•Lo yin o lo yang•

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Is there someone else or not?
'Cause I wanna keep you close
I don't wanna lose my spot
'Cause I need to know
If you're hurting him, or you're hurting me
-Is there someone else? The weekend

-<<Ehi>> salutò timido il ragazzo misterioso. <<Ehi>> lo salutai io.
<<Piacere di conoscerti>> incominciai cordiale. <<Anche per me>> rispose quasi bisbigliando. Avrei avuto a che fare con una persona molto introversa. Dato che era calato un silenzio schivo, James decise di proferire parola, cominciando dalle presentazioni. <<Charlotte, ti presento Oscar, Oscar Chen...>> come pensavo era di origine orientale. <<... Oscar ti presento Charlotte, Charlotte Raven>> concluse le presentazioni James.

Di nuovo silenzio, ok che questo era un ragazzo timido, però James mi aveva detto che gli aveva parlato molto di me, e che lui si era dimostrato abbastanza interessato nel sostenere una conversazione più lunga di 2 minuti, ma a quanto sembrava James mi aveva mentito.

<<Tu sei un fantasma, giusto...?>> domandai così all'improvviso. <<Non sei un umano che riesce a vedere i fantasmi...vero?>> era traslucido ma poteva benissimo assomigliare a qualsiasi ragazzo umano che avessi fino a quel momento incontrato. <<Sì...>> rispose bisbigliando.
<<E tu... come fai a vedere i fantasmi...?>> chiese d'un tratto. Ok, aveva detto una frase di senso compiuto più lunga dei soliti monosillabi, Charlotte non puoi lasciarti sfuggire quest'occasione!

<<In realtà non lo so, fino a qualche tempo fa non ne ero nemmeno in grado, e invece eccomi qui! Beh sinceramente avrei preferito non vederli>> guardai ostinatamente verso James, facendo un lieve verso di accusa nei suoi confronti. Lui guardava altrove per non incrociare il mio sguardo, fischiettando un po' di qua e di là, con fare innocente, tanto lo sapeva anche lui che non lo era. <<Ogni riferimento a James è puramente casuale>> commentai stufa di quel giochetto infantile.

Oscar ridacchiò soddisfatto della nostra battibeccata, non lo fece con cattiveria, sembrò ridere di gusto. <<Come vi siete conosciuti?>> domandò con un timbro di voce un po' più alto.
<<Emmmhhh>> incominciai. Calò il silenzio. In atto, tra me e James, era subentrata una discussione fatta solo di sguardi, in cui solo io e lui potevamo capirci.

"Non glielo hai detto?!" ero più arrabbiata perché adesso quella che doveva spiegarglielo ero io.
"No, non credevo te lo avrebbe chiesto!" mi rispose in preda all'ansia.
"E ora che mi invento?!" domandai in uno stato di panico altrettanto spaventoso.

<<Mmh... tra i corridoi della scuola>> risposi senza troppa convinzione.
<<Ah vero, ho sentito che alcuni fantasmi restano legati al posto in cui sono morti...>> confabulò tra sé e sé.
<<...James infatti è morto qua>> continuò l'altro fantasma. Il fantasma che da qualche tempo si era trasferito a casa mia, si irrigidì di colpo. Io non avevo mai osato toccare l'argomento, anche perché non pensavo che a qualcuno potesse fare piacere parlare della propria morte, come qualcosa di bello. Non so perché ma Oscar si mise a ridere, come ho detto prima, non con cattiveria, ma di gusto, come se ci fosse qualcosa da ridere. Aggrottai la fronte confusa, non capivo esattamente perché stesse ridendo, ma sospettavo che poi me lo avrebbe spiegato.

<<Dovresti sapere com'è morto...>> e scoppiò a ridere in modo contenuto. La mia faccia da punto interrogativo rappresentava al meglio il mio stato d'animo: confuso. James si avvicinò a lui con uno scatto fulmineo tappandogli la bocca, e se lo avesse avuto, lo avrebbe fatto anche col nastro adesivo.

<<Silenzio! Non glielo devi dire!>> protestò serio, cercando di frenare le risate dell'amico. Ormai Oscar era piegato in due dalle risate. <<Scusatemi... io sono ancora qui>> feci notare con una punta di ironia, alzando la mano facendo segno della mia presenza. Loro sembrarono accorgersi di me solo in quel momento.

Piacere, io sono la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora