo musicale, vi consiglio Shameless

Buona lettura ✨️

San Pietroburgo, 17 ottobre 2019

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San Pietroburgo, 17 ottobre 2019

Non avevo mai coltivato particolari interessi o passioni, nel corso della mia vita. In quasi ventun anni non mi ero mai affezionando a niente, dato che tendevo ad annoiarmi in pochissimo. L'unica eccezione era il nuoto, la sola attività capace di rilassarmi ed estraniarmi dalla confusione che erano le mie giornate.

Sicuramente non me ne fregava un cazzo della armi che i miei genitori mi obbligavano a vendere. Mi avevano mandato via da Catanzaro appena compiuti diciassette anni e spedito a San Pietroburgo per siglare un'alleanza tra la 'Ndrangheta e i Lupi di Tambov, la banda locale. Non prendevo parte alle operazioni criminali, ma mi limitavo a rifornire i miei clienti di nuove pistole, fucili e munizioni.

Per esempio, in quel momento mi trovavo in uno squallido night club dei sobborghi cittadini, seduto su un divanetto di pelle rossa, in attesa che l'uomo che mi aveva contattato arrivasse. Tirai un'occhiata all'orologio da polso e appresi che era in ritardo. Avevamo concordato l'appuntamento per le undici, venti minuti fa.

Era già nervoso a dismisura. Avevo ricevuto il messaggio mentre stavo raggiungendo la piscina coperta della città, per svolgere le mie consuete vasche serali. Il cliente mi aveva chiesto una Tokarev, una pistola semiautomatica che non circolava sul mercato legale da quasi trent'anni, offrendomi una cifra stellare. Sarei stato un coglione a rifiutare, dunque non avevo avuto altra scelta che dirigermi nel luogo scelto dal compratore.

Detestavo saltare l'allenamento e, soprattutto, addormentarmi senza che il mio corpo si fosse immerso in acqua per almeno un paio d'ore. Era un rituale imprescindibile della mia quotidianità e ometterlo mi rendeva irritabile e scontroso, più del normale.

Mi abbandonai contro lo schienale e puntai lo sguardo verso il palco in fondo alla sala. Da quella angolazione avevo una visuale ottima delle figure mozzafiato delle spogliarelliste, che si strusciavano sui pali e si dimenavano in uno spettacolo di curve morbide e abiti coperti di lustrini che volavano via. Sbuffai per la noia, mentre una di loro si privò dell'intimo e la platea scoppiò in un boato eccitato. Il suo corpo paradisiaco non mi suscitò alcuna reazione e ipotizzai che i miei impulsi fossero morti.

Di solito non mi negavo il piacere di una serata all'insegna del divertimento, ma adesso volevo soltanto consegnare la dannata pistola che mi pesava nella giacca e tornarmene a casa. Se il cliente non sarebbe entrato nel locale per i prossimi cinque minuti, avrei tolto il disturbo. Odiavo perdere tempo.

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