Insostenibile Leggerezza

Sola

La mia sveglia sul comodino segnava le nove del mattino. Avevo dormito pochissimo ma non mi importava più di tanto.
Rimasi nel letto un quarto d'ora abbondante a rigirarmi tra le coperte. Non avevo voglia di alzarmi e controllare se fossi sola.
Desideravo che Luigi rimanesse con me per tutta la giornata eppure provavo imbarazzo all'idea di uscire fuori da quella stanza. Non sapevo che cosa dirgli, se invitarlo a restare a fare colazione o se uscire e andare a fare qualcosa, nonostante immaginassi che dovesse lavorare.
Mi alzai finalmente, ma non ebbi il coraggio di andare in soggiorno. Mi affacciai alla finestra per controllare come fosse la giornata e non potei credere alla quantita di fans accalcati dietro il portone del mio palazzo con striscioni e cartelloni.
Più tardi sarei dovuta scendere a comprare alcuni oggetti di prima necessità di cui avrei avuto bisogno in quel di Milano. Ma sarei stata inevitabilmente riconosciuta e poi chissà i tabloid e i giornaletti cosa si sarebbero inventati questa volta.
Mentre mille piani e progetti per uscire di casa inosservata prendevano forma nella mia mente, mi feci forza e mi avvicinai alla porta della mia camera, pronta per uscire.
Nel momento in cui girai la maniglia, compresi di essere sola in casa.
Se n'era andato e io non lo avevo sentito.
Ero al tempo stesso sollevata e dispiaciuta che mi avesse abbandonata così, senza neanche salutarmi.
Presto mi resi conto di un foglio di carta sul tavolo. Era un biglietto di Luigi su cui era scritto:

Carol scusa, sono dovuto scappare. Sono venuti a prendermi.
Avrei trascorso molto volentieri la mattinata con te. Ti chiamo più tardi dopo l'intervista a Rtl1025.
Buona giornata.
ps: attenta ai fan quando esci di casa, scusami

"Scusami, gne gne, che stronzo" pensai tra me e me.
Non potevo uscire, non potevo fare nulla di tutto quello che mi ero programmata e la motivazione per cui ne ero impossibilitata era molto semplice:
Luigi.

La mattina trascorse piuttosto lentamente, non potendo fare granchè. Serena era impegnata al balletto ma, anche volendo, non avrebbe potuto raggiungermi che l'avrebbero riconosciuta subito, ed i miei sforzi sarebbero stati vanificati. Non sapeva della sera prima ma immaginavo che ormai lo sapesse.
Cominciai a scrollare su Amazon, inserendo tutto ciò che mi serviva per la partenza, nel carrello.
Non potendo andare a comprare di persona, almeno qualcun'altro le avrebbe potuto portare sotto casa. In quel momento, ringraziai il capitalismo e la sua azienda prediletta.

Vidi un po' di televisione, risposi a qualche tweet divertente e poi aprii Instagram che non era uno dei miei social preferiti.
Il caso volle che la prima storia a comparirmi sulla home, fosse quella di Luigi. Un video di pochi secondi in cui avvisava i suoi seguaci di collegarsi alla radio per ascoltare la sua intervista.

Presa dalla noia del momento, decisi di aprire il link che era stato allegato.
L'intervista era iniziata da poco. Gli erano state poste alcune domande sul nuovo singolo a cui lui rispose in maniera esaustiva, per me che lo conoscevo,  vaga e incerta, per chi non avesse idea di lui chi fosse.
Ogni domanda era solitamente intervallata dalla riproduzione di alcuni dei suoi brani. In questo modo trascorsero i primi trenta minuti. Verso la fine dell'intervista, cominciarono le domande più difficili e potevo giurare di vedere la sua faccia imbarazzata anche senza averlo davanti:
"Ma l'amore, Luigi, dicci un po'. Così bravo e famoso avrai sicuramente una fila lunghissima dietro."
Sentii la sua risata di circostanza, quella finta, che cacciava fuori soltanto quando non voleva realmente parlare.
"No, non è vero, niente fila lunghissima."
"Ah abbiamo capito, c'è solo una persona allora che ti ha fatto battere il cuore.
Ieri Twitter è impazzito, si vocifera che tu abbia fatto una serenata a qualche fortunata"

Ecco, ci siamo pensai. Odiavo quel tipo di narrazione tossica. Sono informazioni personali che nessuno dovrebbe sentirsi in dovere di condividere. Mi fidavo di Luigi e sapevo che non avrebbe parlato, ma ancora una volta, bisognava indagare nel privato di un personaggio famoso semplicemente per audience e gossips.