Capitolo 28 - Buon Natale!

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Capitolo 28 - Buon Natale!

Canzoni per il capitolo:
Pinkzebra ft. Benji Jackson-Shine like stars
Cascada-Everytime we touch

Il film era appena finito e non appena Lio spense la televisione l'orologio a cucù iniziò a suonare. Per un secondo il mio cuore smise di battere. Mi ero abituata al silenzio e non mi avevo pensato più alle fonti di rumore presenti nella casa. Fino ad adesso aveva regnato il silenzio nei diversi ambienti, escluso il salotto dove la televisione era accesa. Dopo qualche secondo mi resi conto che era scoccata la mezzanotte e ciò stava a significare che era Natale. Saltai come una molla sul divano «È Natale Lio!» esclamai felice come una bambina. Con lui ero effettivamente felice, mi sentivo me stessa e potevo esserlo liberamente.
«Buon Natale piccola.» mi stampò un bacio. «Forse è meglio se ti do il regalo ora...domani i nostri genitori saranno presenti e...meglio evitare.» continuò. Aveva ragione, era meglio evitare fraintendimenti.
Si avvicinò all'albero di Natale illuminato dalle piccole lucine dorate e prese un pacchetto con una carta da regalo rossa e bianca. «Ecco.» me lo porse ansiosamente posizionandosi a qualche centimetro di distanza da me. Ero sicura che mi sarebbe piaciuto. Aveva paura che non mi potesse piacere, era così evidente, lo si percepiva dall'ansia presente sul suo volto. Lo scartai con poca grazia e lo aprii. Era un tenero pupazzetto di pinguino, il quale portava in testa un cappellino rosso natalizio e in mano teneva un pacchetto. Un altro regalo? Presi la scatolina azzurra: degli orecchini con dei fiocchi di neve che luccicavano. Rimasi a bocca aperta. «Oddio, grazie.» lo baciai. Ero così stupita dal fatto che Lio mi avesse fatto un doppio regalo per Natale, soprattutto per quanto riguarda il secondo perché non era una cosa qualsiasi ma dei bellissimi orecchini. «Aspetta, devi dare un nome al pinguino.» rise passandosi una mano tra i capelli biondi. «Mh, Lio sarebbe troppo scontato.» pensai a voce alta puntando l'indice al mento. Dovevo pensare a un nome da dargli che non fosse ridicolo.Mi guardai intorno e in televisione vidi un bambino con un palloncino rosso. Ebbi un'idea. «Ci sono!» esclamai eccitata battendo le mani. Sembravo, ancora, una bambina.«Spara.» mi guardò sorridendo. Trattenni il fiato per tenerlo sulle spine e lui parve curioso dal suo cipiglio. «Lo chiamerò Elio.» Secondi di silenzio. Ero un genio. «Elio?Non è un gas?» chiese confuso. «Pensaci bene! Il pinguino Elio. Se ci rifletti la lettera 'E' più il nome Lio .'E' sta per Elena e c'è Lio, Elio è il nome formato.» dissi sorridendo. Ogni tanto partorivo queste perle di saggezza. «Voglio capire da dove ti escono certe idee.» rise battendosi una mano sulla fronte.
«Ho molta immaginazione.» mi vantai sventolando i capelli. «Ho notato.»
Mi alzai anche io dal divano per cercare il suo regalo. Guardai sotto l'albero e cercai il pacchetto per Lio. Era stato difficile cercare un regalo per lui, però alla fine ci ero riuscita.«Tieni.» glielo porsi. Lui aprì la scatolina verde con la mia stessa grazia e trovò un dilatatore nero. Molto semplice. Sapevo che a lui piaceva portare dilatatori, un po' come i suoi amici, quindi avevo puntato a qualcosa di molto semplice ma legato ai suoi gusti. Sapevo che ne portava uno di diametro inferiore simile e dopo essermi informata avevo scelto il diametro leggermente più grande. «Dio, che bello, avevo già intenzione di comprarlo prima o poi.»disse sorpreso «Grazie piccola.» mi stampò un bacio.

All'una di notte spensi le luci dell'albero di Natale e ci dirigemmo in camera nostra per riposare. Chiusi la porticina dietro alle mie spalle cercando di non svegliare i nostri genitori che dormivano già da un po'. Ormai mi ero abituata a dirigermi direttamente verso il letto di Lio visto che era da qualche notte che dormivo con lui. Lui mi abbracciò e mi stampò un bacio sulla fronte. Quella notte ero molto ispirata infatti mi lasciai trascinare dalle mie emozioni e salii a cavalcioni su di lui baciandolo con foga senza staccarmi neanche un secondo. Durante i baci gli tolsi la maglietta del pigiama accarezzandogli il petto, lui fece lo stesso buttando giù la mia maglietta rosa del pigiama. Sì, maglietta rosa. Avevo quel pigiama da quando ero piccola. Gli sfilai i pantaloni e lui fece lo stesso con i miei. Eravamo tutti e due in intimo e lui mi attirò di più a sé facendo combaciare i nostri corpi perfettamente. Avvertii una scossa. «Hai delle curve perfette, sai?» disse tracciando dei cerchi sul mio fianco nudo.
Annuii seppur non tanto convinta. Succedeva un po' a tutte di avere poca sicurezza in se stesse. Lio aveva visto molte ragazze prima di me molto più belle. «Se lo dico io devo fidarti.»
Mi abbassò le spalline del reggiseno e iniziò a lasciare scie di baci ovunque, sul collo, sulle guance, sulla mascella, sui seni e sul ventre. Me lo tolse del tutto e ricominciò con la tortura facendomi gemere. Cercò qualcosa dentro ai pantaloni e tirò fuori il preservativo, sfilò via i boxer e le mie mutandine. Mi pareva che il tempo fosse sospeso in questi momenti con lui, il mondo si fermava e si creava intorno a noi una bolla. Lui entrò lentamente dentro di me per aiutare il mio corpo ad abituarsi e piano piano iniziai a muovermi sotto di lui. La tensione aumentava, come i nostri respiri. I movimenti erano lenti, ma dentro di me ero consapevole di volere qualcosa di più. Volevo che il ritmo aumentasse. Lo guardai intensamente negli occhi e lui in qualche modo riuscì a capirmi perché aumentò man mano i movimenti velocizzandoli. Iniziai a sentire sempre più caldo in tutto il corpo e ad ogni spinta ansimavo il suo nome. «Lio.» cercai di trattenermi per non essere sentita dai nostri genitori. Il suo volto era concentrato sui movimenti e il corpo sudato si muoveva avanti e indietro, finché non decisi di muovermi anche io sempre più forte e lui iniziò a vacillare. Dalle sue labbra uscirono ansimi lievi come un sussurro, mentre io dovevo concentrarmi per non urlare.
Con me lui era dolce. Probabilmente tutte le ragazze che andavano a letto con lui dicevano che era selvaggio e rude, ma con me era gentile, dolce e si preoccupava se mi faceva del male. Giunto il momento sentii una sensazione affascinante dentro di me, come un'esplosione, e lui si accasciò su di me poggiando la testa sul mio petto sudato. Uscì da me sfinito e buttò il preservativo nel cestino prima di poterlo dimenticare da qualche parte. Non volevamo che venisse trovare dai nostri genitori. Lo osservai muoversi fluido per la stanza e non appena tornò a letto si coricò vicino a me e mi abbracciò. Lo vidi perso nei pensieri e così finalmente mi decisi a chiedergli. «A cosa pensi?». Ero curiosa di sapere a che cosa stesse pensando dopo un momento molto intimo come questo. «Penso che tu sia la cosa più bella che mi sia capitata.» Non potevo non sorridere per questa cosa. Anche lui era la cosa più bella che mi fosse capitata e non lo dicevo solo per farlo felice, lo dicevo perché era vero. Questo lato di Lio era stato nascosto per molto tempo e io pensavo di essere l'unica che era riuscita a farlo riemergere.

La mattina seguente mi alzai abbracciata a Lio e percepii vari rumori provenire dal piano di sotto, quindi tutti erano già svegli tranne me e lui. Scesi dal letto grattandomi la testa e sbattendo le palpebre e decisi di indossare direttamente gli abiti per la giornata. Indossai semplicemente una gonna a vita alta e una maglia a mezze maniche. Non volevo essere troppo elegante, però era pur sempre il giorno di Natale e ci tenevo a dare quel tocco in più. Ero emozionata per oggi, non vedevo l'ora di godermi la giornata insieme alla mia famiglia e a quella di Lio. In bagno mi truccai vista l'occasione e mi resi un attimo presentabile.
Tornai in camera per prendere il telefono e trovai Lio vestito. Wow, era stato molto veloce e silenzioso. Perché gli uomini ci impiegavano poco tempo nel prepararsi rispetto a noi?
«Quanto siamo belle oggi.» disse sorridendo. Aveva alzato la testa non appena aveva udito la porticina aprirsi. «Parli tu.» ridacchiai.
Mi stampò un bacio sulle labbra e mi prese le mani. Sembrava che stesse fissando qualcosa, ma cosa? «Hai messo la mia collana.» disse sorridendo ancora. Ero contenta che se ne fosse accorto. «La tengo sempre.» arrossii «E tu hai messo il dilatatore.»
Lo abbracciai. Amavo i gesti improvvisi e speravo che anche lui li apprezzasse. I suoi abbracci erano un toccasana per me.

Per un attimo ripensai ai miei amici, chissà come stavano. Avrei dovuto chiamarli. Avevo scritto solo alle mie migliori amiche. Probabilmente tornati a casa saremmo usciti tutti insieme e avrei potuto dire di me e di Lio. Chissà...

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora