Capitolo 1

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Mi sento perso.

Dov'è la classe di geografia?!

È un mese che è iniziata la scuola e ancora non mi ricordo dove sono le classi.

Dove mi trovo?

I corridoi alti e azzurri non mi erano mancati, neanche gli armadietti arancione fluorescenti.

Vedo dei ragazzi più grandi diretti verso di me.

Strano, sono entrato in anticipo proprio per non vedere nessuno.

Forse è meglio chiedere loro dov'è la classe di geografia.

Poi però mi darebbero dell'idiota a non essere capace di orientarmi.

Accelero il passo quando sono vicino a loro.

Non devo guardarli.

Quando mi allontano, rallento e tiro un sospiro.

Tra poco iniziano le lezioni.

Classe di biologia, classe di matematica, laboratorio di chimica...

Giro l'angolo verso destra per una rampa di scale.

Vedo scendere una ragazza. Ha i capelli ricci e rossi con dei vestiti oversize neri. Ha degli occhi verde smeraldo meravigliosi.

Mi arrendo: non arriverei da nessuna parte senza chiedere a qualcuno.

"Scusami" le dico, alzando di poco una mano.

"Sì?" risponde scocciata.

Ha un accento britannico.

Mi sale una vampata di calore.

Porca troia, sono pallido cadaverico, si vede un sacco quando arrossisco.

Mi sale il panico.

"Ehm, s-sai dov'è la classe di geografia? Sono del quarto anno" balbetto.

Inizio a tremare.

Avrò usato la giusta intonazione?

"Ci sto andando anch'io" risponde fredda.

"Ah, ok"

Cerco di tenere il sui passo spedito.

Svolta a destra, poi a sinistra e la prima classe a destra.

E così lei è una mia compagna di classe.

Strano, non l'ho mai vista.

Mi fa paura.

Mentre sfrecciamo per i corridoi rimaniamo in silenzio.

Odio i silenzi imbarazzanti.

Dovrei chiederle qualcosa?

"Come ti chiami? Io Josh" le chiedo.

"Ellie"

"Oh, sei britannica? Riconosco l'accento"

Dio, quanto odio le conversazioni per rompere il ghiaccio.

"Sì, i miei genitori sono di Londra, ma io sono nata qui" quando mi parla non mi guarda neanche.

È più fredda di un ghiacciolo.

E... silenzio imbarazzante.

Finalmente arriviamo di fronte alla porta della classe.

Apro la porta e una folata di freddo mi congela le guance.

Quasi sicuramente ieri qualche bidello si sarà dimenticato le finestre spalancate.

Mi dirigo per chiuderle, mentre osservo l'aula.

those icy eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora