Capitolo 6 - Senza Alcuna Scelta

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Ancora stravolto per ciò che sono stato costretto a fare, con la morte nel cuore, rimango allibito nel vedere il corpo del mio migliore amico riversarsi al suolo, con un buco in fronte, mentre i suoi occhi ( vitrei e spenti, sembra come se mi stessero fissando). Il suo sguardo mi fa rabbrividire... perché nel momento in cui io mi stavo affrettando a premere il grilletto, mi ha guardato... come se volesse dirmi
" Addio amico mio, non hai altra scelta!"

Rassegnato e rammaricato, donando un ultimo saluto a Kenji affermo tristemente:
« Avresti dovuto vivere la tua vita felice, insieme ai tuoi figli e a tua moglie. Invece, per colpa di certi umani fuori di testa, la tua vita si è fermata qui... Riposa in pace amico mio...»
Frettolosamente caccio via le lacrime dagli occhi, impugnando l'arma avviandomi verso l'entrata del mio laboratorio.
" Più avanzo e più il terrore non accenna a volermi lasciare andare. Volgo lo sguardo verso ogni direzione ( per assicurarmi di non trovarvi uno di quei morti viventi durante il percorso).
Sto per girare la maniglia della porta del mio studio, quando d'acchito mi arresto di colpo, non appena odo in lontananza gli strani versi sentiti pochi minuti fa', ravvicinarsi e farsi sempre più intensi.
Frettolosamente mi intrufolo all'interno della stanza, richiudendo la porta di scatto.
E se proprio ( in questo momento) ci fossero alcuni dei miei colleghi, ( ormai lemure) qui dentro?
Sarei finito dalla padella alla brace!
Meglio prepararsi a quest'eventualità.

Impugno l'arma dall'alto verso il basso, senza smettere di proseguire.
Merda! Si è scaricata la batteria!
Affermo tra me e me, volgendo lo sguardo alla torcia.
Sono rimasto completamente avvolto dall'oscurità. Soltanto un raggio di luna di sangue illumina l'ambiente circostante.
Con questo buio, non riesco vedere nulla! Non posso neanche difendermi!
Posso soltanto percepire i loro movimenti, e il loro respiro nel caso mi si facessero vicini.
Sembra di essere stati appena risucchiati negli Inferi, ( visto che tutto è andato completamente a divenire rosso)."

Dopo pochi passi, giungo dinnanzi al mio tavolino da laboratorio, dove vi sono poggiate moltissime ampolle, colme di liquidi colorati ( da dove fuoriesce una quantità eccessiva di vapore).
Senza perdere altro tempo, mi appresto a recuperare tutti gli oggetti che mi occorrono, deponendoli dentro un borsone.
Una volta aver preso tutto ciò di cui ho bisogno, mi accingo a uscire da questo luogo, lugubre, glaciale e sinistro; accompagnato sempre dalla mia fedele mitragliatrice.
Disserro  l'uscio, ritrovandomi dinnanzi a me ( oserei dire a un centimetro dal mio viso) quello di uno zombie.
Spalanca le fauci tentando di gettarsi a capofitto verso la mia direzione, che io prontamente riesco a sfuggirgli e inizio a sparare da ogni parte, correndo fulmineo verso l'uscita.

Attivo il dispositivo di autodistruzione dello studio, premendo un tasto specifico dal monitor del sistema di controllo; grazie all'esplosione, tutti gli zombie, che erano all'interno della struttura, cessano di esistere.
"L'unica cosa che mi rammarica è, non aver dato una degna sepoltura al mio amico... il suo corpo è stato polverizzato dalla devastante deflagrazione.
Perdonami, Kenji per non aver tentato di salvarti... ma, ormai non potevo fare più nulla per te e tu lo hai capito... vivrai sempre nei miei ricordi."

