Capitolo 44

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<<Mattia?>> sussurrai

<<Ciao ballerina>> okay allora non era un allucinazione quella di ieri, il mio ex è veramente tornato a Roma, rivederlo mi fa uno strano effetto ma poi ricordo il modo in cui mi ha lasciata e perché lo aveva fatto e subito la rabbia mi sale

<<Che stai a fa qua?>> okay forse meno aggressiva eh

<<Sono tornato per un pò, mia cugina si è iscritta a questa scuola di danza e sono venuto a portarle la borsa, e appena ho visto Fede mi ha riconosciuto e così mi ha detto che c'eri anche te e niente volevo vederti>> certo che era proprio cambiato eh, però nonostante tutto non mi mancava per niente insomma stvao benone prima che arrivasse lui

<<E chi sarebbe tua cugina?>> mi pare che conoscevo la maggior parte della famiglia, eppure sta fantomatica cugina mai vista, cioè alcune si ma mai una che facesse danza

<<Lavinia>> ah, aspe che porca puttana che ironia della sorte

<<Lavinia?>> dissi con un sussurro

<<Si la conosci>> no è solo la ragazza con cui quel troglodita del mio ex mi ha tradita ma niente de importante eh

<<Si>> sentivo che mi mancava l'aria non riuscivo a respirare

<<Sei bellissima con questo vestito, e anche ieri sera lo eri e queste treccine fucsia ti stanno d'incanto>> quindi era veramente lui e si avevo le treccine che ti fanno al mare

<<Non ho avuto un allucinazione per colpa dell'alcool>>

<<No ero io veramente>>

<<E perché sei tornato ora>>

<<Per mia cugina che hai detto che conosci vero>>

L'aria cominciava a mancarmi sempre di più e sapevo perfettamente cosa era, un attacco di panico, non mi capitava da tanto

<<Ehm Sara stai bene?>> per quanto odi ammetterlo Mattia conosceva i miei attacchi di panico e li riconosceva subito, cerco di focalizzarmi su qualcosa, mi guardo intorno, ci sono i miei compgani, Fede, i prof de amici alcuni ex allievi e i compagni di Christian che mi guardava preoccupato anche lui lo aveva capito, le new entry ma non riuscivo a calmarmi

<<No scusate ho bisogno d'aria>> e così corsi fuori la porta e uscii fuori, avevo bisogno di stare da sola e lo sapevano, persi il telefono e chiamai una delle uniche persone capaci di farmi calmare

<<Perché me chiami a quest'ora?>>

<<Chri>> dissi con fatica

<<Ao che sta a succede?>>

<<Non riesco a respirare Chri mi manca l'aria>>

<<Okay calmati, parla con me, stai a telefono con me, concetrati sulla mia voce okay>>

<<Si>>

<<Ricordi quando siamo andati al mare quell'anno e tu avevi paura di buttarti dalla scogliera?>> annui consapevole che lui non potesse vedermi, però in qualche modo capiva

<<E ti ricordi che cosa ti dissi>> ma nessuna risposta

<<Sara ricordi cosa ti dissi>>

<<Di non guardare giù, di chiudere gli occhi e pensare al momento, ovvero che stavo con i miei migliori amici a saltare nel vuoto e che se sarebbe successo qualcosa voi mi avreste aiutato>>

In due si balla meglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora