Capitolo 31

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All'inizio del capitolo 28 trovate un breve recap degli ultimi eventi della trama, che vi consiglio di rileggere velocemente, per non perdere il filo della storia. Aggiungo un paio di punti:

• Egor crede che a minacciare la sua ricchezza sia Lukyan Sidorov, un suo nemico e ricco imprenditore immobiliare, schierato dalla parte della giustizia;

• Secondo un documento trovato da May durante l'ultima missione (seconda parte del capitolo 29), l'International Operations Division dell'FBI, una branca che si occupa delle operazioni oltreoceano, collabora con Sidorov per proteggerlo dalla mafia.

Come sempre, se avete dubbi di ogni tipo, non esitate a scrivermi. Buona lettura ♡

(Canzoni che consiglio per la seconda parte del capitolo: Call Out My Name di The Weeknd e Lust dei Chase Atlantic🌶️)

(Canzoni che consiglio per la seconda parte del capitolo: Call Out My Name di The Weeknd e Lust dei Chase Atlantic🌶️)

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Ghetto Zaffiro, sud-est di Mosca, 2 dicembre 2019

Gli sguardi di tutti i presenti erano concentrati sulla figura di Egor. Il vory, seduto al posto di capotavola, stringeva tra le mani ornate di anelli un sottile plico di documenti ed era assorto dalla lettura del testo stampato sul primo foglio. L'espressione concentrata e il piglio severo erano accentuati dalla sua consueta postura rigida, ma sempre elegante, che emanava un'aura di incontestabile autorità.

Nessuno osava emettere fiato, in attesa che il boss pronunciasse un discorso per cominciare quella riunione, organizzata in modo repentino e all'ultimo secondo. Egor aveva convocato nella sala adibita agli incontri ufficiali una cerchia ristretta dei suoi sicari, solo coloro di cui si fidava maggiormente, tra i quali figuravamo io, Connor e Larysa.

Quest'ultima non mi degnava di una misera occhiata e non mi rivolgeva parola da almeno due settimane, manifestando un'acredine che era ricambiata da parte mia. Mi domandai se la nostra amicizia sarebbe mai tornata solida come lo era un tempo, prima che lei avesse tradito la mia fiducia e io le avessi strappato via l'uomo di cui si era innamorata. Il legame fondato quando avevamo appena dodici anni si era dissolto in un cumulo di cenere e rancore, impossibile da ricostruire.

Dall'altra parte, tuttavia, c'era Connor. L'angolo delle mie labbra si incurvò in un flebile sorriso istintivo, mentre osservavo di sbieco il ragazzo che mi aveva scombussolato l'esistenza in maniera tanto inaspettata quanto positiva. Non mi sarei mai stancata di studiare i suoi particolari più belli, per imprimere nella memoria i dettagli di cui mi ero infatuata senza neanche accorgermene.

Erano passati soltanto un paio di giorni dal momento che avevamo condiviso nella serra della Villa, da quella dichiarazione improvvisa per entrambi e dalla promessa di impegnarci per farci del bene reciproco. Lui aveva giurato di non causarmi alcun tipo di sofferenza, mentre io gli avevo garantito che avrei abbattuto la mia muraglia difensiva e che gli avrei donato una possibilità di starmi accanto. Nei due giorni successivi avevamo trascorso quasi ogni ora insieme, persi tra baci ed effusioni, e giunti a quel punto l'idea di separarci risultava pressoché irrealizzabile.

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