Successivamente salgo sul mio pick-up, recandomi alla Task Force.
Fortunatamente, durante il tragitto non mi è capitato di imbattermi in nessun'altro non-morto.
"Sicuramente durante l'esplosione, ne sono stati volatilizzati un bel po'."
Apposto il veicolo sul vialetto, scendo e corro diritto all'ingresso della struttura dove Martin, Dyana e altri tre ragazzi sono lì ad attendermi.
« Tutto bene Luther? »
Chiede Martin pensoso e preoccupato allo stesso tempo.
« Sì, io sto bene... ma i miei colleghi, sono stati tutti infettati! E io non ho potuto far altro che, disfarmi di loro! »
Il ragazzo dai capelli biondi e occhi verde smeraldo, incrociando le braccia sul petto, con espressione dolente in volto afferma:
« Non hai avuto scelta, Dr Swann! Comunque io sono Adrièn e lei è mia moglie Marinette! »
Afferma rivolgendosi alla ragazza bruna, dai codini, occhi cerulei che sta accanto a lui.
« Molto piacere Luther! »
Di rimando risponde, mentre sul suo volto si forma un timido sorriso.
« Fra poco arriverà anche Luka... potremo discutere della situazione! »
Afferma Adrìen, con espressione seria in volto.

Io e gli altri membri della resistenza, per lungo tempo restiamo a parlare sul da farsi attendendo l'arrivo di Light e della squadra.

LIGHT

Ci siamo diretti immediatamente a salvare mio cognato e mia sorella, insieme alla mia nipotina Midori.
Io e i miei colleghi, facciamo irruzione e in quel momento, moltissimi zombie ci circondano.
Ci prepariamo allo scontro, impugnando le nostre armi, mentre Gevanni inspiegabilmente si allontana da noi urlando:
« C'È UN BAMBINO CHE HA BISOGNO DI NOI! VADO AD AIUTARLO! »
Ryuk gli chiede, senza distrarsi dalla battaglia:
« Gevanni dove stai andando?! TORNA QUI!»

GEVANNI

"Ho sentito il vagito di un neonato, provenire da qualche abitazione del posto."
Nel momento che i miei compagni stavano combattendo contro gli zombies, appena mi sono giunti alle orecchie gli strepiti del piccolo, mi sono diretto subitaneamente nella sua direzione, abbandonando i miei compagni durante lo scontro.
Continuando a percepire il pianto dell'innocente farsi sempre più intenso mano a mano che vado ad ascendere i gradini della scalinata di marmo, giungo di fronte ad una porta.
Con un calcio la butto giù e impugnando la mia balestra, avanzo verso la direzione dove ho sentito il vagito.

Lentamente proseguo avvertendo i battiti del mio cuore accelerare a dismisura, sino a riecheggiare dentro le orecchie. Nel momento che sto per appressarmi alla culla coperta da un lenzuolo rosa imbrattato di sangue, un nodo alla gola si insinua in me, mentre brividi gelidi percorrono la mia spina dorsale.
"Stranamente ha smesso di piangere, la cosa mi sembra alquanto strana, visto e considerato che i neonati non si ammutoliscono così facilmente.
Sollevato il lenzuolino mi accorgo con mio rammarico e dispiacere, che il corpicino del bambino è pallido, quasi verde cadavere."
Muove le braccia e spalanca le fauci, quasi come a volermi mordere.
I suoi occhi sono vitrei spenti e cerchiati neri.

Mi ritraggo bruscamente voltando il capo dalla direzione opposta, mentre le lacrime offuscano la mia vista, vengo via da quel luogo.
"Non c'è l'ho fatta ad ucciderlo, ho preferito andarmene anziché scagliare una delle mie frecce sulla sua fronte."
Con lo sguardo assorto nel vuoto, avanzando verso i miei compagni, sconvolto e inorridito, mentre lacrime calde solcano sul mio viso, Light impensierito domanda:
« Gevanni che cosa è successo?!»

DEATH NOTE ( AFTER YEARS V ) In CorsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora