Capitolo 19

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Arrivo nel capannone e vedo una marea di gente con i fucili puntati verso di me

Io: "Ah. è abbastanza affollato qua, no?"

Un uomo sulla 40ina, capelli bianchi e abbastanza minuto, allarga le braccia e parla ai suoi soldati.

x: "Guardate chi è venuta a trovarci, niente avengers nei dintorni? O hai rispettato gli accordi e sei stata così stupida da venire da sola?"

Io: "Nah, son una persona che rispetta gli accordi, in caso, morirai da codardo visto quanta gente ti sei portato, ma deduco sia una trappola, non è vero?"

x: "Sei una tipa sveglia, vedremo come te la cavi con i proiettili d'argento. SPARATE!"

In una frazione di secondo il mio corpo diventa fumo nero, il tempo necessario per farmi passare i proiettili attraverso. Finiscono per colpirsi a vicenda, io mi tocco il corpo incredula e mi guardo intorno, guardando i loro corpi per terra.

*Che figata*

Faccio un sorriso e mi prendo beffa di lui.

Io: "Quante volte devo dire che l'argento è un falso mito?"

Premo due volte sull'anello e mi si forma l'armatura addosso, più la mascherina, che ormai sembra esser una parte integrante della tuta.

x: "HAI UCCISO I MIEI UOMINI"

Io: "Hey piano con le parole, io non ho ucciso nessuno. Semmai si son uccisi da soli cercando di uccidermi"

x: "Fammi vedere la tua mano" - dice a denti stretti -

Io: "Sei un feticista delle mani per caso?"

x: "No!" -estrae un coltello e me lo punta contro- "Bene! Ti ucciderò e poi la vedrò io stesso!"

Io: "Sei anche necrofilo? Non fare niente con il mio corpo morto ti prego" - dico alzando le mani in segno di resa -

Mi lancia un coltello che schivo facilmente, sbuffo e mi teletrasporto dietro di lui, gli busso sulla spalla e lui si gira di scatto, così gli dò un pugno in faccia e finisce per terra. Io mi inginocchio davanti a lui, alzando un sopracciglio.

Io: "Bene, dove sono i miei genitori?"

x: "Non te lo dirò mai" - dice reggendosi il naso -

Io: "Uff daje, non è che ho tutto il giorno libero come il capitano"

Cerca di prendermi per il piede ma sparisco di nuovo e appaio dietro di lui, dandogli un calcio dove non batte il sole, mentre si contorce dal dolore continuo: "Così impari a far il maniaco, ora mi dici dove sono i miei genitori?"

x: "No!"

Io: "Madonna che palle che fai, eddaje"

Lo prendo per un piede e mi teletrasporto, adesso la situazione è: Io sopra il palazzo più alto di Roma con in mano il piede di un tizio che mi sta particolarmente sul cazzo

Io: "Bella la vista, vero? Sai quello è il Colosseo, magari riesco a lanciarti lì, vuoi provare?"

x: "NO! NO! METTIMI GIÙ"

Io: "Sei sicuro? Da qui è alto, faresti un bel volo se ti mettessi giù" -il mio telefono inizia a squillare- "ah scusami, mi sta squillando il telefono. Pronto?"

T/n: "Vale! Hey.. Sono t/n! Ma credo che tu lo sappia già"

Io: "Heey t/n, da quanto tempo, dove sei? sento chiasso"

T/n: "Oh sono.. Al centro di Roma con la mia famiglia, mia madre ne è ossessionata"

Metto un attimo in muto la chiamata e continuo a parlare

Roma-New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora