Capitolo 26 - Giornata sulla neve

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Capitolo 26 - Giornata sulla neve

Lentamente aprii gli occhi riprendendosi dal sonno profondo in cui ero caduta la notte precedente, ma venni subito accecata dalla luce mattutina che filtrava dalla finestra. Strizzai due o tre volte i miei poveri occhi sperando di abituarmi e finalmente misi a fuoco il volto di Lio, il quale era disteso accanto a me intento a fissarmi intensamente. Rimasi imbambolata qualche secondo tra una strizzata e l'altra e il mio tipico rossore alle guance mattutino, ma questione di secondi e mi resi conto che era non era un giorno qualsiasi...era la Vigilia di Natale. Rimasi stupita al pensiero di come il tempo trascorresse in fretta. Mi sembrava ieri il giorno in cui le vacanze estive erano terminate trascinandoci verso l'inesorabile inizio di un nuovo anno scolastico, mentre in quel momento eravamo a Courmayeur e a breve l'anno sarebbe finito. A breve avremmo salutato un anno intero per dare il benvenuto ad un nuovo pieno di avventure ed emozioni.
«Buongiorno piccola...» sussurrò dolcemente accarezzandomi una guancia. Con il pollice seguì il contorno delle mie labbra facendomi venire la pelle d'oca. «Hei.» ricambiai assonnata, con voce roca. Sembravo un orco. In quel momento mi venne un dubbio: come dovevo chiamarlo? Dovevo utilizzare un soprannome dolce da coppietta innamorata oppure no?Ieri aveva affermato che ero la sua fidanzata, però se ci ripensavo giungevo alla conclusione che probabilmente lo aveva fatto per allontanare la ragazza che ci voleva provare con lui. Risultava comunque strano. La nostra non sapevo se si potesse definire relazione: ci baciavamo, ci comportavamo come una coppia però non sapevo se eravamo 'fidanzati' nel vero senso della parola. Non era stato ufficializzato da entrambi scambiandosi pareri a riguardo. Una cosa però potevo affermarla: qualcosa eravamo di sicuro. Il problema era capire cosa.
Questo dubbio mi assaliva spesso e non sapevo come uscirne dato che lui non sembrava interessato a specificare, era molto vago. Mi sentivo come diversi personaggi televisivi che non riuscivano a capire quale fosse il genere di relazione con il proprio amato. Perché lasciarci così sulle spine, senza mostrare il minimo interesse a definire il tipo di relazione? Io personalmente sono fatta in questo modo e voglio che tutto sia sotto controllo, come il rapporto con un ragazzo. Se non specificavi potevi trovare una zoccola pronta a rubarti il ragazzo. Meglio evitare.
Scesi dal letto cercando di non cadere dalle scalette strette e ripide e sgranchii le gambe. Il tempo di sentire il 'crack' delle mie ginocchia che venni assalita da Lio, il quale era sceso dal letto con una certa agilità riconducibile solo ad Edward Cullen quando si arrampica e scende dagli alberi. Si avventò su di me strapazzandomi di baci. «Hai proprio voglia di baciarmi eh?» domandai ridendo. Lui annuì continuando a fissarmi intensamente negli occhi. Mi voltai verso di lui lentamente e unii le nostre labbra in un bacio tanto desiderato.

Secondo il mio piano malefico per non far sospettare troppo i nostri genitori decisi che dovevamo prepararci prima di scendere al piano di sotto. Non dovevamo destare sospetti. In cucina gli adulti erano già seduti al tavolo imbandito intenti a fare colazione e a parlare di chissà che cosa. A parer mio, erano troppo mattinieri. Se fosse stato per me avrei dormito tutto il giorno, peccato però che ci fossero ospiti in casa e non potevo comportarmi come una scimmia pigra. «Buongiorno.» esclamai stiracchiandomi con un certo contegno. A casa mia, in privato, ero molto peggio. «Buongiorno.» dissero all'unisono voltandosi verso di noi.
Ci accomodammo e mi fiondai subito su una deliziosa fetta di torta al cioccolato che la madre di Lio aveva cucinato. Il ragazzo si sedette di fronte a me, vicino a suo padre, e mi mandò uno sguardo d'intesa prima di domandare «Oggi che si fa?». Effettivamente ero curiosa anche io riguardo il programma della giornata. Che cosa mi sarei dovuta aspettare?
«Io e Iris andremo al supermercato a fare la spesa per domani.» affermò mia madre prima di bere un sorso di caffè. Il mio sguardo si focalizzò sulla figura di mio padre per capire che programmi avesse, lui se ne accorse e rispose prontamente «Noi aiutiamo le signore a caricare la spesa e poi dobbiamo incontrare un mio amico falegname della zona. Ti ricordi di Franco?». Annuii. Come potevo scordarmi di lui? Era il falegname che aveva aiutato mio padre a costruire la nostra casa qui ed erano molto amici. Un tipico valdostano, alto e pelato, vestito sempre da boscaiolo.
Quindi se i nostri genitori erano via voleva dire che avremmo avuto casa libera. Molto interessante. Mi venne immediatamente un lampo di genio e mia madre sembrò intuirlo perché proprio in quel momento mi chiese «E voi che cosa avete intenzione di fare?». Risposi prontamente «C'è tanta neve, possiamo giocare un po' con il bob!»
Vero, vero, è una cosa da bambini, ma insieme a Lio avrei fatto di tutto. Portava alla mia mente ricordi in cui io e Carlo ci buttavamo sulla neve e lui ogni anno costruiva la pista su cui scendere con il bob. «Mh, magari piccola.»
Strabuzzai gli occhi. Che cosa cavolo aveva appena detto? Seriamente gli era scappato quel nomignolo davanti ai nostri genitori? E pensare che prima avevo ideato il piano di prepararsi prima per non destare sospetti. Non era possibile, aveva il cervello grande come una nocciolina? Sconvolta. Arrossii violentemente perché che cosa potevo fare? Era cringe. L'io si grattò imbarazzato la nuca. I nostri genitori erano peggio: erano sorpresi, ma a tal punto da avere la bocca spalancata. In una competizione contro l'urlo di Munch avrebbero vinto sicuramente loro. Era un segno positivo o negativo? Come dovevo interpretarlo? «Piccola?»domandò prontamente Iris, la più coraggiosa. «State insieme?»chiese a sua volta mio padre curioso. Ah bene, iniziamo bene papà.
No, non ci potevo credere. Adesso il genio doveva trovare una scusa convincente, subito! Fissai Lio insistentemente spronandolo ad inventarsi la prima scusa possibile. Mannaggia a lui. «Mh, no...è un nomignolo che mi da solo perché è tenero e basta...come amici.»
Reazione? Sembravano delusi, quindi la scusa aveva funzionato.

Il nostro amore impossibile (INAI's series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora