⚠️ in questo capitolo è presente la descrizione di un attacco di panico, la segnalerò ovviamente con un tw, ma leggete solo se siete sicur* che non vi dia fastidio <33 ⚠️
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Hinata' p.o.v.
La casa di Kageyama mi piaceva. Certo, era molto diversa dalla mia, ma del resto anche io e lui eravamo diversi, e non ci vedevo niente di male.
Salii velocemente le scale e accesi la luce del corridoio. C'erano cinque stanze. E avevo già dimenticato dove era il bagno, fantastico. Tornare di sotto e richiederlo a Tobio era fuori discussione, mi avrebbe sicuramente chiamato pesce rosso per settimane.
Decisi di aprirle tutte, però piano, per non sbirciare troppo.
Non volevo essere invadente, non era casa mia.Dietro la prima porta c'era una specie di sgabuzzino, quindi la richiusi. Andando avanti trovai quella che doveva essere la camera dei suoi genitori. Era praticamente vuota, non vidi nemmeno una foto. Mi rattristò un po'. "Magari hanno un album da qualche parte..."
Kageyama non mi aveva mai detto niente di troppo specifico su di loro. "Sono spesso fuori per lavoro" queste erano state le sue uniche parole. E io non avevo chiesto altro, gli si leggeva in faccia che era poco entusiasta di parlarne. Magari avrebbe affrontato il discorso più avanti. O magari non lo avrebbe affrontato, sicuramente non l'avrei costretto a farlo. Sapevo cosa significasse avere dei segreti.
La stanza accanto era probabilmente per gli ospiti. C'era solo un letto, anche se piccolo, e una cesta piena di giochi per bambini. "Quindi questi sono di Kageyama..." vedere un oggetto così personale mi rassicurò un po', rendeva tutto meno freddo e spoglio.Finalmente trovai il bagno. Una volta uscito, mi resi conto che mancava ancora una porta da aprire.
"La camera di Tobio..."
Una parte di me voleva scendere le scale e tornare da lui, l'altra desiderava abbassare la maniglia e entrare. Detestavo non saper mai trattenere la mia curiosità. Non riuscii a resistere. La porta si aprì silenziosamente, come le altre. La stanza era completamente buia, a parte qualche fascio di luce che entrava dalla finestra. Camminai lentamente, come se Tobio potesse essere lì da qualche parte.Era una camera semplice. C'era un letto matrimoniale nel mezzo, con un solo comodino e un grande armadio, che non so perché immaginai fosse per lo più vuoto. C'era anche una porta azzurra, a destra del letto.
"No, non puoi aprirla. Sei già entrato in camera sua senza permesso."
Però... Anche lui aveva visto camera mia, cosa poteva esserci di male?Aprii la porta celeste. Tenni gli occhi socchiusi per un po', poi li spalancai non appena vidi cosa conteneva la stanza. C'era... solo un bagno.
Nulla di strano. Perché allora Tobio non mi aveva fatto venire qui? Magari era il suo personale, e non voleva che lo usassi. Mi guardai un po' attorno e notai che il lavandino era occupato. C'erano tante piccole scatole bianche, messe una sopra l'altra, con le date di apertura e la scadenza scritte col pennarello nero.
- Sono... medicine?-
- SHOYO! - mi voltai di scatto e quasi caddi per lo spavento. Kageyama era sulla porta, aveva la faccia pallida.
- C-cosa ci fai qui? -
- Io... - "inventati qualcosa, qualsiasi cosa" - Non ricordavo dove fosse il bagno, quindi... ho- ho trovato questo -
- P-potevi chiedermelo di nuovo! -
- Scusa, non ci ho pensato... -
- TI SEMBRA IL MODO? ENTRARE NELLE CAMERE DEGLI ALTRI SENZA PERMESSO? SOPRATTUTTO SE TI STO OSPITANTO A CASA MIA? - stava urlando. Kageyama stava urlando.
- I- io.. - tornò quella sensazione.TW: Non riuscii a evitarlo. Mi sentii sopraffatto.
Dalle emozioni.
Dalla sua voce.
La sua voce maledettamente alta.
Non quella di kageyama. La sua.
Mi feci piccolo, mi accasciai sul pavimento e strinsi le ginocchia sbucciate al petto. "Non mi prenderai" dissi nella mia testa. "Non mi prenderai, non mi prenderai, non mi prenderai".
Mi mancava il fiato. Respiravo veloce, come a cercare di prendere più aria possibile per non rimanere senza. Cominciò a girarmi la testa. I respiri diventavano sempre più corti e forti. Faceva caldo.
Troppo caldo.
Cominciarono a formicolarmi i piedi, le dita della mano destra. Quelle della sinistra.
Non respiravo più.
Era successo di nuovo.
Poi la voce si fermò.~ fine tw
- ..Shoyo? - alzai debolmente gli occhi. Erano umidi. Freddi. Mi tremavano le palpebre.
- Scusa - fu l'unica cosa che riuscii a dire. - Scusa scusa scusa scusa - lo ripetevo, con un filo di voce, ancora e ancora, perché era colpa mia. Sempre colpa mia.
Io ero entrato in camera sua.
Io avevo invaso il suo spazio.
Io avevo ficcato il naso.
Io non ero abbastanza forte.
Io ero un errore.
Tobio si abbassò lentamente.
- Posso toccarti? - chiese.
Feci cenno di sì.
Mi posò una mano sulla testa e mi accarezzò piano i capelli. - Va tutto bene - disse.
- Ci sono io, va tutto bene - mi aiutò ad alzarmi.
- Respira. Ci riesci? - Mi asciugò le lacrime con le sue mani tiepide.
- N-non ce la fa..ccio -
Mi porse un fazzoletto. - Adesso respiriamo insieme, ok? Uno, due... tre -
Mi sorrise. - Va meglio?-
Mi guardò negli occhi.
- Va meglio.. -Allargò le braccia, quanto bastava perché il mio corpo sottile potesse sprofondarci dentro. E io mi gettai su di lui, lasciai che mi avvolgesse come mai nessuno aveva fatto prima. Lasciai che il suo profumo si mescolasse col mio. Tobio sapeva di pioggia e di caffè. E io amavo la pioggia.
Rimasi lì, tra le sue braccia, non so per quanto tempo. Quanto bastava. Lui non mi chiese di staccarmi. Non mi allontanò. Mi fece sedere sul letto. - Credo che tu sia stanco, hai sonno? Forse un po' di riposo potrebbe farti bene.. -
Mi distesi. Ogni tanto mi accarezzava la testa. Sentivo il suo sguardo su di me. Aprii leggermente gli occhi.
Lo vidi sorridere.
Gli sorrisi anch'io.
- Grazie - riuscii a sussurrare. Poi mi addormentai. E il suo sorriso fu l'ultima cosa che vidi.• ° • ° • ° • ° • ° ☾︎ ~ ☼︎ • ° • ° • ° • ° • °
buonasera <33
ci ho messo un po' ma eccomi qua :3 spero che stiate bene. se non dovesse essere così, per qualsiasi cosa io ci sono, non esitate a scrivermi.
detto ciò, alla prossima!~ artxmismoony
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𝘾𝙤𝙪𝙣𝙩𝙞𝙣𝙜 𝙨𝙩𝙖𝙧𝙨 || ᵏᵃᵍᵉʰⁱⁿᵃ ♡︎
Romance«Avrei voluto piegare il tempo e strapparlo come un foglio di carta, riscrivere la nostra storia affinché nessuno dei due dovesse più vivere un solo attimo di sofferenza. Usare tutte le lacrime che avevamo versato come inchiostro, e lasciare sulla c...