•un nuovo amico... abbastanza strano•

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Somebody, when the world starts cavin' in
I need a hand, I need a friend
I'm trying to remember what it's like
To be young and alive
I'm so close to the edge
And I need a friend, I need a friend
When everything is blue
All I need is you
-Friend, Benson Boone

-<<Adesso riesci a sentirmi?>> sputai acida quelle parole spostando il palmo della mano dalla fredda parete. Aggrottai la fronte confusa. Perché avere quella reazione? Quella spaventata dovevo essere io.

<<T-tu riesci a vedermi?>> mi chiese indicandomi con la mano tremante, mentre con l'altra dovette reggersi al muro.
<<Certo che riesco a vederti, non sei di certo invisibile>> risposi ironica guardandolo preoccupata. In realtà era una mezza verità, per me non era invisibile ma per gli altri chiaramente lo era e non riuscivo a spiegarmi il motivo.

<<Come fai a vedermi?>> chiese di nuovo svampito.
<<Con gli occhi...?>> risposi di getto, queste sono le risposte che mi vengono meglio, quelle trasparenti, schiette e sincere. Senza peli sulla lingua. Quelle stupide va'.

<<Questo lo avevo intuito Sherlock>> mi disse alzando gli occhi al cielo infastidito dalla mia affermazione.

<<Avevo visto che avevi un'aura particolare ma non pensavo fino a questo punto>> mi spiegò studiandomi da testa a piedi e io feci lo stesso. Lui non era umano, lo avevo capito. Ma pensavo che ci fosse un motivo valido e magari razionale per la sua invisibilità, ma in qualche modo scartai quell'opzione. Perché niente nella mia vita ultimamente sembrava razionale.

<<Come prego?>> gli risposi aggrottando le sopracciglia. Lo guardai quasi stordita, aveva un ché di... paranormale. Questo lo avevo già notato sin dal primo momento in cui ero riuscita a posargli gli occhi addosso, solo che non riuscivo a figurarmi cosa fosse. E il fatto che anche lui mi stesse studiando come se anche io avessi un ché di paranormale... beh mi intimoriva.

<<Ah sì vero, mi sono scordato di dirtelo...>> incominciò come se si fosse dimenticato una cosa insignificante. Mi rivolse quel sorriso, quel sorriso che odiavo ma che allo stesso tempo mi affascinava.

<<Io sono un fantasma>>

Lo disse come se si fosse scordato di spegnere il fuoco sotto il caffè la mattina prima di uscire di casa. Ci fu un attimo di silenzio che suonò più rumoroso di un'esplosione.

<<EH?!>>

Vi giuro che questa fu la reazione più contenuta che riuscii ad esprimere.

<<Sono un fantasma>> ripeté scrollando le spalle. Non potevo sembrare così sorpresa di vedere un fantasma quando in realtà avevo visto anche il volto di Dio e diavolo in persona. Poi riflettei un attimo e compresi che forse era una persona che era stata giudicata dal Dolmag.

<<Quindi tu sei... morto?>> chiesi per sicurezza squadrandolo da capo a piedi. I capelli arruffati, la maglia che ricadeva larga nascondendo un corpo che sembrava essere allenato, il modo in cui si muoveva e si atteggiava... sembrava vivo. Una persona viva a tutti gli effetti nascosta in mezzo a un sacco di altre persone vive. Nei film i fantasmi vengono descritti come esseri demoniaci, spaventosi, che spesso tornano dall'aldilà per vendicarsi degli uomini... lui non appariva per niente minaccioso. Al contrario.

Non per questo mi fece più simpatia, rimaneva comunque il ragazzo che stava sorridendo mentre osservava un altro ragazzo cercare di molestarmi.

<<Sì>> mi rispose.
<<Non è che sei un ragazzo normale che mi sta prendendo in giro>> gli dissi sospettosa, non volevo di certo sembrare un'idiota per uno stupido scherzo di un adolescente.
<<Lascia che ti spieghi una cosa...>> incominciò con fare saccente e il suo tono mi infastidì.

Piacere, io sono la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora