💙Capitolo 2🖤

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Giorgio si tolse la chitarra a tracolla e la poggiò sul piedistallo per poi buttarsi esasperatamente sul divanetto .
"Che c'è? " Domandò Valter mentre giocherellava con le corde del suo basso.
"Niente, sto solo pensando che dovremmo allargare le nostre vedute" rispose il castano guardandosi le scarpe .
"Spiegati Gio" disse Cico alzandosi dalla batteria.
"Noi fino ad ora abbiamo provato solo tre canzoni, ma dovremmo iniziare a provarne altre, non credete?" Rispose Giorgio alzando lo sguardo verso il rosso.
"Va bene...ma cosa potremmo suonare?" Chiese Michele.
Giorgio ci riflesse a lungo.
Ci voleva qualcosa per cui tutti andassero d'accordo.
"Direi di tornare a casa, scrivere due canzoni a testa su un foglio e domani si iniziano a provare" rispose il castano.
"Ma, Gio, sei sicuro?" Domandò Valter un po' sconcertato.
"Si, siamo o non siamo una band ?" Domandò ancora il ragazzo dai capelli castani.
"Già" rispose Valter.
"Bene, io direi di andare allora"
"Si" risposero tutti insieme.
Detto ciò, i ragazzi presero i loro strumenti (tranne Cico, li chiusero nelle proprie custodie e li misero sulle spalle per poi uscire.
"Comunque sia, il prossimo sabato vorrei chiedere per una piccola uscita" disse Cico guardando i suoi amici.
"A me va più che bene" disse Giorgio entusiasta.
"dove vorresti chiedere ?" Domandò Mickey con sguardo curioso.
"Pensavo ad un bar sul lungo mare" rispose Cico.
"Va bene ..pensate che accetteranno di farci suonare?" Chiese il castano.
"Si spera di si" rispose Cico.
A quel punto, i ragazzi uscirono da scuola e si divisero per le loro strade.
Giorgio era felicissimo, adorava la sua band,anche se a volte vi erano incomprensioni stupide.
Il ragazzò camminava lungo la via con passo lesto e stanco. Non vedeva l'ora di arrivare a casa.
Era metà marzo e faceva ancora freddo.
Il ragazzo indossava un cappotto nero con cappuccio, che teneva aperto a mostrare l'abbigliamento che aveva sotto.
Aveva i capelli scombinati dal vento e sudati dopo aver dedicato quattro ore dentro la sala prove.
Sembrava veramente stanco, ma lo sguardo che aveva riusciva a far capire quanto forte fosse la sua felicità.
Non vedeva l'ora di chiedere per l'uscita del prossimo sabato, anche se sentiva una leggera ansia.
Arrivò a casa e saluto sua madre.
"Buonasera tesoro, com'è andata oggi?" Chiese la donna con dolcezza al proprio figlio.
"Tutto bene, vogliamo chiedere per una serata al lungomare" rispose Giorgio.
"Oh, bene, sono contenta tesoro"
"Grazie mamma"
"Ora va a farti una doccia, la cena è quasi pronta"
"Va bene"
E detto ciò, il ragazzo si diresse in camera sua, lasciò lo strumento sul piedistallo, posò lo zaino, che aveva portato attaccato al braccio, tolse le scarpe e prese un pigiama pulito dal cassetto e tutto quel che gli serviva.
Dopo dieci minuti, era sotto la doccia.
Mentre l'acqua scendeva copiosamente sulla sua testa, i suoi pensieri erano rivolti al giorno dopo.
Cosa avrebbero scelto di suonare gli altri ?
Non lo avrebbe saputo fino al giorno dopo.
Uscito dalla doccia, si avvolse un asciugamano alla vita, mise le ciabatte e si diresse in camera per cambiarsi.
La madre del ragazzo aveva già apparecchiato e impiattato.
Dopodiché, Giorgio uscì dalla sua stanza e si sedette a tavola con la madre.
"Papà?" Domandò il ragazzo guardando la donna.
"Mi dispiace, ma tornerà tardi"
Il castano emise un sospiro.
"Avrei voluto passare un po' di tempo con lui" disse il ragazzo amareggiato.
"Lo so tesoro, mi dispiace"
Dopo quella conversazione ci furono minuti interminabili di silenzio.
Giorgio portò un boccone di cotoletta alla bocca.
"Domani hai le prove ?" Chiese la donna.
"Si"
"Bene, allora ti dovrai rilassare..guardiamo un film insieme più tardi?" Suggerì la madre.
Giorgio sorrise.
"Va benissimo"

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