•Attimi di solitudine•

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I used to wanna be living like It's only me
-Somebody to you, The Vamps

-Mi svegliai di scatto sentendo il suono della sveglia che ronzava, il rumore era troppo debole da svegliare gli altri ma abbastanza forte da svegliare me. Mi misi a sedere, strofinandomi gli occhi per togliere gli ultimi rimasugli di sonno rimasti. Guardai la sveglia, erano le 7:00, la spensi e nella mia testa mi maledissi per averla impostata così presto.

Dopo un'eternità a pensare al senso della vita guardando il vuoto, finalmente mi alzai dal letto e scrutai attentamente gli altri letti per vedere se qualcuno fosse sveglio ma erano dormienti quanto dei corpi morti. Restai a contemplare per qualche tempo la foto dei miei genitori sul comodino.

<<Adesso devo andare>> dissi rivolta a nessuno in particolare. Mi diressi verso la cucina, e come ogni mattina, la sorvegliante era sveglia a preparare la colazione.

<<Buongiorno>> mi feci notare regalandole un sorriso di cortesia.
<<Buongiorno>> mi rispose ricambiando un sorriso a trentadue denti. Non mi misi a sedere a tavola a mangiare la mia colazione, non avevo molta fame quella mattina, come molte altre volte. Non sono una persona abitudinaria, mi capitava spesso di saltare i pasti.
<<Vuoi una mano?>> chiesi vedendola un po' in difficoltà.
<<No, puoi sederti pure a mangiare >> rispose di fretta cercando di afferrare con la paletta la colazione che ribelle non voleva saperne di uscire dalla padella. Non la ascoltai e afferrai i piatti dalle credenze per apparecchiare, lei mi lanciò uno sguardo di rimprovero ed esalò un grazie sbrigativo.

<<Come mai vestita così bene?>> notai.
<<Vorresti dire che di solito mi vesto male?>> alzò un sopracciglio.
<<No, voglio dire che sei bellissima>> mi salvai in calcio d'angolo.
<<Che sei esagerata>> fece la modesta ma gli balenò un sorriso in volto.
<<Avanti non tirartela troppo, Beatrix, lo sappiamo tutte e due che è vero>>
<<Grazie>> rispose sincera.

Aveva un pantalone largo e grigio e una maglietta bianca e un gilet abbinato ai pantaloni. Portava delle scarpe del medesimo colore della maglietta e degli orecchini pendenti d'argento. Le ciocche bionde le ricadevano sulle spalle in degli splendidi boccoli, e gli occhi marrone chiaro le risaltavano sul viso dalla pelle chiara, quasi bianco latte leggermente dipinta dal trucco.

Io in confronto ero orribile, sarà che mi ero appena svegliata, o ero così brutta tutti i giorni. Chi può dirlo? Punti di vista.

Avevo un pigiama a maniche corte con la scritta "I ♥ PANDA" in bianco a parte il cuore e dei pantaloncini rosa. Neanche una principessa mi avrebbe superato in bellezza. I capelli erano in testa ancora non sapevo come, ma coprivano il quanto bastava per nascondere la mia benda, non volevo che gli altri vedessero la differenza tra i due occhi, non volevo che gli altri notassero i miei occhi eterocromi.

Uno ambrato, talmente chiaro che mi meravigliavo anch'io che non mi scambiassero per una cieca, e uno rosso... rosso come il sangue che sgorga fuori da una ferita mortale. A volte mi sembrava di vederci quasi delle fiamme, ma sapevo che era solo la mia fantasia. E poi, no, so a cosa state pensando, non avevo messo le lenti a contatto, il mio occhio era così naturalmente, sì, lo so, sembrerà una pazzia... no, niente sembra, era una pazzia. Ma per quanto non volessi pensarci, era sempre lì, che mi osservava con uno sguardo severo. Era così splendido e travolgente che anch'io nutrivo dei sentimenti contrastanti ma avevo sempre taciuto, non l'avevo mai mostrato a nessuno.

Il mondo non era ancora pronto per una cosa così tanto spaventosa e affascinante allo stesso momento. Facevo fatica io ad accettarlo figuriamoci quello che avrebbe detto il resto del mondo.

Piacere, io sono la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora