𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝒐𝒕𝒕𝒐

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- Ehi ragazzi, che ci fate fuori a quest'ora? - il coach era all'ingresso del negozio, con la spalla sinistra appoggiata al muro e una sigaretta ormai consumata in mano. I capelli, che come al solito erano tirati indietro con una sorta di elastico, sembravano più sporchi del solito.
- Eravamo da queste parti... -
- Capisco - spense la sigaretta (o quello che ne rimaneva) nel posacenere alle sue spalle.
- Entrate -

Il negozietto era piccolo ma ben fornito. Anche se forse non sembrava, Ukai ci teneva molto. Si alzava presto tutte le mattine, e una volta arrivato attendeva che il camioncino con gli alimenti freschi arrivasse. Nel mentre, si fumava una sigaretta. Era un brutto vizio, il suo. Non ne andava fiero, anzi. Più volte aveva tentato di smettere, ma non era cambiato niente. Aveva provato a buttare via gli accendini, a lasciare il portafoglio a casa, addirittura a segnarsi tutti i soldi che spendeva in pacchetti, ma non aveva funzionato. Ormai era parte di lui, non ci faceva neanche più caso.
Allungò due panchetti alti ai ragazzi, e gli fece cenno di sedersi.
- Che mi dite? Come procedono gli allenamenti? - Hinata per poco non cadde per l'entusiasmo. - Degli uccellini, mi hanno detto che siete andati ad allenarvi anche oggi. Non esagerate, ok?? - Shoyo ignoró l'ultima affermazione e si promise di dire due paroline a Daichi e Sugawara.
- Sono andati benissimo! Tobio è molto bravo, anche se io lo sono di più! - Kageyama gli lanciò un'occhiata poco convinta e aggiunse:
- Abbiamo un'ottima sincronia, con un allenamento costante raggiungeremo ottimi risultati, e inoltre... -
- Stasera Tobio è venuto a cena da me! -
- Shoyo! - rimproverò il moro. - Guarda che stavo facendo un discorso serio! -
- Anche io! Hai mangiato un sacco, non ti ho mai visto mangiare così tanto! -
- Mi fa piacere che andiate d'accordo - li interruppe Ukai. - Quando si parla di sport di squadra è più facile lavorare se ci si vuole bene anche nella sfera privata - Kageyama parve arrossire. Si alzò e prese due ghiaccioli dal frigo in fondo al negozio, lasciando i soldi sul tavolino di legno.
- A- allora noi andiamo - disse.
- A domani -
E uscirono.
"Faranno grandi cose, insieme" pensò Ukai, prima di salutarli con la mano e estrarre un'altra sigaretta dal pacchetto.

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Kageyama's p.o.v.

Il giorno dopo venni svegliato dal suono delle notifiche del telefono. "Che palle, mi sono dimenticato di spegnerlo".
Sentivo tutti i muscoli doloranti e la testa pesante, e anche solo muovermi faceva male. Non avevo fatto nulla di che, nulla di particolarmente stancante, eppure mi sentivo a pezzi.
Ma allo stesso tempo ero sollevato, come se stare con Hinata mi avesse fatto bene al cuore.
Era tanto che non passavo una serata come quella di ieri. Era da... no, non riuscivo a ricordarlo.
Quanto tempo era che non facevo una cena così?
Quanto era che non mangiavo con i miei, che non li vedevo felici insieme?
Era difficile dirlo.
La famiglia di Hinata era una famiglia normale, non una di quelle da copertina, ma era pur sempre una famiglia. L'avevo capito anche solo dopo una sera.
Loro si volevano bene.
Loro, se ci fosse stato qualche problema, l'avrebbero risolto insieme. Se Hinata non fosse stato bene, sua mamma avrebbe staccato da lavoro e sarebbe corsa a casa per vedere come stava, la mia l'avrebbe fatto?
La risposta non mi fece neanche male.
"No."
"Sa badare a se stesso" avrebbe detto. Avrebbe pensato che sarei riuscito a cavarmela, come sempre. Ma se, invece, non ne fossi stato in grado?
Chi si sarebbe preso cura di me?

I miei pensieri andavano come in due direzioni diverse: ero felice di aver passato quella sera con loro, o mi stavo rendendo conto di ciò che mi mancava? Non mi detti una risposta. A volte per me era più facile scartare i problemi piuttosto che affrontarli. Presi il telefono.

Nessuna notifica.
Per un attimo, giusto qualche secondo, una parte di me sperò che Hinata mi avesse scritto. "Magari un paio di messaggi. Magari anche lui è stato felice di stare con me."
Controllai dubbioso lo schermo.
Non vidi niente.
"Non ha neanche senso sperarci."
Poi mi resi conto che non avevo controllato le chat archiviate, che erano praticamente tutte le chat che avevo, tranne qualche eccezione.
Hinata mi aveva scritto. Senza pensarci un attimo aprii la chat.

Shoyo ^^

Heyy

So che probabilmente stai già dormendo

Volevo dirti che mi ha fatto piacere stare con te oggi

Anche alla mamma sei piaciuto un sacco, ha detto che posso invitarti quando voglio :))

Ovviamente solo se ti va

E se puoi

E se hai tempo

Insomma, non sei obbligato

Scusa sono ripetitivo

Scusa scusa scusa

Sì insomma in sostanza

Se vuoi tornare da me, cioè da noi, anche domani, per me va bene

Mamma dice che le farebbe piacere conoscerti meglio

Ah e sei piaciuto pure a Natsu... Roba da pazzi! Non le piace mai nessuno dei miei amici

Ora vado, fammi sapere

Buonanotte Tobio <3

Senza accorgermene, rimasi a fissare quei sedici messaggi per un po'. Li lessi e rilessi, come se avessi dovuto impararli a memoria. Mi resi conto che stavo sorridendo. E continuai a farlo, per una volta non ci vidi nulla di male.
Ero... felice? Per dei messaggi?
"Hinata è stato bene con me. Sua mamma vuole conoscermi meglio. Sono piaciuto a sua sorella. Hinata vuole invitarmi di nuovo stasera. Hinata mi ha chiamato amico..." continuavo a ripetere queste frasi nella mia testa.
Provavo una bella sensazione, percepii di nuovo quella brezza leggera che mi scorreva sul corpo. Avrei voluto sentirmi così più spesso.

Mi alzai, feci colazione e mi vestii abbastanza in fretta. Mi avviai a corsa verso la palestra, come tutte le mattine.
Di solito lo facevo perché volevo giocare, e scappare da casa mia.
Oggi lo stavo facendo per un motivo diverso. Volevo vedere Hinata.
Volevo vedere il suo sorriso contagioso il prima possibile.
Volevo alzargli la palla ancora una volta, e un'altra ancora, e un'altra, finché non saremmo stati stanchi morti. Per la prima volta, sentii quella brezza fresca che mi accompagnava.

Arrivai in palestra tutto sudato e con i capelli scompigliati per il vento. Qualcuno dietro di me mi picchiettó con un paio di dita sottili sulla spalla. Sapevo già chi era. Il sorriso di Hinata sembrava più bello del solito.
- Buongiorno Tobio! - esclamò. - Hai dormito bene? -
- Buongiorno, ho dormito bene -
- Mi fa piacere. Mi fai qualche alzata, alzatore fallito? - sorrisi. Eravamo arrivati per primi, e io avevo ancora le chiavi che Daichi mi aveva prestato il giorno precedente.

- Dai, apriamo la palestra -

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pov: anche oggi mi organizzo domani.
non ho niente da dire lol, spero stiate tutt* bene <33
comunque fa veramente troppo caldo, non credo riuscirò a sopravvivere quest'estate.

~ artxmismoony

𝘾𝙤𝙪𝙣𝙩𝙞𝙣𝙜 𝙨𝙩𝙖𝙧𝙨 || ᵏᵃᵍᵉʰⁱⁿᵃ ♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora