•D'altronde lui era morto•

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You might be a soldier, but know that your demons built an army
And they're taking over now, all I see through my tears is black
Tell mom and dad I love them, but I have to go, no turning back
And I know that your heart is aching
I know that you don't know why
And you can't stop your hands from shaking
Now you want to die
-To my younger self, Britton

-Dopo la fantastica giornata passata con James, il giorno dopo quando mi svegliai, mi chiese scusa in ginocchio. Anzi, ero stata io a farlo inginocchiare per scusarsi. A volte ci vuole più autorità gentili amici. <<Mi dispiace!>> aveva urlato.
<<Un giorno di questi ti farò anch'io scherzi del genere>> lo rimproverai.
<<Non lo farò più!>> continuò con la testa china a terra, e le ginocchia piegate.
<<Ci mancherebbe>> gli risposi.
<<Ti giuro non mi permetterò mai più di farti stancare in quel modo>> era così dannatamente serio che non potei fare altro che credergli. Avevo rischiato di prendere la febbre, ma un paio di pillole erano bastate a frenare i sintomi. <<Per stavolta ti perdono, ma prova a farmi una cosa del genere un'altra volta, e giuro che ti faccio resuscitare solo per ucciderti un'altra volta>> commentai dandogli un pugno sul braccio. <<Ahi>> si lamentò.
<<Beh tutto è bene quel che finisce bene>> continuai.

Era arrivato novembre, incredibile vero? Ero sopravvissuta ad una convivenza forzata con un fantasma. Credetemi, gentili amici, era stata un'impresa ardua e tenace per la mia effimera pazienza. Anche se devo essere onesta con voi, non era poi così tremendo condividere il mio tempo con lui, anche perché la maggior parte delle volte mi faceva ridere. E una risata quotidiana era sempre stata importante per me. E sì, ok, aveva qualche problema con Jason, ma per il resto era a posto. In realtà aveva problemi con tutti i maschi, anche quelli che non aveva mai visto in vita sua. Mi dissi che forse era solo una mia impressione. Mi avviai per andare a scuola, a fianco del mio amico fantasma.

Novembre era arrivato e io cominciavo ad essere sempre più ansiosa. Perché dicembre non era lontano e neanche il solstizio d'inverno, e neanche la mia risposta per il Dolmag. Non avevo idea a cosa sarei andata in contro. Le ombre ultimamente erano più confuse di me e il mio sonno agitato. A James non avevo detto niente perché non avrei saputo come dirglieleo. Lo avrebbe scoperto lo stesso 21 dicembre. Gli avevo chiesto di entrare nell'osservatorio al posto mio mentre io lo osservavo a debita distanza per evitare di essere scaraventata via. Non sapevo se nell'aldilà esistessero i sortilegi, ma quell'edificio sembrava ostinato a non farmi entrare. Aveva detto che all'interno non c'era niente di strano, un telescopio per osservare le stelle, delle credenze piene di librerie e specchi. Ha detto che era pieno di specchi, e che tra una credenza e l'altra ce ne era uno.

Tranne per la quantità ridicola di superfici riflettenti non vi era alcunché di strano in quell'edificio e mi chiesi perché in un certo senso fosse allergico alla sottoscritta.

<<Ti sto dicendo che è così!>> protestò imperterrito.
<<Ma hai il cervello più piccolo di un fagiolo>> lo insultai.
<<Se ti metti i guanti nelle orecchie si riscaldano!>> continuò.
<<Non sai dove te li metto i guanti>> risposi brusca. Mi stava torturando da un quarto d'ora.
<<Certo che riscaldano, ma quale scemo si metterebbe mai i guanti sulle orecchie solamente per assomigliare a Dumbo?>> ribattei. Si mise il pollice sul mento, e ci rifletté un attimo.
<<Sai che non hai tutti i torti>> commentò.
<<Visto!>>

Mi soffermai sulla figura del mio amico fantasma, lo osservai muoversi. E mi resi conto che la mia vita da quando era arrivato lui era più paranormale. A dirmelo non c'era solo il fatto che vivessi con un fantasma ma anche che incominciassi a vederne di più.

Piacere, io sono la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora