Capitolo 6

180 9 6
                                    

Son ancora appoggiata al muro, seduta per terra, la tazza in mille pezzi vicino alla porta, le mie mani sulle tempie e l'aria che inizia a mancarmi. Devo uscire da questa casa. Prendo il telefono e chiamo Sofia

Sof: "Pronto?"

Io: "Sei a casa oggi?"

Sof: "Ah ciao. Ti sei ricordata che esisto? Per caso gli avengers ti hanno sequestrato il telefono che non vedi più manco i messaggi?"

Io: "Una cosa del genere. Sei a casa?"

Sof: "Sto andando a far una passeggiata con il cane al tranv, ci vediamo lì se vuoi, tutto bene? Ti sento strana"

Io: "Sì, arrivo. Ho bisogno di uscire da qui, il tempo di cambiare le lenzuola"

Sof: "Non ti è passata l'età della pipì a letto?"

Io: "Ah ah ah, divertente come un dito in culo con la sabbia"

Sof: "Com'è che dici sempre? Ah sì, 'per qualcuno può esser divertente'"

Non la vedo ma son sicura che ha la sua solita faccia da schiaffi, con il sorrisino da saputella stampato in faccia.

Io: "Copiona, vai vai, attenta a non inciampare mentre non ci sono, non vorrei perdermi la scena"

Sof: "Ciaooo"

Mi ha chiuso il telefono in faccia sta scrofa.

Mi alzo e vado in camera, tolgo le lenzuola e le butto in lavatrice, queste sono già le seconde, stanotte dev'essermi uscito altro sangue dalle ferite. La faccio partire e vado a pulire i pezzi della tazza e del latte per terra.

Finito tutto prendo le cuffie ed esco fuori. C'è una bella giornata anche se è pieno inverno e fa freddo, mi guardo un po' intorno per evitare gli sguardi dei vicini ficcanaso, prendo la moto e vado in paese. Abitando in campagna è difficile andar a piedi, saranno 5km.

Parcheggio dove c'è casa di mia zia, ha un largo spazio davanti casa, riservato solo ai residenti. Chi sono io per non scroccare il parcheggio? Scendo dalla moto e vado verso la piazza, ho sempre odiato 'sto paese, è tutto in salita e pieno di vicoli.

Mi metto il cappuccio, voglio evitare che le persone vedano i tagli evidenti che ho sul viso, specialmente perché andrebbero a dirlo subito ai miei parenti. Arrivata all'ennesima salita inizio a veder finalmente il tranv. Il che non è altro che un pezzo del paese dove c'è un vagone di un vecchio tram e ci hanno fatto un'area pedonale, tra un po' ci faranno l'area palestra, spero di vederla almeno prima di Natale 2030.

Poco sotto c'è l'oratorio, dove i bambini e ragazzi giocano a calcio e vanno a catechismo, io son stata cacciata da lì, per aver 'picchiato' un ragazzo. Il prete non l'ha presa benissimo.

Vedo Sofia seduta su una panchina che messaggia e il cane seduto vicino a lei, è un rottweiler di nome Kira, è bellissima. Faccio giusto un piccolo verso per farla girare verso di me, appena mi vede si alza e mi corre incontro, facendole cadere il telefono per terra.

Sof: "KIRA!!"

Io scoppio a ridere e mi abbasso per accarezzarla

Io: "Macciao piccolina, quanto sei cresciuta"

Sofia si alza - dopo aver raccolto il telefono - e si mette la mano sui fianchi, si avvicina e si schiarisce la gola per attirar l'attenzione

Sof: "Esisto anch'io eh"

Io: "Sìsì, dopo"

Continuo ad accarezzare e baciare il cane che mi fa le feste, poi mi alzo e la guardo. Nel vedermi spalanca gli occhi e si fionda verso di me, tastandomi tutta la faccia.

Roma-New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora