Capitolo 23⚡

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"Nobody notices
how hard I try
to hold back my tears
everyday."

È sera inoltrata quando rincaso. Per questo, mi stupisco nel vedere delle luci ancora accese.

Chiudo a chiave la porta di casa, attirando su di me lo sguardo di Steve. Sta guardando una partita di rugby in televisione. Conoscendolo, avrà selezionato un canale a caso pur di avere compagnia intanto che mi aspettava.

"Ehy," lo saluto. Passando dietro il divano, gli scocco un bacio sui capelli biondi ancora umidicci.

Appoggia la nuca sul cuscino e mi sorride ad occhi chiusi. "Ciao," trascina le vocali con voce rauca.

"Scusa il ritardo." Appendo la borsetta all'attaccapanni. "Arrivare in aeroporto a Malibù è stato un delirio."

"Ti ho lasciato un piatto di pasta da riscaldare," mi informa il Capitano, indicando il frigorifero.

Annuisco in segno di ringraziamento e mi precipito al microonde con il piatto di maccheroni al pomodoro in mano. Intanto che aspetto, appoggio il sedere al bordo della cucina e allaccio le braccia davanti al petto.

Steve mi raggiunge subito dopo aver spento la tv, prendendo posto dall'altra parte del tavolo.

"Morgan è già a letto?"

Annuisce.

Sospiro. "Ho fatto un casino, eh?"

Piega la testa di lato, arricciando il naso in una smorfia. Il verso che emette viene in parte coperto dal campanellino del fornetto.

Riempio un bicchiere di acqua e recupero una forchetta, poi mi siedo di fronte a lui.

"È una bambina, Mag, desidera solo attenzioni," mi rassicura. "Il suo papà non c'è più, la sua mamma è partita subito dopo e l'unica famiglia che le resta ha sempre altre cose da fare, importanti, per carità... però prova a metterti nei suoi panni."

Abbasso gli occhi sulla forchetta che infilza tre maccheroni insieme. So cosa prova, anche senza mettermi nei suoi panni. È questo che nessuno capisce. Ma annuisco lo stesso.

Bevo un lungo sorso di acqua per ricacciare indietro le lacrime e tiro un sorriso sulle labbra. "Hai ragione, mi impegnerò di più."

Anche lui sorride, comprensivo. Ma la verità è che non ha capito proprio niente.

Svio il discorso, iniziando a parlare di quello che mi è successo oggi a lavoro. "Non immagini neanche chi si è presentato al colloquio," borbotto a bocca piena.

Steve scuote la testa, incuriosito. "No, chi?"

Inghiottisco il boccone di cibo, creando un po' di suspence. "Trevor."

Il mio fidanzato trasalisce. Mi guarda incredulo, ma so che dietro quello stupore si cela un forte moto di gelosia. La mascella tesa e le nocche bianche delle mani strette a pugno me ne danno conferma. "Quello squilibrato che ha cercato di rimediare un secondo appuntamento con te davanti ai miei occhi?" Domanda. Posso quasi vedere il fumo uscirgli dalle orecchie.

Scoppierei a ridere per la sua reazione, se non fossi preoccupata almeno la metà di quanto lo è lui.

Annuisco, posando la forchetta nel piatto vuoto. "Sei stato ancora gentile..."

"L'hai cacciato via spero."

Segue un minuto di silenzio, colmato da un intenso scambio di sguardi. Sono io la prima a cedere. "Sì," rispondo secca. "Almeno all'inizio..."

Tomorrow Never Dies Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora