Capitolo 5⚡

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"I'm (not) fine."

Sbatto forte le palpebre per paura che si tratti di un'allucinazione, ma dietro quella folta barba c'è davvero il volto di Steve.

Quel breve contatto visivo si interrompe nel momento in cui un rumore sul terrazzo cattura la nostra attenzione: Natasha Romanoff atterra sul finto parquet con una capriola, dalla quale si rialza con grazia e agilità per correre verso di noi. Sam Wilson, che deve averla accompagnata fino a quel punto, plana alle sue spalle.

Steve passa la lancia a Natasha, che, con una scivolata, la utilizza per falciare le gambe dell'aliena. Nel momento in cui impuntella il piede a terra per fermarsi, l'altro si fa avanti per colpirla con la sua lancia, ma la spia riesce a deviare l'attacco e a infilzare l'avversario nello stomaco. Quest'ultimo emette soltanto un gemito di dolore.

Mentre Sam tiene impegnata la donna sfoderando le sue pistole, Wanda utilizza i suoi poteri per ricucire la ferita di Visione. Essendo gli altri impegnati nella lotta, Steve ne approfitta per inginocchiarsi al mio fianco e chiedermi se va tutto bene.

"È solo un graffio," borbotto senza ricambiare il suo sguardo, "sto bene." Infilo di nuovo il casco in testa e accetto la sua mano per rimettermi in piedi con più facilità.

Nel frattempo, Natasha ha sferrato un calcio nella schiena dell'extraterrestre che ha ferito, mettendolo al tappeto in via definitiva. L'asta le viene però rubata di mano dall'altra intrusa, che cerca subito di usare lo svantaggio della spia contro di lei.

Correndo in quella direzione, Steve recupera la lancia appartenente al secondo alieno e con essa si frappone appena in tempo tra lo scettro e Natasha. Potendo poi contare sul vantaggio concesso da Pietro grazie al pugno che sferra in faccia alla donna, il Capitano riesce a sollevare la lancia dell'avversaria e a colpirla con un calcio.

I due, intervallati da alcuni interventi di Natasha ed Erika, combattono corpo a corpo per una manciata abbondante di minuti. È l'intervento di Sam, che entra ad ala tesa nel conflitto catapultando la donna al fianco del suo amichetto, a decretare la fine dell'incontro.

Con il fiatone, circondiamo i due nemici.
Punto contro di loro i propulsori. "Chi siete e chi vi manda?"

Ma prima che possano rispondere, un fascio di luce blu entra dalla finestra e li avvolge. "Non è finita qui," minaccia la donna, venendo risucchiata insieme al compagno da quel portale.

Qualche secondo più tardi, all'orizzonte, anche la navicella spaziale a forma di ruota che era scesa sulla città si solleva in volo verso l'atmosfera.

Mi allontano dal gruppetto di qualche passo, impartendo a Sixtys l'ordine di chiamare mio padre. Intanto che il telefono virtuale squilla, ascolto i discorsi degli altri ragazzi in sottofondo.

"Beh, che dire," esordisce Pietro, stiracchiando la schiena, "l'anno scorso abbiamo sconfitto un fanatico dalla testa rossa, quest'anno gli alieni... l'anno prossimo cosa ci aspetterà? Dei robot magari?"

La linea cade ancor prima che qualcuno risponda. Strano...

Provo quindi a contattare Peter.

Erika e Wanda gli lanciano un'occhiataccia, una peggio dell'altra. "Tu devi sempre sdrammatizzare?" Sbuffa il nostro capo squadra, incapace però di trattenere un sorriso.

"È andato tutto bene, no? Abbiamo vinto!" Ribatte il biondo.

Il ritmo della respirazione accelera, come se il cuore avesse divorato i polmoni dalla paura. Anche Spider-Man non risponde.

Sollevo la visiera e inalo una boccata d'aria, portando entrambe le mani chiuse a pugno sui fianchi. "Non proprio tutto," insieme alla voce, tremano anche le mie labbra. Ora l'intero gruppo ha gli occhi puntati su di me.

Tomorrow Never Dies Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora