Capitolo 40⚡

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"All this broken hearts,
But mine's the one bleeding"

"Vedo che abbiamo una nuova arrivata oggi." Una donna cammina alle nostre spalle e prende posto all'interno del cerchio. Sistema i capelli dietro le orecchie e accavalla le gambe. "Come ti chiami?"

Dieci paia di occhi si puntano su di me.

Schiarisco la gola, cercando di ignorarli. "Mahogany."

"Benvenuta, Mahogany," dicono tutti in coro.

Abbozzo un sorriso, a disagio, mentre le mie dita attorcigliano l'elastico che porto al polso.

La donna di prima si sporge in avanti con il busto. "Chi hai perso, Mahogany?" chiede con un tono di voce soffice.

Deglutisco. Mi mordo il labbro nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime e per un attimo smetto di respirare. La mano sinistra è congelata tanto è stretto il groviglio in cui ho ridotto l'elastico per capelli.

Wanda, seduta alla mia destra, mi posa una mano sul braccio, come per infondermi coraggio, per farmi sapere che non sono sola.

Alla fine, prendo un respiro profondo e insieme a una boccata d'aria butto fuori: "Mio padre."

Solo un paio di persone si irrigidiscono; le altre si aprono in sorrisi di compatimento.

"Oh, mi dispiace tanto..." mormora la donna. "Vuoi condividere qualcosa? Ad esempio, come ti senti?"

Guardo prima Wanda, poi ciascuna delle persone sedute attorno a me. Tutti noi abbiamo una cosa in comune: il lutto. Se c'è qualcuno che può capire come mi sento, quello che sto passando, il perché delle mie azioni, quel qualcuno sono loro.

Annuisco.

***

"Avevo ragione o avevo ragione?" Camminando verso l'uscita del salone, Wanda mi prende a braccetto e mi regala un sorriso vittorioso.

Quella del gruppo di sostegno è stata una sua idea. Lei, al contrario mio, non ha aspettato di rompere le regole naturali che equilibrano l'universo per iscriversi: l'ha fatto pochi giorni dopo aver sconfitto Thanos. Perdere Visione per lei è stato devastante, ma ha avuto comunque il coraggio di scendere a patti con il suo dolore e di ammettere che non ce l'avrebbe fatta da sola, che aveva bisogno di aiuto. E con la scusa del "parlarne con chi ti capisce ti farà sentire meglio", mi ha trascinata a questo incontro.

Odio ammettere che aveva ragione. "Non è stato poi così insopportabile," borbotto, ma con un sorriso sulle labbra.

Wanda sembra accontentarsi.

Uscite dalla porta principale, mi blocco sul marciapiede. In piedi sul ciglio della strada, accostati a un'auto nera con i finestrini oscurati ci sono Erika, Pietro e Peter.

Sorrido. "Cos'è questa, un'imboscata o un comitato di bentornato?" scherzo.

Erika alza gli occhi al cielo, ma è Pietro a rispondere: "È più un comitato d'addio, in realtà."

Wanda scivola alla mia sinistra e si sistema accanto al fratello. "A meno che tu non decida di restare."

"Ragazzi..." sospiro.

"Alla squadra farebbe comodo qualcuno con le tue capacità," aggiunge Erika, scrollando le spalle.

"Infatti," gli fa eco Pietro. "Abbiamo il capetto, il poppante e la permalosa," dice e indica rispettivamente Erika, Peter e Wanda, che fulmina il fratello con gli occhi.

"Anche il ruolo del buffone è già stato preso," ribatte gelida.

"Ci manca il genio della tecnologia," esclama Peter, riportando la conversazione sulla retta via.

Tomorrow Never Dies Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora