Capitolo 37⚡

75 8 9
                                    

"Why should i apologise
for the monster i've become?
No one ever apologize
for making me this way."

Solo io potevo riuscire a scomodare la commissione disciplinare il giorno dell'indipendenza. Nemmeno mio padre era mai arrivato a tanto.

Spingo la porta d'ingresso con il peso del mio corpo e una volta messo piede fuori dal palazzo mi abbandono a un sospiro esausto. Aspetto che anche il mio avvocato sia uscito prima di lasciare che la porta si chiuda sbattendo.

Non appena saputo del guaio in cui mi ero cacciata, Karen mi ha passato il numero di questo suo amico avvocato, bravissimo a detta sua, e mi ha raccomandato di contattarlo. A incontro concluso posso confermare che Matt Murdock è davvero un avvocato eccellente.

"Non so davvero come ringraziarti."

"Trovando un nuovo hobby, forse." Ridacchia e lo assecondo.

"No, ma sul serio." Abbasso lo sguardo sulle dita che giocano con il bordo di un'unghia spezzata. "Non so come avrei fatto senza il tuo aiuto... grazie."

Stringe il bastone per ipovedenti con entrambe le mani. "Posso darti un consiglio?"

Annuisco.

Passano alcuni secondi di silenzio prima che parli di nuovo. "Presumo tu abbia annuito."

Merda, che scema!

Ma lui sorride, quasi divertito. "Dicevo, invece di allontanare le persone perché pensi che non capiscano quello che stai passando, prova a spiegarglielo. Soffrire e farti vedere vulnerabile non ti rende debole, Mahogany." Abbozza un sorriso. "Solo umana."

"Sembri parlare per esperienza..."

"È così," dice. "Certe croci sono troppe pesanti da portare da soli e tu hai la fortuna di avere affianco una persona disposta a sollevare il mondo intero per te. Approfittane ogni tanto." Fa un passo verso di me e mi posa una mano sulla spalla. "Umana, non debole, ricordalo."

Annuisco con lo sguardo perso, fisso sul cemento sotto i suoi piedi. Resto impalata in quella posizione anche qualche minuto dopo aver sentito allontanarsi. Le sue parole hanno smosso qualcosa, qualcosa che non pensavo di aver mai avuto dentro e che invece avevo inconsciamente chiuso nel dimenticatoio.

I piedi si muovono da soli e senza rendermene conto, sto già chiudendo la portiera della macchina.

"Allora, com'è andata? chiede Steve con le mani a penzoloni sul volante.

Scrollo le spalle, gli occhi persi nel vuoto oltre il cruscotto. "Insomma..." borbotto. "Visto che mi sono costituita, Ross e gli altri membri della commissione mi hanno risparmiato il viaggetto al Raft, ma mi hanno anche vietato di "giocare" con la tecnologia che ho a disposizione." Sospiro. "Perquisiranno la casa e confischeranno tutto quello che reputano, e cito, pericoloso nelle mie mani. L'unica cosa che mi hanno concesso è stato tenere l'armatura solo per casi di massima emergenza. Devo ringraziare Matt per questo piccolo miracolo."

Steve annuisce, lo scorgo con la coda dell'occhio.

Cala il silenzio, intervallato soltanto dalle macchine che sfrecciano dietro di noi.

"Avanti," scivolo contro lo schienale, "sputa il rospo."

Si volta verso di me con le sopracciglia aggrottate. "Come?"

Sospiro, massaggiando le tempie. "È da ieri pomeriggio che ti stai trattenendo dal rimproverarmi, ce l'hai stampato in faccia." Gesticolo con la mano. "Avanti."

Torna a guardare dritto davanti a sé, ma lo sguardo rimane duro. "Adesso almeno ti rendi conto di quello che hai fatto?"

"Ho cercato di riportare indietro due persone che hanno significato moltissimo per me, ma ho fallito."

Tomorrow Never Dies Vol.2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora