Capitolo 14⚡

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"You were unsure
which pain is worse:
the shock of what happened
or the ache for what never will."

"Mag..."

Una voce.

"Maggy?"

Sembra...

"Mahogany Stark!"

Peter?

"Ma sei impazzito? Così le farai venire un infarto!" Bucky lo ammonisce immediatamente.

"Tanto siamo già morti," borbotta Sam al suo fianco.

"Per l'ennesima volta, non siamo morti!" Questa voce non mi è nuova, eppure...

Strizzo gli occhi, per poi sbattere le palpebre molto lentamente, come se tutta la stanchezza accumulata nei giorni precedenti fosse calata su di esse per impedirmi di svegliarmi. Non appena riesco nel mio intento, il primo volto che occupa il mio campo visivo è quello sorridente di Peter Parker.

"Peter?" Domando, la voce rauca e impastata da quello che pare un lungo sonno.

Il ragazzo di fronte a me annuisce.

Senza lasciargli il tempo di aprire bocca per aggiungere altro, mi metto seduta e lo stringo forte in un abbraccio. "Sono contenta di vederti," confesso con la faccia schiacciata contro la sua spalla. "E mio papà dov'è?"

Mi stacco da Spider-Man quel poco necessario per guardarmi attorno: subito inquadro le facce di re T'Challa, Sam, Bucky e lo stregone custode della gemma del tempo. Alle loro spalle scorgo un meraviglioso cielo arancione che tramonta in un lago gremito di persone, che si espande a trecentosessanta gradi attorno al tempio in cui ci troviamo. Aggrotto la fronte. "Dove siamo noi?"

"È una storia intricata," dice il re wakandiano, appoggiando una mano sulla mia spalla, ma viene interrotto al principio della sua spiegazione da Sam, che ripete: "Siamo morti."

Il dottor Strange si spalma una mano in fronte, gli occhi rivolti al soffitto.

Una donna dai lunghi capelli corvini perfettamente ordinati in una coda di cavallo si avvicina al gruppetto di persone raccolte attorno a me. "Quando Thanos ha schioccato le dita, metà della popolazione dell'universo si è ridotta in polvere."

"Noi siamo quella metà," conclude Wanda al suo posto "e adesso ci troviamo nella gemma dell'anima."

Lo stregone emette un sospiro. "Grazie."

Punto gli occhi sulla ragazza, il cui corpo è fasciato da una tuta grigia e blu, con delle ali d'insetto sulla schiena, e assottiglio lo sguardo, aggrottando al contempo le sopracciglia. "E tu saresti..."

"Hope Van Dyne, figlia di-"

"Hank Pym," borbotto sopra la sua voce, annuendo distrattamente. "Ho letto dell'incidente alla Pym Tech qualche tempo fa e ho anche..." Tossisco per mascherare quello che sto per dire. "Intravisto i file che lo S.H.I.E.L.D. ha su te e Scott Lang."

"Ah, è così signorinella?"

Spalanco gli occhi. Deglutisco. Solo allora giro la testa alla mia destra. Allungo un sorriso forzato sulle labbra. "Direttore Fury..."

Per fortuna Hope non tarda a riportare l'attenzione su di sé. "Oddio, Scott!" Esclama preoccupata. "Era nel regno quantico quando siamo spariti, dovevamo tirarlo fuori!"

Peter ed io ci scambiamo uno sguardo concitato, gli occhi spalancati e la bocca tirata in un sorriso incredulo. "Hai detto regno quantico?" Chiede conferma il Bimbo Ragno e quando la figlia di Hank Pym annuisce con le mani poggiate sui fianchi e un sopracciglio sollevato, ci lasciamo sfuggire un "Wow..." all'unisono.

Tomorrow Never Dies Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora