Capitolo 16 - Obbligo o verità
Mi spostai cambiando posizione e salii a cavalcioni sopra di lui. Per un attimo sentii un caldo anomalo avvolgermi il volto, probabilmente ero arrossita come un peperone. Era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere con Lio, anzi, in generale con un ragazzo. I nostri corpi erano a stretto contatto nonostante fossimo coperti dagli abiti. Mi chinai iniziando a lasciare una scia di baci dal collo fino al petto. Ogni tanto inarcava la schiena e qualche verso uscì dalla sua bocca. Non ero esperta però sembrava che ci stessi riuscendo. Mi sentivo così potente in questo momento. Continuando con i baci scesi verso il basso accarezzandogli l'intimità attraverso il tessuto dei pantaloni. Un punto cruciale. «Lo sai che ti potrei prendere in qualsiasi istante vero?» disse ridendo e allo stesso tempo eccitato. «Correrò il rischio.» alzai le spalle indifferente. Non avrei continuato solo per il gusto di farlo soffrire. Mi staccai da lui e mi alzai per andare a spegnere la musica dal suo telefono. Come gli avevo proposto prima volevo guardare alla televisione quindi presi il telecomando, trovato sotto ad un cuscino per terra, e la accesi. Gli mostrai con un sorriso la schermata e la nuova puntata di Jane The Virgin. «Buona visione.» ridacchiai. Presi posto sul letto, accanto a lui, e lo sentii ridacchiare mentre metteva un braccio intorno alle mie spalle facendomi avvicinare il più possibile. Cos'era stato più bello? Stare abbracciata a Lio per la maggior parte del tempo. Avevamo guardato la puntata e a lui era piaciuta alla fine, aveva riso insieme a me.
Si fecero le sette e mezza. Tra poco tempo ci saremmo dovuti recare da Alex per l'incontro con la cricca. Avevo ancora indosso gli abiti di Lio e probabilmente sarei stata impresentabile per la serata. La giornata era stata bellissima ed io mi ero scordata delle mie condizioni. Mi alzai dal letto seguita dallo sguardo di Lio e cercai qualcosa nell'armadio.Ero nascosta tra le due ante dell'armadio dubbiosa su cosa scegliere, poi due mani si poggiarono sui fianchi distraendomi. Non appena mi voltai Lio si fiondò sulle mie labbra. All'inizio rimasi bloccata per la sorpresa, ma tornai in me stessa ricambiando il bacio. Era una droga a cui non riuscivo a non dipendere. «Dovremmo rifare giornate così.» disse mordendosi il labbro inferiore. Le sue parole mi stupivano una dopo l'altra, lui stesso mi stupiva ogni giorno di più. Però da un lato speravo non mi stesse mentendo perché era una delle cose che detestavo maggiormente, odiavo le persone che mentivano riguardo i sentimenti. Dentro di me speravo non mi stesse usando, nonostante il rischio fosse alto. Non volevo essere una delle tante. Scelsi skinny jeans e una maglietta rossa a maniche lunghe. Controllai che Lio si fosse allontanato e presi un reggiseno da indossare sotto.Lo infilai attraverso la maglia larga per non mostrare a Lio parti completamente nude del mio corpo.Sfilai la maglietta e mi dilettai nel legarmi quella tortura per i poveri seni, peccato che non ci riuscissi. Ora non riuscivo neanche più a legarlo, pensavo che il mondo mi volesse mandare dei segnali contrastanti. Ero sempre stata molto abile, perché ora non riuscivo più? Era una congiura. «Lio, me lo agganci per favore?» domandai arrossendo violentemente. Ero girata, quindi lui non poteva vedermi per fortuna. Lo sentii avvicinarsi e percepii le sue mani fredde posarsi sulla mia schiena nuda provocandomi la pelle d'oca. Prese i due lembi e agilmente lo agganciò. Chissà quante volte li aveva tolti.Oh, ma che pensieri Elena. Basta. Prima di allontanarsi, però, mi lasciò un bacio sulla spalla creando mille brividi in tutto il mio corpo.
Mi ero vestita, coperta dal freddo e avevo preso il necessario. Come avevo previsto i miei genitori non erano ancora tornati, quindi controllai di aver chiuso casa. Non avrei voluto avere spiacevoli situazioni successive come furti. Insieme ci dirigemmo verso casa di Alex, il quale abitava vicino al biondo, abbastanza distante da casa mia. Avevamo davanti una quindicina di minuti a piedi, come solito saremmo arrivati in ritardo. Era già buio da molto tempo, essendo in autunno, però il cielo era scuro, coperto da nuvoloni che promettevano pioggia. Personalmente non mi piaceva camminare da sola lungo la strada che portava da Alex o Emma perché era poco illuminata e non sapevi mai chi potevi incontrare. Forse mia madre mi aveva contagiata con i suoi programmi su persone scomparse, però la paura era nel mio DNA purtroppo. Presi la mano di Lio e lui si girò sorpreso. Questa volta ero stata io a sorprenderlo. «Hai paura?» domandò. No, ma va, tranquillo. Stavo soltanto morendo di paura immaginando uno stupratore che compariva dal buio e mi rapiva. Niente di che tranquillo. Sbuffai mentalmente e annuii al biondo. «Tranquilla, ci sono io.» cercò di rassicurarmi. Mi sentivo sollevata, allora. Un vero eroe. Mise un braccio intorno alle mie spalle e mi strinsi di più a lui. Chi l'avrebbe mai detto che io e lui saremmo giunti a questo punto? Se me l'avessero detto qualche mese fa mi sarei messa a ridere e li avrei mandati al manicomio.
Dopo una quindicina di minuti o poco più giungemmo davanti a casa del nostro amico. Avevamo passeggiato tranquillamente senza badare al tempo. Suonammo il campanello e nell'attesa ci guardammo negli occhi. Venne ad aprirci la mia cara amica Emma, la quale ci vide abbracciati e rimase alquanto sconvolta facendoci ridere. Ci scortò sino alla tavernetta, al piano inferiore, nella quale erano radunati gli altri nostri amici: Alex guardava lo schermo del telefono accanto alle casse, mentre Azzurra e Jeamy si stavano baciando sul divano. In sottofondo cambiò la canzone facendomi sorridere poiché si trattava di 'Teen Feet Tall', il remix di David Guetta. La mia migliore amica raggiunse il suo ragazzo baciandolo teneramente. «Ciao ragazzi!» salutai con un sorriso tutti. La coppia si staccò e ricambiò il saluto osservandoci in modo sospettoso. Effettivamente dovevo ammettere che era strano vedere me e Lio Romeo insieme, abbracciati e pacifici. Poco dopo udii 'Waves' di Mr. Probz, una delle mie canzoni preferite del periodo, e mi spuntò un sorriso improvviso. «Ti piace questa canzone?» domandò il biondo. Annuii e mi beai di parole e ritmo. «Balla con me, dai.» mi propose trascinandomi in mezzo alla stanza per ballare. Scoppiai a ridere e mi lasciai andare muovendomi a ritmo della musica finchè il brano non finì. Al termine Alex abbassò il volume e ci riunimmo tutti intorno al tavolino accanto al divano.
Era strano dovevo ammetterlo, anzi, non era comune che ragazzi quasi maggiorenni giocassero ancora a qualcosa di simile, però noi ci divertivamo. A turno scaricavamo sui telefoni delle applicazione del gioco Obbligo o verità per provare le diverse modalità e scherzare su ciò che proponevano. Quindi, non eravamo come ragazzini delle medie, semplicemente prendevamo in giro le app simili e allo stesso tempo provavamo alcune modalità per trascorrere le serate. Quella sera fu il turno di Jeam, il quale avviò l'app e uscì un obbligo.
<<scolare un intero bicchiere di birra>>
Era qualcosa di veramente banale, da ragazzini, infatti tutti scoppiammo a ridere. «Un gioco da ragazzi per me.» esclamò fiero il mio migliore amico. Beh, per tutti era facile. Alex gli preparò un bicchiere e venne scolato in pochissimi secondi. Noi applaudimmo ridendo mentre lui alzava il bicchiere in alto con fare vittorioso. Il prossimo fu Lio. Si sistemò meglio e scelse di nuovo obbligo, qualcosa di altamente scontato.
<<Fare un succhiotto a Ele>>
Strabuzzai gli occhi. Non era mai successo. Era anche questa una cavolata da ragazzini, però si trattava di me e Lio. Visto il nostro attuale rapporto era alquanto imbarazzante. Si misero a ridere tutti tranne me e Lio. Loro non sapevano di noi due e di quello che facevamo da soli, neanche Emma o Azzurra. «Se volete potete andare in un posto appartato.» propose Jeam insicuro. Lio era confuso non sapendo se io avessi voluto o meno. Per una volta dovevo vivere la vita e dovevo smetterla di pensare alle conseguenze. «Vieni.» mi avvicinai al biondo.
Lo trascinai al fondo della stanza, in una zona abbastanza buia, e ci sedemmo su un grande puff verde. Gli altri, nel mentre, continuarono a giocare. Io e Lio ci guardammo qualche secondo negli occhi finché non mi fiondai su di lui. Le sue labbra non aspettavano momento perfetto per baciarmi e i nostri corpi combaciavano perfettamente. L'atmosfera non permetteva di far vedere agli altri quello che stavamo facendo. Schiusi le labbra e Lio infilò la lingua ispezionando la mia bocca. Intanto, con una mano, spinse il mio corpo verso il suo per avere un maggiore contatto. I corpi si scontravano e strusciavano lentamente aumentando la temperatura dentro di me. Dopo qualche minuto però ci staccammo per riprendere fiato e lui si avventò sul mio collo lasciando baci e iniziando a succhiare. Giusto, l'obbligo era un succhiotto. Gemetti silenziosamente e lui continuò a succhiare e mordicchiare, facendomi nascere brividi in tutto il corpo. Non volevo che si staccasse, ma non volevamo destare sospetti tra il gruppo. Finito il compito, ci alzammo e tornammo dagli altri nel cerchio. «Ce ne avete messo di tempo.» disse Azzu facendo ridere tutta la cricca. Ridemmo insieme a loro e ci concentrammo sul gioco.
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Il nostro amore impossibile (INAI's series)
Roman d'amourPrimo libro della serie 'Il nostro amore impossibile'. «Tutto è iniziato ad una festa...un bacio e la persona più insopportabile del mondo. Pochi secondi, istanti che cambiano tutto e che mi hanno fatto perdere in lui. E soprattutto nella pazza vora...