Capitolo 26⚡

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"I wanted to talk about it.
Damn it.
I wanted to scream.
I wanted to yell.
I wanted to shout about it.
But all I could do
was whisper I'm fine."

Le previsioni meteo non hanno mentito, regalandoci una meravigliosa giornata di sole. I soffi di vento che ogni tanto risalgono dal lago, sebbene facciano volare tovaglioli e bicchieri di carta dappertutto, garantiscono una piacevole boccata di freschezza.

Dopo un abbondante rinfresco, è giunta l'ora di tagliare la torta. Tra gli invitati si alza un coro di Tanti Auguri a te che accompagna la mia discesa dai gradini del portico fino al tavolo, apparecchiato nello spiazzo d'erba sul retro della baita.

Sistemo la torta davanti alla postazione di Morgan, che nasconde il suo sorrisone dietro le manine.

"Auguri!" Gridiamo tutti all'unisono, battendo le mani.

"Forza Morgan, soffia le candeline ed esprimi un desiderio," la sprona Peter al suo fianco.

"In Sokovia, il desiderio non si avverava se la festeggiata non rubava un pezzo di torta con la mano," aggiunge Pietro.

Così Morgan, dopo aver spento la fiammella che ondeggiava sul numero cinque, seguendo il consiglio del gemello Maximoff, agguanta un pugno di panna e pan di spagna e lo infila in bocca sotto gli occhi allibiti dei presenti. Nessuno osa sgridarla. Al contrario, tutti gli sguardi sono puntati su Pietro con disapprovazione. Il diretto interessato ignora le numerose ammonizioni ricevute e batte il cinque a mia sorella.

Cerco di trattenermi il più a lungo possibile, ma di fronte a questa scena mi è impossibile non scoppiare a ridere. La mia spontaneità contagia subito anche Peter e Wanda, che dà uno scappellotto affettuoso al fratello. Pietro, in tutta risposta, lecca i rimasugli di panna che mia sorella gli ha stampato sulla mano, con il sorriso di un bambino disegnato sulle labbra.

I miei occhi inseguono la scia lasciata dallo sguardo di Steve, che mi fissa, per la seconda volta nel giro di un paio d'ore, come se avessi fatto qualcosa di strano. E, dato che si trattava prima di un sorriso e poi di una risata, non ne capisco il motivo. Perciò rivolgo la mia completa attenzione al taglio della torta. So che nessuno si lamenterebbe in caso di fette asimmetriche - forse Pietro, solo per prendermi in giro - ma se la mamma fosse qui, non sbaglierebbe di un millimetro. Al solo pensiero, mi tremano le dita e il coltello finisce per disegnare una curva sulla panna.

Alzo lo sguardo, titubante, poi sospiro. Non se n'è accorto nessuno. Sono ancora tutti concentrati su Morgan e Pietro. A volte è difficile distinguere chi tra i due ha davvero cinque anni.

Distribuite le fette di torta a ciascun invitato, ritorno al mio posto, tra Wanda e Steve. Degustiamo la torta tra un complimento alla moglie di Clint per il dolce e una chiacchiera.

Morgan è la prima a sbaffare la sua porzione. Senza aspettare un secondo di più, salta giù dalla sedia, corre verso Peter e strattona la coda del suo costume per attirare la sua attenzione. Come al solito, non resiste agli occhioni dolci di mia sorella: abbandona la forchetta sulla metà restante della fetta, prende Morgan per mano e si dirigono gioiosi verso il palcoscenico improvvisato.

Qualche minuto più tardi si alzano anche Pietro e Sam, anche loro coinvolti nella recita. A quel punto, il resto del gruppo si accomoda su un paio di teloni da mare stesi sull'erba di fronte al palco.

Ne approfitto per raccogliere i piattini di carta sporchi, con chiazze di crema e panna che impiastrano la fantasia di Frozen.

"Ti serve una mano?"

Gli occhi risalgono il braccio pompato, lasciato per metà scoperta da una camicia blu a quadri, ricalcano la linea della mascella e mangiano quelle labbra rosee, fino a perdersi nel mare calmo di quelle iridi cristalline.

Tomorrow Never Dies Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora