•Questa storia è davvero quella che sembra che sia?•

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And what the hell were we?
Tell me we weren't just friends
This doesn't make much sense, no
But I'm not hurt, I'm tense
-Friends, Chase Atlantic

-<<Buon compleanno!>> riuscii a sentire le loro urla appena aperta la porta di ingresso. All'interno della casa vidi le figure della nonna, del nonno e di Beatrix con le braccia spalancate pronte ad accogliermi in casa. Avevo la bocca spalancata. Me ne ero completamente dimenticata. Mi ero dimenticata che il giorno dopo l'esibizione sarebbe stato il mio compleanno.

Più precisamente il 23 di dicembre, il giorno prima della vigilia di Natale. Lo so, sono nata in un periodo un po' scomodo. Non festeggiavo molto il mio compleanno, non avevo l'abitudine, ecco. Non provavo del risentimento ma non lo consideravo neanche un giorno di estrema felicità.

<<Non sei felice?>> chiese Beatrix venendomi incontro. Io non riuscivo ad esprimermi, era la prima volta che mi faceva una festa a sorpresa, ma lei era capace di stupirmi sempre.
<<Vi ringrazio...?>> era l'unica cosa che riuscii a dire. Osservai tutti i dettagli fatti meticolosamente, era tutto perfettamente in ordine. La tavola imbandita, i festoni rossi. Tutto fatto per me, e quel piccolo gesto che di solito si fa ai bambini, ora lo stavano regalando a me, e io sorrisi come se fossi una di quei bambini. Lo stavano regalando a me che non avevo mai avuto niente, a me che l'infanzia mi era stata sottratta con un soffio di vento, a me che ora mi ritrovavo ad avere tutto. Avevo degli amici, una famiglia, potevo andare a scuola, non mi mancava niente, ed ero grata di tutto ciò che avevo.

<<Sono felicissima>> puntualizzai. Avevo un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Sembravo veramente una bambina, eppure se avessi avuto tutte queste cose sin da piccola non credo che gli avrei dato importanza, credo che le avrei prese alla leggera, le avrei date per scontato, invece ora le apprezzavo di più. <<Perché non ci hai detto niente!?>> urlarono all'unisono Sophie e Jason.

<<Me l'ero scordato>> ribattei.
<<Come hai fatto a dimenticarti del tuo compleanno?>> chiese Jason sconvolto.
<<Me ne sono dimenticata e basta>> abbassai gradualmente la voce, non mi andava di fare rievocare ricordi tristi, il mio primo compleanno senza genitori non era stato dei più felici.

Dal tono della mia voce capirono che non c'era motivo per andare oltre con le domande. Cominciammo a parlare, della festa, dell'esibizione, del perché Beatrix non potesse venire. Era stata impegnata con i preparativi della festa, anche perché i miei nonni non avevano idea di come si organizzasse una festa a sorpresa.

<<Cavolo!>> esclamò Sophie. <<Mi sono sporcata>> notò con dispiacere che la buonissima torta al cioccolato era caduta accidentalmente sul suo bel vestito bianco merlettato di lana.
<<Sempre tu ah>> commentò Jason infastidendola, beccandosi un'occhiataccia da parte sua.
<<Secondo me è il bianco che attira il cibo>> protestò lei. <<Non vi preoccupate, abbiamo tante camere, potete pure rimanere qua per la notte, i cambi non ci mancano, dovete solo avvertire i vostri genitori>> questo sembrava essere il regalo di compleanno del nonno, lo guardai con gratitudine. Ricambiò il sorriso a trentadue denti.

E pensare che quello stesso sguardo che da bambina mi aveva guardato con disprezzo ora mi stava guardando con amore. L'unica cosa che mi sembrava lecita chiedere era: perché? Perché adesso e non prima? Cosa gli aveva fatto cambiare idea? Perché dopo otto anni e non prima? Decisi che ci sarebbe stato un secondo momento per chiedere riguardo ai misteri della mia famiglia.

<<È il momento di passare ai regali!>> canticchiò la nonna eccitata.
<<Grace, per piacere, ci sono ospiti>> la ammonì il nonno.
<<Sì, sì va bene. Parti tu cara>> si rivolse a Beatrix.

Piacere, io sono la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora