Capitolo 7

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Sono finalmente arrivato a casa.

È quasi l'alba.

Meglio se salto un giorno di scuola, almeno riprendo un ciclo del sonno accettabile.

Probabilmente Noah è ancora sveglio a giocare.

Meglio se entro dalla finestra, almeno non vengo notato da nessuno.

Faccio un casino della miseria solo per aprire da fuori la finestra.

Merda, spero di non aver svegliato mio padre.

Faccio per saltare ed entrare, quando vengo bloccato dalla voce di una donna anziana.

"Chi sei? Perché stai entrando dalla finestra? Sei un ladro?! Ho una pistola, non ho paura di usarla!" la voce arriva da dietro; è quasi tremolante.

Ha davvero una pistola?

Alzo le mani in aria e mi giro lentamente.

È vestita in modo relativamente elegante, con dei jeans scuri attillati, un maglione bianco e delle pantofole grigie ai piedi. I suoi capelli sono grigi, quasi bianchi. Sembra che abbia gli occhi scuri, ma non riesco a capire esattamente il colore: è troppo distante.

Anche se è visibilmente terrorizzata, emana un'aria calma e serena.

Con le mani impugna una pistola, puntata verso di me.

Se faccio anche solo un passo falso mi spara.

"Salve, signora. Abito qui. Sono tornato adesso da una festa e non voglio svegliare mio padre" le dico.

"Vorresti fare silenzio aprendo quella finestra? Diamine, stai facendo un casino della miseria!"

"Mi spiace se l'ho disturbata. Potrebbe abbassare la pistola? Voglio solo entrare in casa mia"

Se solo la potessi considerare -casa-.

"Mi spiace ragazzo, ma non mi fido sulla parola. Dimostrami che abiti qui e la abbasso." sembra più calma, ma rimane vigile.

"Se vuole le passo il mio portafogli: dentro c'è la mia carta d'identità"

"Lanciamelo"

Lentamente prendo il portafoglio dalla tasca destra dei pantaloni e lo lancio verso la signora.

Ho guardato molti video di persone nere che, solo perché si muovevano in modo naturale, venivano arrestati. Penso di avere una sorta di terrore di essere arrestato per chissà quale motivo. Quindi anche se non sono nero, mi comporto come uno di loro per evitar problemi.

Mi è già successo una volta una situazione simile, e ho agito uguale ad adesso: movimenti lenti, contatto visivo con la persona, dire sempre cosa stai per fare e mani sempre in alto.

Il portafoglio cade a pochi passi dai suoi piedi.

Prende il portafogli, lo guarda per bene e poi prende la tessera.

"Oddio, perdonami! Abiti davvero qui!" subito abbassa l'arma.

Ora che ci penso, sarei dovuto essere terrorizzato.

Apatia del cazzo, perché devo soffrire pure di sta roba?

"Sai, in questi giorni i furti in casa sono all'ordine del giorno. Ormai sto facendo da guardia a tutte le case del vicinato. Avrò sessantadue anni, ma rimango pimpante come un tempo!" aggiunge energica.

Fingo un sorriso.

"Entra da me, vorrei offrirti anche solo un tè per chiederti scusa" mi invita.

Tanto starò sveglio tutto il giorno, non è un problema.

those icy eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora