Capitolo 36⚡

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"I saw you walk
accross the line."

"Tesoro," sussurra ancora incredula. "Ma come- cosa..."

Non ho il coraggio di parlare. Una parola sbagliata, e rischio di provocare una catastrofe spaziotemporale. Se non l'ho già fatto.

Per qualche strana ragione la sua espressione si addolcisce. Avvicina la mano al mio viso e lo accarezza. "Sentivo che qualcosa non andava..."

Chiudo gli occhi e una lacrima scivola sulla guancia fino a incontrare la mano della mamma che, con un tocco sfuggente, la spazza via.

"Le cose non sono andate come previsto, vero?" domanda poi, in tono malinconico.

"Io non..." Sospiro. Copro il dorso della sua mano con la mia e punto gli occhi su di lei. "Non posso dirtelo."

Mi afferra entrambe le mani e le porta in mezzo ai nostri corpi. Le stringe forte. "Andrà tutto bene," sorride. "Qualsiasi cosa sia successo, si sistemerà. Devi solo avere pazienza ed esser forte."

"E se fossi stanca di essere forte?" Abbasso lo sguardo a terra. "Se non lo fossi abbastanza?"

La presa sulle mani si fa più salda, quindi riporto lo sguardo sul suo volto. "Sei per metà Stark e per metà Potts, una combinazione letale!" Ridacchiamo entrambe. "La forza ti scorre nel sangue. Tu puoi fare qualsiasi cosa." Una scintilla, simile a una fiamma di fuoco le accende lo sguardo." E se qualcuno, persino il tuo stesso cervello, ti dice il contrario, zittiscilo e ascolta il tuo cuore." Mi punta l'indice contro il petto. "Non avrà sempre ragione, ma è sempre onesto."

Eccola, la mia mamma.

Il sorriso insiste sulle labbra. "Grazie mamma."

Prima che possa aggiungere altro, lascia andare le mie mani e mi attira in un abbraccio. Porta la stessa fragranza floreale dalle sfumature fruttate che le rubavo da piccola per spruzzarla sulle mie bambole.

"Ti voglio bene Hoggy," mi sussurra all'orecchio, accarezzandomi la schiena. "Ricordatelo sempre, qualsiasi cosa accada."

"Te ne voglio anch'io," dico. Con gli occhi chiusi e il viso nascosto contro il suo addome, mi sfugge un lamento. "Mi manchi..."

Quando riapro gli occhi, vedo mio padre che sale gli ultimi gradini della scala. Apre tutte le porte e si affaccia in ogni stanza, trafelato. Io e la mamma ci allontaniamo poco prima che si accorga della nostra presenza.

"Ah, eccoti Pep," bofonchia, cingendole la vita. Poi mi rivolge un sorriso nervoso e un "Salve."

Gli bastano un paio di sguardi, prima a me e poi a mia madre, per capire che è successo qualcosa. "Ho... interrotto qualcosa?" chiede infatti.

"No." La mamma mi sorride, complice. "La signorina si è persa mentre cercava il bagno."

"Già," annuisco con le labbra arricciate. "La ringrazio ancora per avermi soccorsa."

"Si figuri."

Stringo le mani in grembo e mi dondolo sulle zeppe. "Bene, allora, se permettete, torno di sotto."

Guardo prima mia madre e poi mio padre al suo fianco, catturo questo momento che non riavrò più indietro. Come non riavrò più indietro il mio papà.

Con uno slancio istintivo avvolgo le braccia attorno al collo di mio padre che, ignaro di me e di tutta questa assurda situazione, si irrigidisce. Vengo avvolta dal classico aroma pungente della colonia che porta da sempre. Ne prendo un'ultima boccata a pieni polmoni, che mi deve bastare per il resto della vita.

Quando ormai sono in procinto di staccarmi, pronta all'imbarazzo che seguirà il mio gesto avventato, due mani calde mi accarezzano la schiena.

Non so se mi ha riconosciuta e credo che non lo saprò mai: sul bracciale GPS si illumina la data per il ritorno al presente. Morgan ha trovato Steve.

Tomorrow Never Dies Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora